Troppo Aristofane

Al Teatro Oscar, uno spettacolo multimediale incentrato sul commediografo greco antico.

Riunire sei commedie di Aristofane in una, farle recitare da tre attori e accostare alle parole luci, musiche elettroniche e immagini è una mossa molto coraggiosa che può risolversi in un capolavoro di originalità o in un pasticcio colossale.

La definizione di “opera musical-teatral-multimediale” è assai adatta. Aristofane in blue, infatti, oltre alla recitazione punta fortemente sulla musica techno-electrodance del compositore Maurizio Pisati – che trasforma dei semplici tocchi della mano sulla chitarra in suoni elettronici – e sulle immagini proiettate sul maxischermo montato sul palco, talvolta coperte dalla ombre degli attori. Ma, soprattutto, lo spettacolo è caratterizzato dal colore blu delle luci che domina la scena e che si alterna a momenti di buio intenso – nero pece – durante i quali la musica di Pisati accompagna le immagini di violini e clarinetti, con un curioso accostamento tra classicità e modernità. Attraverso il buio, le immagini e le note risponde simbolicamente Aristofane, invocato dagli attori. Ogni personaggio in scena, infatti, rappresenta due opere del commediografo greco – da Pluto a La Pace, da Uccelli a Lisistrata – delle quali si recuperano protagonisti, temi e situazioni, per quanto in maniera assai sommaria. Gli attori, immersi in un blu straniante, sembrano voler invocare e interrogare il drammaturgo.

La scenografia tende a ricostruire l’ambiente contemporaneo ad Aristofane, aggiungendovi elementi moderni: alla statua che domina il palco, alla colonna greca con capitello e al disegno di un’anfora in proscenio si aggiunge, infatti, un missile – chiaro simbolo di guerra, tema fortemente presente nelle commedie pacifiste dell’autore. In questi spazi si muove su una carrozzina “alata” Riccardo Magherini che mostra, nei momenti in cui si alza, un abbigliamento quantomeno curioso: piedi nudi, un vestito rosso arricchito da una serie di nacchere legate a braccia e gambe e, talvolta, occhiali da sole: i momenti in cui balla – baccante o menade? – rischiano, per via del costume, di diventare ridicoli.

Nell’oscura logica con la quale si susseguono gli interventi riescono a emergere, comunque, molti tra i temi forti del commediografo greco, tutt’ora estremamente attuali e problematici. La dicotomia tra ricchezza e povertà (Pluto); lo scempio della guerra (La Pace, Lisistrata); il desiderio di una vita semplice e naturale, un diverso modello di esistenza e un nuovo inizio (Uccelli). Significativo infine che lo spettacolo si concluda col canto del vocalist Bernardo Lanzetti – voce ben nota del rock progressivo anni 70 col gruppo Acqua Fragile e con P.F.M. – che evoca immagini simboliche di voli tra le nuvole e di libertà.

Vedendo lo spettacolo, la sensazione è quella di una moltiplicazione di argomenti e citazioni che fanno di Aristofane in blue uno spettacolo sicuramente originale, ma poco rigoroso e dal senso oscuro. Spesso, infatti, ci si domanda cosa rappresentino gli attori, chi siano e a chi si rivolgano ma, soprattutto, quale sia il messaggio che intendono comunicarci. La multimedialità e le sperimentazioni salvano lo spettacolo, ma non bastano a farne un capolavoro. Peccato.

Lo spettacolo continua:
Teatro Oscar
via Lattanzio, 58 – Milano
fino a sabato 31 marzo
orari: da martedì a sabato, ore 21.00 – domenica, ore 17.00
 
Aristofane in Blue
Dieci domande a nuvole, poeti e uccelli
dall’opera di Aristofane
ideazione e drammaturgia Maurizio Pisati
regia Annig Raimondi
musica, performance e audiovideo Maurizio Pisati
con Riccardo Magherini (voce antica e del parlamento), Annig Raimondi (voce delle donne e della pace) e la partecipazione del vocalist Bernardo Lanzetti (leading voice e uccelli)
in video Alma Napoletano (violino), Andrea Montalbano (clarinetto)
riprese video uccelli Empedocle
spazio scenico e luci Fulvio Michelazzi
costruzioni plastiche Ernesto Tannini
produzione PACTA. Dei Teatri, Zone
in collaborazione con StarCopying, G.D. Packaging