Una nuova, esotica Affabulazione

Il teatro PlaYgramul di Roma porta sul ring Affabulazione della Compagnia Ygramul, liberamente tratto dall’opera di Pier Paolo Pasolini.

Lo spettacolo parte dal testo di Pasolini per narrare l’esperienza della Compagnia Ygramul sull’isola di Bali, che ha visto gli attori impegnati in un progetto teatrale di lotta alla pedofilia e al turismo sessuale.
Affabulazione di Pier Paolo Pasolini è un testo stratificato, un acuto angolo di osservazione antropologica e psicologica; la vicenda drammatica ruota intorno alla catarticità del momento onirico, rivelatore di verità: questo elemento del sogno ricorrerà in molteplici testi teatrali di Pasolini. Nella trama incontriamo un industriale milanese addormentato in giardino; l’uomo si risveglia di soprassalto frastornato per un incubo terribile che sembra riportarlo all’infanzia. Da questo momento inizia a vivere una grave crisi esistenziale. È spinto a indagare la vita, l’intimità del figlio adolescente in cui improvvisamente scopre fattezze enigmatiche che gli procurano ansie, domande, attrattive, voglie di verifica. Vorrebbe scoprire il mistero del figlio e rinnovarsi in lui, sostituirlo. Ma il figlio gli è estraneo, gli si sottrae, lo evita, non lo comprende; non è un figlio ribelle, ma si oppone al padre con affettuoso e annoiato disinteresse. Il padre ha la necessità disperata di riconoscersi nel figlio fino a negare la differenza anagrafica e vuole coinvolgerlo in un adolescenziale confronto dei sessi. Vorrebbe farsi sorprendere mentre si congiunge con la moglie ma questa rifiuta; allora si esibisce di fronte al figlio in una masturbazione, implora il figlio di mostrargli il sesso, ma questi si ribella, lo ferisce con un coltello e fugge di casa. Il padre cerca aiuto da una negromante che gli rivela dove il fuggitivo si nasconde; raggiunge questo rifugio e spia il figlio e la sua ragazza durante un amplesso. I ruoli sono ormai invertiti, perché l’adulto ridiventato bambino spia i giovani diventati ai suoi occhi genitori adulti. Si scatena una furente reazione del figlio che si ribella, ma viene ucciso dal padre.
Gli attori della Compagnia Ygramul, costruiscono la performance con le conoscenze apprese durante la permanenza a Bali, e la mistica cultura indonesiana investe l’intera messa in scena nelle danze, nell’utilizzo di maschere tradizionali, nella ritmicità cerimoniale dell’azione scenica. Anche nella ritualità dell’opera e nelle musiche dal vivo echeggiano i cori delle cerimonie balinesi. La scena è suddivisa sui quattro lati di un quadrato a evocare una casa, un tempio, una scena teatrale, un ring per la lotta dei galli. Disposti lungo i lati trovano posto i protagonisti della tragedia: i figli, le madri, i padri e i saggi. Anche il pubblico viene suddiviso in queste quattro categorie e posizionato lungo uno di questi quattro vertici. Ognuno secondo la propria prospettiva.
Lo spettacolo è un felice esperimento di reinterpretazione testuale dove tutto è curato e incastrato amabilmente garantendo coerenza e fluidità all’azione scenica. Il training corporeo degli attori porta i frutti di una rappresentazione in costante movimento e mutazione dove i sentimenti, di disagio o di comprensione, di immedesimazione o di disgusto danzano e insieme lottano per una cosciente purificazione. La denuncia, viva e cruda, contro l’abuso sui minori e le pratiche di turismo sessuale a danno dei più piccoli, completano il quadro di un evento teatrale notevole per estetica, costruzione e impegno civile.

Lo spettacolo è andato in scena:
Teatro PlaYgramul
via N.M. Nicolai, 14 – Roma
venerdì 9 novembre, ore 20.30

Affabulazione
liberamente tratto dall’opera di Pier Paolo Pasolini
di Vania Castelfranchi
con Vania Castelfranchi, Valentina Conti, Alessandro Feroleto, Cinzia Antifona, Federico Moschetti