Tre vite fuse nell’ombra di una sola esistenza schiava del nulla e delle abitudini

Sul palcoscenico del Teatro della Contraddizione, le vite di tre sorelle si confondono in un unico, lento e monocorde fluire di giorni sempre identici a se stessi.

Aspettano. Ferme in tre angoli del palcoscenico del Teatro della Contraddizione, le tre sorelle protagoniste di 3 to 1 aspettano che accada loro qualcosa da un momento all’altro.
Qualcosa in grado di scuoterle dal grigio torpore camuffato da vita che le avviluppa dal giorno della morte del padre, avvenuta un anno prima.
Ma via via che scorrono i minuti, lenti e silenziosi, la sensazione che quel qualcosa tanto atteso non accadrà mai diventa una certezza. Le tre giovani donne, infatti, non riescono a uscire dalla prigione familiare che si sono costruite attorno, specchio della prigione mentale che le incatena a una vita fatta di movimenti abitudinari e fini a se stessi, una quotidiana ripetizione di gesti rituali e dialoghi sempre uguali, capaci di dare luogo soltanto all’illusione di vivere realmente il proprio tempo, attraversato in realtà dalle protagoniste con la stessa intensità con cui ci si limita a osservare la vita da una finestra.
Mosca, la città natale delle tre ragazze, è uno dei loro pensieri ricorrenti, il luogo in cui attendono con ansia di fare ritorno, un giorno o l’altro, e per cui si preparano con attenzione e costanza.
Il giorno della partenza, però, è destinato a non giungere mai, ma verrà atteso sempre con la stessa trepidazione dalle giovani donne, immobili nella loro finta dinamicità, che nasconde l’inerzia più totale in cui in realtà sono sprofondate.
L’opera, che trae diretta ispirazione da Tre Sorelle di Anton Checov, mescola con abilità il nostro tempo all’ambientazione originale del testo del celebre drammaturgo russo, aggiungendovi suggestive e interessanti sfumature “beckettiane”. Come i protagonisti di Aspettando Godot, infatti, anche le nostre tre giovani sorelle abitano un luogo in realtà poverissimo, un “quadrato” del palcoscenico illuminato e circoscritto da quattro neon, dal quale non riescono ad uscire, ma che nel profondo non vogliono lasciare.
E così come Didi e Gogo, le tre ragazze aspettano, con fiducia e ingenuità, non qualcuno, ma qualcosa, un avvenimento che trasformi le loro vite e che permetta loro di raggiungere Mosca, la propria meta, in cui finalmente potranno davvero “vivere”.
«Il primo passo è sempre il più difficile» afferma la sorella più giovane delle tre, un passo che nessuna di loro è però pronta a fare, ma che ognuna aspetta disperatamente di compiere.

Lo spettacolo è in scena:
Teatro della Contraddizione
via della Braida 6 – Milano
da giovedì 12 a domenica 15 aprile e da giovedì 19 a domenica 22 aprile
ore 20.45

3 to 1 il coraggio l’abitudine l’invisibile
regia Gesualdi | Trono
con Alessia Mete, Ilaria Montalto, Adriana Dell’Arte
itinerai drammaturgici Loretta Mesiti
compagnia Teatringestazione
genere: confronto aperto con il vuoto