Una giovane fuga dalla classicità

Al Teatro Leonardo, in chiusura di stagione, una versione tragicomica di Amleto da William Shakespeare.

È un Amleto stravagante quello messo in scena dalla compagnia teatrale Quelli di Grock. A partire dagli interpreti: i sei attori sono tutti giovanissimi, neodiplomati quest’anno presso la Scuola di Teatro e sicuramente di talento. La scelta più curiosa è, però, quella di non affidare una parte a ciascuno, ma di far interpretare lo stesso personaggio da più attori. Amleto, per esempio, ha due volti: quelli di Francesco Alberici e di Andrea Lietti, i quali si alternano sulla scena e talvolta vi rimangono insieme, destabilizzando lo spettatore classico. L’identificazione dei personaggi è affidata ai costumi, che gli attori si porgono – addirittura, talvolta, si lanciano l’un l’altro – in scena, in qualche occasione suggellando lo scambio con un passo di danza. Gli oggetti sono volutamente poco curati: le corone dei regnanti sono fatte di scotch e cartone, l’immancabile teschio è di gomma. La scenografia è minimale: una rete appesa al soffitto che dà alla pièce un’ambientazione quasi marinaresca, un carrello sul quale gli attori si arrampicano e una bandiera danese. Sul fondo del palco risalta solo la dicitura “Amleto e Ofelia”, che ricorda tanto le scritte sui banchi di scuola o le incisioni sui tronchi degli alberi dei bambini delle elementari, che in quelle parole riversano tutti i loro sogni, i loro desideri e l’esaltazione di un sentimento e di un’emozione inediti. Ma sugli alberi, sui tavoli o sui muri si possono trovare anche le incisioni dei pazzi, di chi è sopraffatto dall’odio o dal dolore e ha perso il senno (pensiamo, per esempio, alla follia dell’Orlando furioso di Ariosto). Ecco, quindi, presenti anche a livello simbolico gli elementi cardine della tragedia di Shakespeare: amore e pazzia, oltre alla volontà di giustizia come risposta alla sopraffazione.

L’inizio dello spettacolo è sancito nel buio completo, con le voci degli attori provenienti da vari punti della sala. Il successivo utilizzo delle luci sarà accorto e mai invasivo – con la scelta del blu per ricreare l’atmosfera notturna, un’illuminazione chiara per il giorno e spot mirati sul personaggio quando questi è solo in scena o durante i celebri monologhi. Monologhi che, però, non raggiungono l’efficacia che il testo richiederebbe e non riescono ad affascinare gli spettatori, mancando – forse volutamente – di potenza e profondità. È probabile infatti che una certa magia, propria dell’Amleto, sia sacrificata in favore della comicità che, se da una parte regala qualche sorriso allo spettatore, dall’altra disperde l’alone tragico e riflessivo dell’opera originaria: Polonio è ridotto quasi a una macchietta comica, i regnanti si ritrovano spesso a camminare sulle ginocchia, Amleto presenta lo spettacolo dei teatranti con un’enfasi da cronista sportivo, arrivando a definire la vicenda come una «fucking story». Il problema è che la tragedia originale è tutto meno che una fucking story, ma una profonda riflessione che tocca temi quali la sete di potere e la vendetta. Certamente attualizzare un testo già rappresentato in ogni modo possibile e trovare nuovi spunti di lettura – come in questa edizione dell’Amleto – è un esperimento interessante in sé e assicura la longevità dell’originale – ma deve essere ben motivato, altrimenti si rischia di discostarsi dalle aspettative del pubblico medio senza una ragione fondata e, di conseguenza, deludere.

Significativa è la scelta registica – perfettamente in stile Quelli di Grock – di puntare su interpreti costantemente in movimento: i personaggi saltano sui muri, danzano sul carrello, si gettano a terra, placcano, entrano in tackle scivolato in stile calcistico. Ma, soprattutto, corrono in continuazione. Perché quest’inedita edizione dell’Amleto è un’autentica corsa: verso il proprio futuro per i giovani attori; una fuga dalla classicità per lo spettacolo.

Sfuggevole.

Lo spettacolo continua:
Teatro Leonardo da Vinci
via Ampère, 1 – Milano
fino a domenica 19 giugno
orari: tutti i giorni ore 20.45, escluso il giovedì ore 19.45 e la domenica ore 16.00 (lunedì riposo)

Quelli di Grock presenta:
Amleto
liberamente tratto dall’omonima tragedia di William Shakespeare
regia Susanna Baccari e Claudio Orlandini
con Francesco Alberici, Francesca Dipilato, Andrea Lietti, Sabrina Martorio, Sarah Paletti e Isabella Perego
scene e costumi Maria Chiara Vitali
assistente Alice Di Nuzzo
consulenza Anna Bertolotti
sartotecnica Krishna Oldrini
disegno luci Monica Gorla
scelte musicali Gipo Gurrado
si ringraziano Gianfelice Facchetti e Andrea Ruberti