Una favola contemporanea

Al Teatro Cantiere Florida di Firenze, Accademia degli Artefatti chiude la Stagione di prosa con Cenerentola (e, in seconda serata, Pinocchio).

Partiamo da un presupposto: questo spettacolo, secondo noi, è adatto a un pubblico tra i 6 e i 14 anni. Giudicarlo, quindi, con gli occhi dell’adulto, soprattutto se non pedagoghi e senza la presenza del pubblico infantile (in sala, solamente adulti), appare alquanto arduo. Ma proviamo, comunque, a dare alcuni spunti di interpretazione.
Il testo di Pommerat ha sicuramente valenze psicologiche e pedagogiche interessanti. In Cenerentola, l’accento sul senso di colpa che può provare il bambino di fronte alla perdita di un genitore (in caso di morte ma, anche, più frequentemente di separazione della coppia) è sicuramente centrato; così come la lettura femminista della scarpetta, la denuncia graffiante dell’eterna giovinezza a cui non aspira più solamente la matrigna di Biancaneve, ma che è ormai diventato un diktat sociale, o l’incapacità dei genitori di essere innanzi tutto adulti – invece di scaricare la propria pochezza umana e il proprio egoismo sui figli (emblematici i due dialoghi tra Cenerentola e il padre).
D’altro canto, l’eccesso di ripetizione sui medesimi concetti, o di battute – e gag – sullo stesso filone (tipo la scala discendente che percorre Cenerentola a livello di mansioni imposte dalla matrigna, o la reiterazione della propria cattiveria e della conseguente giustezza delle punizioni, solo per fare due esempi tra i tanti), se può essere giustificabile in uno spettacolo per bambini, di certo tende ad annoiare l’adulto.
Anche a livello visivo (e qui Accademia degli Artefatti ha sempre eccelso), non ci sembra si siano trovate soluzioni che avrebbero potuto contenere la prolissità del testo dando maggior spazio al non detto – attraverso tableau vivant, pantomime, o altro. Fa eccezione la bella immagine evocata dalla scena finale con i sottili pannelli argentati mossi dal vento del tempo e del ricordo (leggasi dai ventilatori), che purtroppo è doppiata da un secondo finale alquanto zuccheroso con Cenerentola che parla nuovamente con la madre, ormai morta da tempo.
Nel complesso, uno spettacolo eccessivamente lungo, intervallato da musiche che sanno ricreare la giusta atmosfera e che si giova del cameo di Matteo Angius, nel ruolo del giovane principe, in grado anche con la semplice mimica di coinvolgere e divertire.

Lo spettacolo è andato in scena:
Teatro Cantiere Florida

via Pisana 111r – Firenze
domenica 22 aprile, ore 19.00

Cenerentola
di Joël Pommerat
regia Fabrizio Arcuri
con Luca Altavilla, Valerio Amoruso, Matteo Angius, Gabriele Benedetti, Elena Callegari, Irene Canali, Rita Maffei e Aida Talliente
spazio scenico Luigina Tusini
assistente alla regia Matteo Angius
produzione CSS Teatro stabile di innovazione del FVG
in collaborazione con Accademia degli Artefatti

Foto di Giovanni Chiarot