Una serata di ordinaria follia

teatro-rifredi-firenzeAlessandro Benvenuti torna al Teatro di Rifredi di Firenze con l’intramontabile Benvenuti in Casa Gori. Quattro serate sold out e una replica straordinaria per uno spettacolo che non smette di entusiasmare.

È Natale e Alessandro Benvenuti, ancora una volta, ci invita in casa Gori per festeggiare insieme. Un pranzo in famiglia a base di crostini (pochi), tortellini in brodo (senza brodo), lesso (forse meglio di no), arrosto e prosecco finale.
Dieci persone attorno a un tavolo, dieci mondi l’uno di fronte all’altro, l’uno dentro l’altro eppure l’uno l’opposto dell’altro.
Quando il sipario si apre per la prima (e unica) volta è la sera della viglia di Natale del 1986 e in scena c’è solo Benvenuti, anzi no. A ben guardare ci sono una casalinga stanca e in ritardo, un uomo burbero intento a montare un puntale made in Cina sull’albero (con conseguente blackout), un anziano signore un po’ pedante preoccupato per il freddo e i malanni di stagione.
Buio. 25 dicembre, il giorno di Natale. In scena adesso ci sono una carrozzina con neonata e nove persone. Tutti ridono e scherzano. Le parole corrono veloci e leggere come un fiume in piena e il pubblico ride così forte per le battute che rischia di non riuscire a cogliere le successive.
Genero e suocero bisticciano, il nonno si lamenta in continuazione, la bambina a qualsiasi domanda le venga posta risponde solo otto, la cuoca ha sbagliato dosi e cotture, la fidanzatina del figlio ebete (e per giunta ultrà della Fiorentina) non mangia, al posto del filmino del matrimonio parte un filmino porno.
A un tratto, però, qualcosa nella mente di chi guarda fa clic. Tutto si fa chiaro e lo spettatore accorto capisce, coglie il vero significato della commedia. Lui non sta ridendo con la famiglia Gori, egli ride della famiglia Gori. Di colpo la commedia si trasforma in tragedia e le risate, pur continuando, si alternano alla commozione.
Il nonno non è solo un po’ svanito, è una persona cattiva e incontentabile; il padrone di casa non bisticcia solo perché è un uomo un po’ burbero, egli odia davvero il suocero ed è preoccupato per la moglie che, in realtà, ha preparato un pranzo discutibile perché, dopo aver trascorso tutta la notte ad accudire il padre, era troppo stanca anche solo per ricordarsi di aggiungere il brodo ai tortellini. Il figlio ebete è ebete per davvero e la sua fidanzata è incinta ma non lo ama; infine, il filmino porno è solo la prova che conferma a una moglie frustrata l’omosessualità del marito.
Un urlo straziante conclude lo spettacolo e lascia tutti con il fiato sospeso. Un urlo che squarcia il silenzio, bestiale e spaventoso. Un urlo che nessuno si sarebbe aspettato ma dopo il quale tutti si chiedono: perché solo ora? Come ha resistito fino ad adesso?
Alessandro Benvenuti è un interprete straordinario. L’attore toscano non recita la parte di dieci personaggi, egli si trasforma in dieci persone reali e ciò che rende la sua recitazione tanto bella è che riesce a tracciare dei caratteri tanto complessi quanto credibili usando quasi esclusivamente la voce e gli occhi. Nessun oggetto di scena, nessuna scenografia. Benvenuti ha solo se stesso, e tanto basta per disegnare nella mente dello spettatore anche il più piccolo dei dettagli. Ognuno sa perfettamente com’è vestito Gino, di che colore sia la tovaglia e cosa ci sia sopra ogni singolo crostino. Nella recitazione di Benvenuti non c’è finzione, solo teatro.
Benvenuti in Casa Gori è semplicemente un capolavoro e tutti, almeno una volta, dovrebbero viverlo.

Lo spettacolo è andato in scena:
Teatro di Rifredi
via Vittorio Emanuele II, 303 – Firenze
da giovedì 12 a lunedì 16 novembre

Benvenuti in casa Gori
di Ugo Chiti e Alessandro Benvenuti
regia Alessandro Benvenuti
con Alessandro Benvenuti
Arca Azzurra Teatro