Un diluvio di applausi

Gianluca Guidi torna a indossare la tonaca di Don Silvestro in Aggiungi un posto a tavola regalando al Teatro Brancaccio, per i suoi 80 anni, uno spettacolo che non conosce crisi, né tanto meno età. La voce di lassù è di Enzo Garinei. In scena fino al 26 novembre con un cast composto da ventidue artisti, cantanti e ballerini.

Emozionante. Questo è l’unico aggettivo che viene in mente dopo la prima di Aggiungi un posto a tavola, andata in scena al Teatro Brancaccio, lo scorso 17 ottobre, alla presenza della stampa, di tanti ospiti vip, ma soprattutto di colei dal quale tutto è nato, ovvero Jaja Fiastri. Fu proprio la grandissima commediografa, all’inizio degli anni ’70, a proporre a Pietro Garinei e Sandro Giovannini questa storia ispirata a After me the deluge (Dopo di me il diluvio) di David Forrest, libro che la donna trovò in una bancarella della stazione Termini, sulla cui copertina c’era raffigurato “un giovane prete con i capelli biondi e lunghi, con una faccia simpatica”.

Quel Don Silvestro conosciuto in diverse parti del mondo (Inghilterra, Austria, Cecoslovacchia, Portogallo, Spagna, Russia, Ungheria, Messico, Argentina, Cile, Brasile, Venezuela, Finlandia), il cui rappresentante per antonomasia resta Johnny Dorelli, ha qui in Italia trovato un degno erede nel talento di suo figlio Gianluca Guidi. È proprio costui oggi a indossare l’abito talare del carismatico protagonista, come già era accaduto nell’edizione 2009/2010, e a dirigere tutta “l’arca”, mantenendo la regia di Garinei e Giovannini, con il supporto di un cast che vede conferme e nuove leve del teatro.

Dall’alto del loggione e dei suoi 91 anni, Enzo Garinei è la voce di Dio. Impeccabile nella lettura; ascoltare il veterano artista, che in passato ha ricoperto anche il ruolo del Sindaco, è un privilegio, un vero punto di forza che segna effettivamente un raccordo con chi quella commedia l’ha creata, essendo il fratello di uno dei “padri” di Aggiungi un posto a tavola e un esempio per chi solo ora con un po’ di paura, ma con grinta, canta e recita sulle note di quelle leggendarie musiche che portano la firma del maestro Armando Trovajoli.
Tra i volti nuovi emerge soprattutto quello della giovanissima Beatrice Arnera, classe 1995, nelle candite vesti di Clementina, la figlia del Sindaco Crispino, uno strepitoso Marco Simeoli – che nella quinta edizione aveva già recitato a fianco di Gianluca Guidi come Toto -, la quale pur di star accanto a Don Silvestro inventata strampalate storie per farsi confessare dal caro sacerdote. Peccato che sia peccato, i due cantano insieme e se, chiudendo gli occhi la voce di Guidi si confonde con quella del padre, l’Arnera per l’emozione fa sentire qualche imprecisione, ma si rifà subito dopo quando incontra l’altro personaggio cardine della commedia: Consolazione.

Tante donne di spessore nel panorama teatrale-televisivo hanno ricoperto questo ambito ruolo, da Bice Valori ad Alida Chelli, da Marisa Laurito a Chiara Noschese, fino a Simona Patitucci, nell’ultima edizione, la sesta, diretta da Fabrizio Angelini, ma ognuna di queste grandi interpreti ha dato una propria autorevolezza al personaggio, senza bisogno di paragoni. Anche ora che è Emy Bergamo a portare alla ribalta questa donna dai facili costumi con una carica di ironia straordinaria, vale lo stesso. L’attrice, che ha interpretato anche i ruoli di Rosetta in Rugantino e Adelina in Se il tempo fosse un gambero, ha il primato di aver interpretato tre protagoniste femminili del repertorio di Garinei e Giovannini, cosa mai accaduta finora.
Interessante anche la caratterizzazione che Piero Di Blasio ha fatto di Toto, vivacissima l’interpretazione che l’attore ha dato a questo contadino goffo e privo di virilità che, solo dopo aver conosciuto Consolazione «di nome e di fatto», ha iniziato a capire il senso della vita. Ortensia, moglie di Crispino, è invece interpretata da Francesca Nunzi, un altro ruolo azzeccato e assegnato a una brava attrice dall’intenso curriculum.
A parte qualche piccolissima libertà introdotta nel testo per dare un tocco di modernità alla storia, Aggiungi un posto a tavola è uno spettacolo che si rifà fedelmente a quello che andò in scena la prima volta l’8 dicembre del 1974 al Sistina, e che da quarantatre anni riempie di sana allegria i teatri di quasi tutto il mondo.

Tutto ciò perché le fondamenta dello spettacolo sono state ben collaudate dai i più grandi professionisti che il teatro italiano abbia mai avuto e dai quali tuttora si ispira, considerando che il mitico coreografo di allora (Gino Landi) è lo stesso che oggi, assistito da Cristina Arrò, ha messo insieme l’eccellente gruppo di ensemble che colora il palcoscenico anche grazie ai costumi di Francesca Grossi, che a sua volta ha adattato i disegni originali di Coltellacci. Il grande Giulio Coltellacci, del quale lo scenografo Gabriele Moreschi ha, invece, “adattato il progetto originale della celebre e ingegnosa scenografia, con il doppio girevole e la grande arca”, che Dio (per telefono) ha chiesto di costruire a Don Silvestro in vista di un secondo diluvio universale.

Le musiche, altro punto di forza dello spettacolo, sono rigorosamente dal vivo e dirette da Maurizio Abeni, già assistente di Armando Trovajoli. Insieme al disegno luci di Umile Vainieri, a quello fonico di Emanuele Carlucci, e alla realizzazione dei contributi video di Claudio Cianfoni, di questa meravigliosa commedia musicale, che resterà in scena al Brancaccio grazie alla Viola Produzioni di Alessandro Longobardi fino al 26 novembre, si può solo dire «Evviva, evviva, evviva, evviva, evviva» il teatro italiano e i suoi professionisti.

Lo spettacolo continua:
Teatro Brancaccio
via Merulana, 244 – Roma
fino a domenica 26 novembre
orari: da martedì a venerdì ore 21.00, sabato ore 17.00 e 21.00, domenica ore 17.00
(durata 2 h e 30 minuti circa intervallo escluso)

Alessandro Longobardi per Viola Produzioni presenta
Aggiungi un posto a tavola
di Pietro Garinei, Sandro Giovannini, Jaja Fiastri
liberamente ispirata a After me the deluge di David Forrest
regia originale Pietro Garinei, Sandro Giovannini
ripresa teatrale Gianluca Guidi
con Gianluca Guidi, Emy Bergamo, Marco Simeoli, Piero Di Blasio, Francesca Nunzi
la voce di lassù Enzo Garinei
musiche Armando Trovajoli
scenografie – progetto originale Giulio Coltellacci
adattamento scenografico Gabriele Moreschi
costumi – disegni originali Giulio Coltellacci
adattamento Francesca Grossi
disegno luci Umile Vainieri
disegno fonico Emanuele Carlucci
coreografie Gino Landi
direzione musicale Maurizio Abeni