LOCANDINA LEGGERA
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Fondazione Toscana Spettacolo
Associazione Teatrale Pistoiese

TEATRI DI CONFINE / Pistoia

27 marzo > 16 maggio 2014
II EDIZIONE

Una primavera di eventi all’insegna del contemporaneo

Nuovo appuntamento con la rassegna Teatri di Confine, vera e propria vetrina delle migliori produzioni della scena contemporanea, che Fondazione Toscana Spettacolo e Associazione Teatrale Pistoiese, con il sostegno della Regione Toscana e della Cassa di Risparmio di Pistoia e della Lucchesia, tornano a proporre a Pistoia dopo il successo dell’edizione 2013, nell’intento di intercettare nuovi pubblici e incuriosire gli habitué.
Un cartellone particolarmente ricco, che raddoppia la proposta artistica dello scorso anno, con ben otto titoli in programma tra marzo e maggio in quattro spazi della città (Teatro Manzoni, Piccolo Teatro Mauro Bolognini, Villa di Scornio e Centro Culturale il Funaro) affidati a innovativi protagonisti della danza e del teatro, la cui produzione dimostra la straordinaria vitalità artistica della scena contemporanea.

Ad inaugurare la rassegna giovedì 27 marzo (ore 21)al Teatro Manzoni una presenza prestigiosa, la compagnia di Virgilio Sieni, attuale direttore artistico della Biennale Danza e protagonista assoluto della danza internazionale, con SONATE BACH di fronte al dolore degli altri (Premio Danza & Danza 2007): undici coreografie che deflagrano nel gesto del dolore e della pittura, e ci ricordano altrettanti avvenimenti tragici accaduti in conflitti storicamente vicinissimi a noi, Sarajevo, Kigali in Rwanda, Srebrenica, Tel Aviv, Jenin, Baghdad, Istanbul, Beslan, Gaza, Andijan, Kabul. Undici date emblematiche come undici sono i brani che compongono le tre sonate di Johann Sebastian Bach, eseguite dal vivo sullo sfondo delle immagini del video girato da Adriano Sofri nel 1994 I cani e i bambini di Sarajevo. Fotografie di corpi che si diluiscono attraversando la dinamica e la figura, cercando un approccio irrisolvibile all’orrore. La danza qui afferma lo sforzo di evocare da queste macerie di esistenza una bellezza impossibile e paradossale, da cesellare con lo strumento etico e politico per eccellenza: il gesto. L’attenzione torna quindi alla questione del corpo, al suo significato, alla sua complessità e attualità.

Giovedì 3 aprile (ore 21) il Piccolo Teatro Mauro Bolognini ospita la giovane compagnia pugliese Fibre Parallele con LO SPLENDORE DEI SUPPLIZI: quattro storie che costituiscono il quadro unitario di un presente schizofrenico. Quattro castighi esemplari su quattro figure-tipo del nostro presente (La coppia/Il Giocatore/La badante/Il vegano). Così come in un tempo non troppo lontano lo spettacolo della punizione andava letteralmente in scena nelle piazze delle città d’Europa, ancora oggi siamo il pubblico del supplizio, il voyeur del nostro vicino di casa che ha il suo boia con lui, sotto lo stesso tetto.
Sempre al Piccolo Teatro Bolognini doppio appuntamento, venerdì 11 aprile, con il progetto di rivisitazione di luoghi shakespeariani attraverso le ‘voci’ dei personaggi minori proposto da Accademia degli Artefatti di Fabrizio Arcuri.

I BANQUO (ore 18.30), dedicato alla figura del generale dell’esercito scozzese di Re Duncan che Macbeth fa uccidere in quanto suo avversario nella corsa al trono: testimone inutile, prima perché ucciso e messo a tacere e ora nella sua forma di fantasma, prova a ricomporre i segni della violenza di cui è stato vittima, insieme al suo Re e all’intero Paese.

In IO FIORDIPISELLO (ore 21) il punto di partenza sono i sogni dell’ultimo dei folletti (protagonista del Sogno di una notte di mezza estate a cui Shakespeare aveva affidato una sola battuta), per raccontare poi la storia di un altro sogno, del tormento e del divertimento di una condizione fantastica, ma altrettanto reale, di chi forse avrebbe qualcosa da dire, se solo qualcuno gli dicesse qualcosa. Il pubblico, invitato inconsapevolmente in un sogno, diventa ora protagonista della sua rappresentazione. Una parodia dove non esiste un copione né attori prestabiliti.

Claudio Morganti, figura tra le più autorevoli della scena teatrale, firma i due successivi appuntamenti nella affascinante cornice di Villa di Scornio, che l’anno scorso aveva già ospitato uno spettacolo della rassegna (Maros-Gelo). Morganti stesso sarà in scena martedì 22 aprile (ore 21 nella Sala Mabellini) con LECTURA DANTIS, lettura sonorizzata dei canti III, V, XIII e XXIII dell’inferno dantesco, un inferno pop, con intendimenti e guizzi rock, cosparsa di suoni a tratti molto glam, ma niente affatto cool.

Sua, invece, la regia dello spettacolo, interpretato da Francesco Pennacchia e Gianluca Stetur, La vita ha un dente d’oro (mercoledì 23 aprile, ore 18,30 e ore 21, nella Sala delle Carrozze)su drammaturgia di Rita Frongia: antica espressione bulgara per alludere al fatto che in tutto ciò che è vero c’è sempre un artifizio, una menzogna, un’alterazione d’organi. Uno spettacolo di archeologia teatrale,alle origini del gioco, laddove nasce la tradizione ormai perduta, che riflette sulla natura e sul ruolo degli attori, visti come esemplari in via d’estinzione. “Venite a vedere di cosa sono capaci! Di quale profonda e inarrivabile stupidità sanno farsi carico!… Chiunque volesse aiutare loro e i rari esemplari ancora esistenti, può lasciare una donazione al Comitato per la difesa e la salvaguardia dell’attore”.

Giovedì 8 e venerdì 9 maggio (ore 21, al Piccolo Teatro Mauro Bolognini) una novità assoluta, la nuova produzione dell’Associazione Teatrale Pistoiese in collaborazione con Valzer srl, Maledetto nei secoli dei secoli l’amore. Trattodal racconto di Carlo D’Amicis (autore di numerosi romanzi, redattore e conduttore del programma Fahrenheit di Radio 3 Rai), lo spettacolo è firmato che Renata Palminiello firma per l’interpretazione di un’attrice sensibile come Valentina Sperlì. Ci si può assumere la responsabilità della morte di un uomo, dopo aver rifiutato quella della sua esistenza? È quanto accade a Lady Mora, la spregiudicata chiromante protagonista del racconto, quando, unica parente rimasta in vita, è chiamata a decidere il destino di un cugino entrato in coma. Sia stato il caso, la vita o l’amore ad averla portata di fronte al cugino, ormai non può andare via: questa è una condizione dove, per quanto si dubiti sempre di saperlo fare, si resta, si sta. L’improvvisa vicinanza con la morte la precipita non solo nello stato emotivo di impotenza e disorientamento, ma anche in un luogo speciale, “fuori dal tempo”, dove, nel continuo flusso di parole, con rabbia e riso, con sarcasmo e rimprovero, con dolore, la vita di lui e quella di lei si sovrappongono, cadono l’una nell’altra.

Chiude la rassegna (venerdì 16 maggio, ore 21) al Centro Culturale il Funaro, il nuovo lavoro del coreografo Roberto Castello, Studio Uno, sorta di girone dantesco, i cui dannati sono condannati a un ininterrotto e stolto agitarsi, una piccola comunità di uomini e donne in moto perpetuo che corre, marcia, si dispera, si perde, si disperde, si ritrova, amoreggia, balla, cerca riposo, lotta. Una cruda metafora dell’insensato dibattersi e lottare quotidiano, squarciata da improvvise esplosioni di comicità e assurdo, una travolgente narrazione astratta incastonata in una severa scenografia luminosa in costante mutamento…