Alla ricerca delle note perdute degli Etruschi

Il secondo appuntamento del Treno Letterario sulla linea Cecina-Volterra, nel cuore dell’Etruria settentrionale, raddoppia successo e viaggiatori culturali – saliti a quota 80.

A conferma della validità dell’iniziativa promossa da Toscana Libri, con il sostegno dei Comuni di Cecina e Volterra e il patrocinio di  Regione Toscana, la prossima tappa del 10 aprile è già sold out da tempo, con quasi 100 adesioni. Un’iniziativa volta a valorizzare i tratti delle ferrovie minori, che ha preso avvio il 3 marzo scorso prevedendo sei appuntamenti a tema su Carlo Cassola, gli Etruschi e gli antichi Romani – autori e popoli che nell’area compresa tra la Costa Etrusca e Volterra hanno lasciato impronte significative del loro passaggio.

L’incontro sugli Etruschi, particolarmente affascinante per la misteriosa storia di questo popolo, del quale gli esperti ancora discutono l’esatta provenienza, si è incentrato sulla musica – che rendeva lieto ogni evento dell’epoca.

Per iniziare il viaggio letterario, ironia della sorte, il treno di ultima generazione – messo a disposizione dalle Ferrovie Italiane – in sostituzione la vecchia littorina poco capiente, si chiama Swing, un genere rilassante e ipnotico come lo erano le melodie etrusche.

Simona Rafanelli, esperta etruscologa, direttrice del Museo di Vetulonia, e Stefano Cocco Cantini, famoso sassofonista jazz e insegnante al Conservatorio Mascagni di Livorno, hanno intrattenuto i viaggiatori culturali durante la lunga e interessante mattinata musicale.

«La curiosità verso la musica etrusca», ha raccontato Rafanelli: «è una tematica piuttosto recente e parte della sua fortuna è dovuta all’eccezionale ritrovamento di strumenti musicali nel relitto rinvenuto all’isola del Giglio. Un’imbarcazione etrusca del VI° sec A.C., affondata nella baia del Campese e scoperta all’inizio degli anni 80».

Cocco Cantini, nome di battaglia da musicista, tra una battuta e l’altra da vivace toscano, riferisce dell’appassionante progetto, iniziato quattro anni fa, volto a riscoprire le note e le melodie dell’antico popolo villanoviano. Uno studio partito dall’accurata ricostruzione degli strumenti a fiato, in legno e in avorio, ritrovati in mare incredibilmente ben conservati.

All’arrivo a Volterra, il gruppo di turisti letterari è stato accolto nella Sala del Consiglio Comunale di Palazzo dei Priori, dove il sindaco Marco Buselli – anch’egli viaggiatore culturale – ha ragguagliato il gruppo sulle bellezze di Volterra e sugli affreschi che ornano il palazzo duecentesco .

A seguire, un video sui risultati ottenuti finora dagli studi sulla musica perduta degli Etruschi: «Questo popolo amava molto la musica e la utilizzava in tutti gli ambiti della vita pubblica e privata», spiega nel video Simona Rafanelli. Nelle rappresentazioni pittoriche delle tombe sono sempre raffigurati musici e strumenti, soprattutto il doppio flauto e quelli a corda. La musica era presente altresì nei banchetti e nei numerosi convivi propri della vita ai tempi degli etruschi.

Il tour letterario si dirige infine verso il Museo Guarnacci, scrigno di tesori etruschi tra i quali la famosa Ombra della sera e il Coperchio degli sposi, che l’etruscologa Rafanelli introduce con ricchezza di dettagli, catturando facilmente l’attenzione dei presenti.

Cocco Cantini spiega, quindi, con minuzia il lavoro fatto per arrivare alle copie finite dei flauti, sottolineando quanta precisione sia stata necessaria per ottenerli identici agli originali: «Pensavo a strumenti semplici. Al contrario, sono eccezionali. Gli Etruschi avevano flauti singoli e doppi, simili ai Greci ma usavano un’ancia (la sottile linguetta mobile. la cui vibrazione fa suonare gli strumenti a fiato) diversa, molto più sofisticata. Mentre gli strumenti erano perfettamente cilindrici, invece che conici. Il legno di bosso stagionato, adatto alle copie, dopo molte ricerche, è stato trovato in Ucraina. È chiaro che non era possibile usare legno giovane. Analizzare gli strumenti musicali dei miei colleghi, vissuti 2600 anni fa, è stato davvero emozionante e la scoperta delle note che emettevano una sensazione inimmaginabile. Le scale musicali etrusche sono molto più avanti di quelle attuali, con un’accordatura a 432 Htz uguale alla nostra, ma senza i nostri strumenti raffinati per misurarla. Come avranno fatto loro a scoprire quella frequenza? Ascoltare quel suono è stato fantastico: usavano  due flauti insieme, uno che emetteva un’unica nota come base e l’altro che componeva la melodia. Un modo geniale di fare musica. Le sequenze che si possono produrre sono ipnotiche come quelle di Miles Davis. Questi strumenti sembrano semplici ma sono complessi e raffinati».

I brani, seppur brevi, che il Maestro Cantini ha fatto ascoltare ai presenti hanno suscitato curiosità ed emozione: un viaggio a ritroso nell’atmosfera di oltre ventisei secoli.

L’evento ha avuto luogo:
domenica 3 aprile
Alla scoperta degli Etruschi
in viaggio con Stefano cocco Cantini e Simona Rafanelli

Prossimi appuntamenti:

Domenica 10 aprile 2016
Volterra e Cecina al tempo dei Romani – In viaggio con Elena Sorge e Marco Vichi

Domenica 24 aprile 2016
Alla scoperta degli Etruschi – In viaggio con Marco Buticchi e Stefano Genovesi

Domenica 8 maggio 2016
Cecina e Volterra al tempo dei Romani – In viaggio con Fulvia Donati e Stefano Genovesi

Domenica 29 maggio 2016
I luoghi di Carlo Cassola – In viaggio con Daniele Luti