Lo spirito impetuoso delle voci di Verdi

In uno splendido spazio di Lione dedicato alla musica classica, va in scena l’esecuzione di alcuni dei cori più celebri dell’opera verdiana, tratti dal Don Carlos e dall’Aida.

Alcuni dei maggiori capolavori di Giuseppe Verdi sono rimasti indelebili nella storia della musica non solo per le meravigliose melodie delle celeberrime arie eseguite abitualmente dai solisti, o per le impressionanti partiture sinfoniche, ma anche per gli straordinari brani per coro, che sono alla base della struttura di molte sue opere, nonché le parti più celebri e apprezzate del suo repertorio. E questo è vero anche in Francia: l’Ensemble 7e Sens, collettivo formato da un coro e da un gruppo di solisti di grande talento, diretti da Jean-Philippe Dubor, ha regalato una splendida serata a Lione, proponendo al pubblico Choeurs de Verdi, spettacolo composto da estratti del Don Carlos e dell’Aida, eseguito appunto dal coro e dal piano. L’operazione è senza alcun dubbio affascinante e efficace: anzitutto l’effetto di ascoltare alcune delle arie più potenti di Verdi solo attraverso il coro e il piano, in assenza dell’orchestra sinfonica, è un’esperienza notevole perché si tratta di risalire a una sorta di nucleo originario della musica, alla sua essenza intima. Il luogo del concerto contribuisce nettamente all’atmosfera: si tratta della Sala Molière, un teatro/sala concerti in stile liberty ottocentesco, di immenso fascino per le decorazioni e i barocchismi.
Il piano suonato da Fabrice Boulanger accompagna le architetture vocali con grande precisione, considerando anche la difficoltà di sopperire all’energia di un’intera orchestra; il direttore Dubor riassume con dovizia la trama delle due opere e la collocazione narrativa delle singole arie eseguite, spiegandone la forma e la bellezza. La prima parte dello spettacolo è dedicata al Don Carlos, capolavoro verdiano strettamente legato alla Francia (essendo stata una di quelle opere realizzate anche in lingua francese per accontentare il pubblico parigino); del primo atto viene eseguita l’introduzione e il coro dei monaci, e poi l’aria della seconda scena Sotto ai folti; del secondo atto, il coro misto Spuntato ecco e poi il finale del terzo atto, l’impetuoso coro che coinvolge gli stessi protagonisti Filippo II, Don Carlos, l’Inquisitore e Eboli.

La seconda parte dello spettacolo è invece dedicata a una delle più importanti e conosciute opere verdiane, ovvero l’Aida, e non potrebbe essere altrimenti: questa composizione è rimasta nell’immaginario collettivo per le marce trionfali, per la pretenziosa idea scenografica di magnificenza, e non a caso per gli stessi cori, autentici inni dai quali distilla chiaramente l’intenzionalità rivoluzionaria e patriottica del genio italiano. Del primo atto, vengono eseguiti il brano d’assieme della prima scena, e il coro della consacrazione; del secondo atto, abbiamo ascoltato l’immancabile coro delle schiave della marcia trionfale e il gran finale, dove lo spirito di Verdi emerge in maniera impetuosa. Come lo stesso Dubor ha segnalato nella sua presentazione, la bellezza dell’Aida sta anche nel fatto che il suo autore, pur avendo realizzato un’opera complessivamente pomposa, magnificente, gigantesca, lasci però la conclusione non a uno dei tanti cori impetuosi delle marce, ma alla preghiera di Aida, brano che implica una maggiore intimità seppur sempre di una bellezza travolgente.

Verdi a régné sans égal sur l’opéra italien de la deuxième moitié du XIXème siècle. Aïda et Don Carlos sont ses oeuvres des années de la maturité, dans lesquelles les choeurs ont un rôle fondamental, et sont devenus les parts les plus célèbres de l’art de Verdi. A la Salle Molière de Lyon, l’Ensemble 7e Sens, avec la direction de Jean-Philippe Dubor et le piano de Fabrice Boulanger, est allé en scene un spectacle composé des plus importants arias pour choeur des deux chef d’oeuvre de Verdi.

Lo spettacolo è andato in scena:
Salle Molière
Quai de Bondy – Lione (Francia)
mercoledì 12 dicembre, ore 20.00

Ensemble 7e Sens presenta
Choeurs de Verdi
tratto da Don Carlos e Aida di Giuseppe Verdi
direttore Jean-Philippe Dubor
piano Fabrice Boulanger