Il potere anarchico dei sentimenti di fronte alla ragion di stato

Opera che possiede una forza morale e politica rara e di una grande intensità, Anna Bolena di Gaetano Donizetti ritorna alla Scala dopo 35 anni e chiude un ottimo weekend dedicato al belcanto

Anna Bolena rappresenta uno dei più grandi capolavori del compositore bergamasco ed uno dei suoi successi più clamorosi. Andata in scena per la prima volta al Teatro Carcano di Milano il 26 dicembre 1830, essa toccherà un livello di successo tale che la Scala deciderà di accoglierla poco più di un anno dopo, sempre con l’immensa Giuditta Pasta nel ruolo della sfortunata regina. Anna Bolena segna la fine dell’opera rossiniana per lasciare il passo al melodramma romantico con finale tragico. Accolta entusiasticamente anche dal Mazzini nel suo Filosofia della musica, per la sua forza di persuasione emotiva più che della ragione, l’opera diventerà una dei lavori più rappresentati di Donizetti.

Alla Scala abbiamo ritrovato la visionaria regia di Marie-Louise Bischofberger per il Grand Théâtre di Bordeaux del 2014 che si è unita alla direzione di Ion Marin. Le scenografie di ferro e di fuoco conquistano per il loro fascino tetro, ma dichiarano anche un’inattesa morbidezza della forma mentre la direzione di Marin sembra racchiusa in un solo elegante gesto che tiene in pugno tutta la composizione.

Sonia Ganassi ha interpretato una Giovanna di Seymour pungente e colorata, particolarmente emozionante nel vibrato sostituendo, nel cuore di Enrico e sul trono la povera protagonista dell’opera. Anna Bolena, centro nevralgico dell’opera, si è vista scolpire con grande personalità da una giovane e bellissima Federica Lombardi, tenace e regale e che ha dimostrato una convincente presenza scenica.

Carlo Colombara, colpito da una lieve indisposizione, mantiene coraggiosamente il ruolo di Enrico VIII anche per quest’ultima rappresentazione, mentre siamo stati conquistati dall’ottima prova di Piero Preti, un Lord Percy magnifico, intenso, mosso dai sentimenti a tal punto da accantonare la ragione, aprendo e sostenendo il terzetto del secondo atto con una rara intensità che sprofonda nei sentimenti più terribili.

Il finale in un crescendo di pathos, fino alla condanna/sacrificio terminale, è, probabilmente, il momento più alto e meglio riuscito della serata con un Ion Marin che accantona il suo consueto gesto leggero per imprimere all’esecuzione un tratto, giustamente, patetico e vibrante. Il pubblico accoglie positivamente questa prova e noi non possiamo che essere pienamente d’accordo.

Spettacolo visto domenica 23 aprile 2017

Lo spettacolo è andato in scena:
Teatro alla Scala
Via Filodrammatici, 2 – Milano
orari: venerdì 31 marzo 2017, martedì 4, sabato 8, martedì 11, venerdì 14, giovedì 20 e domenica 23 aprile ore 20

Il Teatro alla Scala e il Grand Théâtre de Bordeaux ha presentato
Anna Bolena
tragedia lirica in due atti, 1830
libretto di Felice Romani
musica di Gaetano Donizetti
direttore Ion Marin
regia Marie-Louise Bischofberger
scene Erich Wonder
costumi Kaspar Glarner
luci Bertrand Couderc
con
Enrico VIII Carlo Colombara
Anna Bolena Hibla Gerzmava (31 marzo, 4, 11, 14 aprile), Federica Lombardi (8, 20, 23 aprile)
Giovanna Seymour Sonia Ganassi
Lord Rochefort Mattia Denti
Lord Riccardo Percy Piero Pretti
Smeton Martina Belli
Signor Hervey Giovanni Sala
Coro e Orchestra del Teatro alla Scala
Maestro del Coro Bruno Casoni

produzione del Grand Théâtre de Bordeaux
durata 3 ore e 10 con intervallo

www.teatroallascala.org