Un episodio incontenibile, traboccante di eventi irripetibili. Più il finale si avvicina, più è vero ciò che la voce fuori campo recita al commiato di ogni puntata: «Bizarra, nessuno può viverla al posto tuo».

Dopo l’incidente, Sebastian è paralizzato e medita il suicidio. Dubian, innamorato di lui, fa di tutto per dargli serenità. Velita, scoperta la clinica dove è ricoverato gli fa visita e gli confessa della gravidanza. Il giovane è tentato dall’idea di dedicarsi alla paternità e alla vita familiare, ma un’impostura tramatagli alle spalle da Alba lo fa ricredere. Definitivamente deluso dalle donne, decide di diventare omosessuale e di sposare Dubian.
Encina non è morta: dopo il fallimentare numero di magia di Franco è rimasta senza gambe, ma piena di vita. Ha vinto una competizione sportiva per handicappati e vuole investire il premio di cinquecento Lecop in un trapianto che la faccia tornare a camminare; ma i buoni vengono intercettati e sequestrati dalla perfida Wilma, che nel frattempo cura l’immagine della politica Yeni Venitez. Per la sua campagna elettorale realizza macabre iniziative, come distribuire al popolo pezzi del cadavere del marito, dopo averne venduto gli organi allo scopo di finanziare il progetto.

Nessuno, però, si accorto della misteriosa assenza della testa dai documenti dell’obitorio: è stata infatti confiscata dalla dottoressa Szpungberg che, certa di riconoscere in Gustavo Velez il massone eletto, ne tiene in vita la testa attraverso un esoterico marchingegno per interrogarla sulle occulte rivelazioni che la setta attende di conoscere da secoli. Peccato che Velez sembri non capire una parola dei suoi discorsi.

A Rio Encarnacion Auster recupera la memoria: ora è certa di essere una spia russa mandata in missione a Buenos Aires per sconfiggere il suo nemico numero uno, gli Stati Uniti.

Washington e Tramutola, incarcerati per crimini che non hanno commesso, sono compagni di cella: inebetiti dalle loro pene amorose, mentre ascoltano alla radio una canzone romantica, decifrano l’enigma criptato in un codice scritto sul muro. Evocano così l’anima del padre morto di Dubian, che racconta loro l’atroce verità: Felicia lo accusò di aver sodomizzato il figlio ancora bambino, e lo fece marcire in prigione per impadronirsi dei suoi averi. Fece credere a Dubian di aver provato piacere durante la violenza e lo convinse erroneamente di essere gay perché non si sposasse mai, come invece prevedeva una clausola del testamento paterno che lo nominava erede unico dopo il matrimonio.

Involtino, crudele galeotto, esce dal carcere e prende in affitto la stanzetta libera a casa di Franco, dove abita Velita, determinato a punirla per aver rifiutato l’amore del povero Washington.

Lo spettacolo continua:
Angelo Mai

via delle Terme di Caracalla, 55a – Roma
fino a giovedì 23 dicembre
orari: dal martedì al venerdì, ore 20.30
(durata 2 ore 15 circa senza intervallo)

Bizarra, una saga argentina
di Rafael Spregelburd
traduzione Manuela Cherubini
regia Manuela Cherubini, Giorgina Pilozzi, Fabio Cherstich, Flaminia Caroli
direzione artistica Manuela Cherubini, Giorgina Pilozzi, Giorgio Barberio Corsetti
produzione Fattore K, Angelo Mai, Psicopompo Teatro con il sostegno di Rialtosantambrogio, Semintesta – Spazio Zip, Produzionepovera, I Generali
scene, costumi, visione Francesco Esposito
direzione tecnica, disegno luci e video Igor Renzetti
trucco Sara Cotichelli

Cast degli eroi di La porta del diavolo, settima puntata
Stefania Aluzzi, Mariano Arenella, Gaspare Balsamo, Raimondo Brandi, Valentina Bruscoli, Andrea Capaldi, Giorgio Carugno, Pepita Cianfoni, Paolo Civati, Sylvia De Fanti, Gian Marco Di Lecce, Alessandra Di Lernia, Mary Di Tommaso, Matías Endrek, Ferruccio Ferrante, Clara Galante, Andrea Alessandro La Bozzetta, Andrea Martorano, Luisa Merloni, Paola Michelini, Orsetta Paolillo, Fabio Pappacena, Raffaella Pontarelli, David Power, Marco Quaglia, Laura Riccioli, Alessandro Riceci, Patrizia Romeo, Pamela Sabatini, Laura Sampedro, Simona Senzacqua, Giorgio Sorrentino, Serenella Tarsitano.