Jack will have his Jill

Dopo il successo a New York City e Chicago, A Midsummer Night’s Dream di William Shakespeare – nella lettura di Hyperion Theatre Project – arriva al teatro Franco Parenti per tre serate all’insegna della magia.

La più lirica delle commedie ma anche cupa e bizzarra, A Midsummer Night’s Dream è ambientata in un’immaginaria Atene dove la celebrazione delle nozze del duca Teseo (Lamar Lewis) e Ippolita, regina delle Amazzoni, (Nina Ashe) è interrotta dalle turbolenze amorose di quattro nobili cittadini. Solo in un bosco incantato i quattro giovani potranno sciogliere il nodo affettivo che li unsce e li divide. Nel bosco non vige la legge dei padri – ossia della ragione – ma quella imprevedibile della magia e dei sogni – propria della loro età ancora acerba. Qui, colui o colei che inseguiva ora insegue, e chi amava ora odia o viceversa. Un’inversione che crea confusione e smarrimento – provocata da una magia dispettosa che sa creare il sogno, il quale può trasformarsi però in incubo. Ma tutto è bene quel che finisce bene e, all’insegna del miglior romance, una volta tornati ad Atene, per i giovani la notte trascorsa nel bosco assumerà i contorni sfocati della visione: un sogno quasi freudiano, il cui effetto terapeutico porterà a un nuovo equilibrio.

Quasi un masque, quello portato in scena da una tra le compagnie più vitali della scena off-off newyorchese. Al Parenti si assiste a danze e canti, mentre il pubblico è coinvolto – fino a diventare parte integrante dello spettacolo. Gli attori entrano ed escono sia dal palco sia passando tra gli spettatori. Le tre coppie di amanti si siedono perfino in platea – sottolineando ancora di più il lato metateatrale della pièce – per godersi la rappresentazione della commedia della combriccola di artigiani, nella quele spicca un esilarante Nick Bottom (Joe Disher).

La scenografia essenziale cerca di collegare i tre universi – o piani del racconto – che si fondono già nel titolo. Le strutture sono formate da tubi – che rappresentano il mondo della classe lavoratrice. Su di essi crescono alberi, foglie e fiori – simboli della foresta e della magia. E per finire, la stoffa che ricade sull’ensemble, si riporta al mondo mortale di Atene. Anche i costumi aiutano a riconoscere i diversi stati: i lavoratori sono vestiti da meccanici, gli ateniesi nobili in bianco e grigio, mentre il mondo delle fate è adornato da tessuti colorati.

Una rappresentazione ricca di sentimenti – amore, rabbia, paura – eppure, allo stesso tempo, piacevole, lieve, ed estremamente comica – grazie a una prova attoriale vivace, frizzante, in una parola: ottima.

Lo spettacolo è andato in scena:
Teatro Franco Parenti
via Pier Lombardo, 14 – Milano
fino a venerdì 17 giugno, ore 21.15

A Midsummer Night’s Dream
di William Shakespeare
con Michael R.Pauley (regista/Lisandro), Laura Montes (Ermia), Tristan Colton (Demetrio), Laura Frye (Elena), Nina Ashe (Ippolita/First Fairy), Steven Watts (Oberon/ Filostrato), Celeste Moratti (Titania), Joseph Disher (Bottom), Lamar Lewis (Puck/Teseo), Nannette Deasy (Peter Quince/ Peaseblossom), Kevin Gilligan (Fancis Flute/Moth), Andrew Kimler (Snout/ Mustardseed) e Loren Dunn (Snug/Egeo/Cobweb)
regia Michael R. Pauley
assistente alla direzione Stephanie Lynge
production panagement Celeste Moratti
assistente alla produzione Derick Lugo
coreografia combattimenti Michael R. Pauley
scenografia Michael R. Pauley
coreografie Nina Ashe
direzione musicale Steve Watts