L’incanto della scatola magica

Debutto per la Cenerentola di Rossini al Giglio di Lucca. Una nuova produzione dello stesso teatro, insieme all’Alighieri di Ravenna, a Fondazione Teatri di Piacenza, e con la collaborazione del Comunale A. Rendano di Cosenza e dell’Ente Luglio Musicale Trapanese.

Un nuovo allestimento, come scrivevamo, in cui i vari realizzatori, regista e scenografo in primis, si sono proposti di collaborare con l’obiettivo di rendere omaggio al grande maestro Lele Luzzati, cercando di superare la mera citazione, attraverso una meditata e feconda elaborazione personale. Non c’è dubbio che l’intento sia riuscito: Cenerentola è un omaggio sincero e affettuoso, senza alcuna pedanteria o affettazione.
L’opera di Rossini prende vita in uno spettacolo in cui la comicità è esaltata, soprattutto grazie a una cura attenta della recitazione degli interpreti, la cui presenza scenica è disinvolta, calibrata, sempre attenta, vigile e centrata sul personaggio. I personaggi stessi sono caratterizzati e mai abbandonati – aspetto particolarmente evidente nella coppia delle sorelle Clorinda e Tisbe (rispettivamente, Giulia Perusi e Isabel de Paoli), di Don Magnifico (Marco Filippo Romano) e di Dandini (Pablo Ruiz). Le azioni sono coerenti e interne allo sviluppo drammatico o alla caratterizzazione, senza essere mai mero riempitivo senza senso. Tra i momenti particolarmente divertenti e riusciti, si ricordano l’arrivo di Dandini in carrozza, e la scena dello svelamento del segreto col duetto dei buffi. Oltre agli scambi nel giardino fra Dandini e le due sorelle.
Si potrebbe, piuttosto, lamentare un eccesso di controscene: soprattutto nei pezzi d’insieme (in quei brani che prevedono, secondo la drammaturgia musicale, l’immobilità stupita e congelata), il continuo e collettivo gesticolare turba un po’ il clima sospeso che, al contrario, caratterizzerebbe la scena. Anche in situazioni più tendenti al patetico, o semplicemente al tenero (ad esempio, la malinconica canzone iniziale di Cenerentola/Teresa Iervolino, o l’aria di Don Ramiro/Pietro Adaini – Si ritrovarla io giuro e i brani seguenti del secondo atto), le controscene vengono a turbarne l’atmosfera.
A dispetto del sottotitolo, La bontà in trionfo, il finale è amaro e poco fiabesco: Cenerentola, sposa sì il principe, ma non sono riconosciuti da tutti la sua bontà e il suo buon cuore.
Nella caratterizzazione dei personaggi, al contrario, si potrebbe dire che la figura del patrigno Don Magnifico vada un po’ oltre la comicità, e che nel suo maltrattare la figliastra assuma sfumature quasi violente.
Molto interessanti le soluzioni sceniche: sia nell’uso complessivo dello spazio, anche quello fuori quinta (in cui avvengono alcuni scambi), sia soprattutto nella decisione di animarlo solo con quinte armate, dipinte e mobili (spostate da servi di scena/mimi/folletti/damine, che ricordano i topolini della Cenerentola disneiana) e con grandi scatole/armadi mutevoli e girevoli, sul genere dei luoghi deputati ai personaggi (soprattutto per Cenerentola – il camino, e Alidoro – la biblioteca). Soluzioni scenografiche molto leggere, versatili, e decisamente magiche.
Un cast interamente all’altezza e curiosamente privo di prime donne: complimenti e applausi calorosi per tutti, incluso il coro. Unico problema nell’esecuzione, i momenti di scollamento in alcuni brani d’insieme, soprattuto in presenza del coro, forse causati dal difficile ascolto fra la due zone – palco e orchestra; e anche se alcuni momenti di scollamento si sono verificati all’interno dell’orchestra stessa.

Foto Andrea Simi

Lo spettacolo è andato in scena:
Teatro del Giglio

piazza del Giglio, 13/15 – Lucca (LU)
venerdì 10 febbraio, ore 20.30, e
domenica 12 febbraio, ore 16.00

Cenerentola
dramma giocoso in due atti di Jacopo Ferretti
musica di Gioacchino Rossini
Edizione critica della Fondazione Rossini di Pesaro in collaborazione con Casa Ricordi, Milano, a cura di A. Zedda
omaggio a Lele Luzzati
a 200 anni dalla prima rappresentazione al Teatro Valle di Roma (25 gennaio 1817)
personaggi e interpreti:
Don Ramiro, Principe di Salerno: Pietro Adaini
Dandini, suo cameriere: Pablo Ruiz
Don Magnifico, Barone di Montefiascone: Marco Filippo Romano
Clorinda: Giulia Perusi
Tisbe: Isabel De Paoli
Angelina, sotto nome di Cenerentola, figliastra di Don Magnifico: Teresa Iervolino
Alidoro, filosofo, maestro di Don Ramiro: Matteo D’Apolito
direttore Erina Yashima
regia Aldo Tarabella
scene Enrico Musenich
costumi Lele Luzzati
luci Marco Minghetti
coreografie Monica Bocci
Orchestra Giovanile Luigi Cherubini
Coro Melodi Cantores
maestro del coro Elena Sartori
nuovo allestimento del Teatro del Giglio di Lucca
coproduzione Teatro del Giglio di Lucca, Teatro Alighieri di Ravenna, Fondazione Teatri di Piacenza
con la collaborazione di Teatro Comunale A. Rendano di Cosenza, Ente Luglio Musicale Trapanese