Rinchiuse

Presso l’associazione culturale del Teatro Millelire di Roma va in scena Bunker, uno spettacolo tutto al femminile.

Due giovani donne, amiche e colleghe, sembrano scampare a un disastro nucleare ritrovandosi segregate e a stretto contatto in un Bunker. In quei pochi metri di spazio il necessario per sopravvivere: pane, acqua, qualche scatoletta, una brandina e una radio, l’unica àncora di salvezza che le tiene in contatto col mondo esterno. Le giornate sono interminabili e tutto ciò che in precedenza faceva parte della vita quotidiana diventa banale e privo di senso. Ogni parola, gesto o sguardo inizia ad assumere un peso insostenibile. Cresce la tensione tra le due lasciando spazio solo a paure e ansie. L’atto d’amore in cui Una salva l’Altra si trasforma in smania di controllo, ossessione di possesso e passione morbosa. Fuori dal bunker ombre che minacciano l’esistenza, all’interno calore umano e riparo. Come in un gioco di ruoli le due donne interpretano la parte che compete a ciascuna: salvatrice/carnefice l’una, salvata/vittima l’altra per poi scoprire alla fine che anche il gioco ha i suoi colpi di scena. Il bunker non è più luogo di salvezza ma di prigionia e fuori è la liberazione.
L’idea della stanza-bunker usata come simbolo di reclusione è una tematica ricorrente nel teatro contemporaneo: un non-luogo di tortura dove vengono sviscerate le passioni umane più recondite e allo stesso tempo più terribili. Qui, però, tale poetica è scarsamente sviluppata, poiché la tensione che s’instaura tra le due protagoniste si vede solo nel passaggio di un coltello da una mano all’altra e i dialoghi risultano piuttosto colloquiali a scapito di un’interpretazione a tratti molle. Solo in alcuni momenti l’eccitazione riesce a sfociare in spasmi di follia omicida e l’intento di creare una rottura d’equilibrio viene raggiunto ma non si spinge oltre certi limiti che dovrebbe, invece, oltrepassare. Probabilmente si ricalca un’atmosfera e un registro interpretativo di tipo cinematografico a scapito di una resa drammatica piuttosto abbozzata. Non mancano però attimi di tenerezza che si celano dietro sguardi smarriti e parole farfugliate come un grido d’aiuto a una sconfinata solitudine.
Belle ed espressive le lunghe pause che danno un senso di mancanza, di vuoto tra le due donne e belle anche le alternanze di luci e ombre per scandire il tempo. Anche la musica e i rumori contribuiscono a creare un’ambientazione sordida, fredda e post-apocalittica.

bunker

Lo spettacolo è andato in scena:
Teatro Millelire
via Ruggero di Lauria, 22 – Roma
fino a domenica 24 novembre
orari: ore 21.00, domenica ore 18.00

TEATROinMOVIMENTO presenta
Bunker
drammaturgia Celeste Salmucci
regia Anastasia Astolfi
con Anastasia Astolfi, Alessandra Chieli