Una Million Dollar Baby teatrale

In una piccola area del Nelson Mandela Forum di Firenze, lo spettacolo Bitch Boxer, del non-ancora-trentenne Eodardo Zucchetti, strappa consensi al pubblico.

Nella boxe, parafrasando una frase dello spettacolo, servono precisione, ritmo, velocità. Tutte doti che Bitch Boxer, del regista fiorentino Edoardo Zucchetti, possiede. Dopo aver assistito alla replica del 26 maggio, mi è venuta però alla mente anche un’altra creazione – agli antipodi per provenienza, tematica, autore, interprete: Sa vida mia perdia po nudda, tratta da Delitto e Castigo di Dostoevskij, di e con Leonardo Capuano. Le assonanze non sono del tutto arbitrarie: entrambi gli spettacoli si svolgono in una palestra, entrambi sono monologhi, prevedono sincronia tra gesti e parole, sfruttano intermezzi musicali – in un caso pop, nell’altro hard rock; entrambi si sviluppano tramite azioni fisiche estreme (la corsa e il salto alla corda, il pugilato e la lotta).
Tuttavia, bisogna ammettere che Sa vida mia perdia po nudda possiede un clima insieme smorzato, amplificato e chiaroscurale che Capuano riesce, con la fisicità e la voce, a evocare in maniera inarrivabile. Quella stessa atmosfera, tesa e vibrante, non esplode altrettanto pienamente in Bitch Boxer, in cui sembra prevalere un nervosismo che è sintomo, forse, più di lieve insicurezza, che di una ricerca emozionale a monte.
Non sono però mancati, durante lo spettacolo, i momenti di sospensione e di spontanea fusione con il personaggio femminile, la pugile Chloe Jackson, che nel 2012 ha gareggiato alle Olimpiadi – nell’anno in cui, per la prima volta nella storia, le donne hanno potuto competere nel campo della boxe.
Il testo originale è di Charlotte Josephine, e Edoardo Zucchetti lo ha scoperto al Fringe Festival, per poi decidere di metterlo in scena nel 2015 in Italia. La traduzione è stata curata anche da Carolina Pezzini, l’attrice italo-americana protagonista della performance. La vicenda è narrata con continui flashback, che confondono volutamente i piani temporali, alternando il presente al passato. Il momento culminante si ha proprio nel finale, quando Chloe Jackson vince la gara, in una soluzione registica davvero azzeccata – ovvero una scena quasi al buio, con una voce fuori campo che descrive l’incontro. L’immaginario qui si desta pienamente, mentre affiorano alla mente altri momenti di pellicole memorabili, quali alcuni frammenti di Toro Scatenato. L’interpretazione di Carolina Pezzini riesce a scavalcare il testo e a ignorare se stessa, per regalare al pubblico il senso e il gusto della battaglia, il rischio della sconfitta – e infine la vittoria.
Bitch Boxer è uno spettacolo coraggioso, e una vicenda che sicuramente smuove le coscienze con la splendida immagine di una ragazzina che, dopo l’abbandono della madre, prima distrugge la casa, ma poi riesce a trasformare la rabbia in arte.

Lo spettacolo prosegue
Nelson Mandela Forum – Arena Pugilistica “Amici Miei”

Piazza Enrico Berlinguer, Firenze
fino a domenica 22 maggio, h. 21:15

Bitch Boxer
di Charlotte Josephine
con Carolina Pezzini
regia Edoardo Zucchetti
boaxing coah Maestro Alessandro Boncinelli
acting coach Maurizio Lombardi