Il legame comunque inscindibile tra un figlio e un padre sconosciuto

Uno studio luminoso ed elegante, incorniciato da due ampie finestre e scaffali ricolmi di libri fino al soffitto, fa da sfondo a Ciao, opera tratta dall’omonimo romanzo di Walter Veltroni, per la regia di Piero Maccarinelli, in scena al Teatro Franco Parenti.

Sul palcoscenico, Massimo Ghini e Francesco Bonomo danno rispettivamente corpo e voce a Veltroni stesso e a suo padre Vittorio, giornalista e scrittore che fece la storia della radio italiana, scomparso prematuramente nel 1956, quando il figlio aveva appena un anno.
Attraverso la storia del giornalismo radiofonico e televisivo del nostro Paese, ripercorriamo la storia della famiglia Veltroni e scopriamo progressivamente il rapporto mai vissuto, ma ugualmente intenso, tra un padre e un figlio che, senza saperlo, hanno molto in comune.
Nella quiete solitaria e assolata di un Ferragosto romano, avviene l’incontro irreale tra i due protagonisti, grazie al quale veniamo a conoscenza dell’avvincente percorso professionale e umano di Vittorio Veltroni: dalle radiocronache sportive ai primi telegiornali, dal passaggio attraverso gli anni del Fascismo e della guerra fino alla cronaca di un’Italia sfiancata dalla miseria e dalla violenza bellica, ma affamata di libertà e di vita.
Come ai margini di un sogno, padre e figlio si scambiano conoscenze e ricordi, rivelazioni e aneddoti di vita vissuta, speranze e timori, in un avvicendarsi di parole e gesti allo stesso tempo nuovi e familiari.
Fa un certo effetto trovarsi dinanzi a un figlio ormai sessantenne e a un padre non ancora quarantenne, in una sorta di gioco in cui i ruoli si sono invertiti in un modo sì innaturale, ma mai grottesco.
Nel fiume dei ricordi che prende vita sulla scena, nel quale Walter e Vittorio sono barche che si sfiorano per un attimo viaggiando in direzioni opposte, le finestre, che dallo studio danno sulla città silenziosa, diventano affacci su un’epoca ormai scomparsa, specchi su cui scorrono immagini di repertorio, personaggi e persone ormai distanti.
Nel complesso, la pièce è godibile, caratterizzata, per la natura stessa dei fatti narrati nel romanzo di partenza, da una forte componente storica, sotto cui scorre una sottile vena politica e religiosa. Un po’ troppo rigida la performance di Ghini, che cozza leggermente con la prova attoriale di Bonomo, la cui verve è in grado di trasmetterci la vivacità intellettuale che ha contraddistinto Vittorio Veltroni. Il risultato è comunque un’opera intensa, che si colloca a metà strada tra la dimensione pubblica e privata dei protagonisti e che, prendendo spunto da elementi intimi e personali, non vuole rimanervi ancorata, ma intende comunque esternare la visione che l’autore del libro ha del mondo che ci circonda.

Lo spettacolo continua:
Teatro Franco Parenti
Via Pier Lombardo, 14 – Milano
fino a domenica 30 aprile
orari: martedì e sabato ore 20.30 – mercoledì e venerdì ore 19.45 – giovedì ore 21.00 – domenica ore 16.00
riposo: lunedì 24 e martedì 25 aprile

Ciao
di Walter Veltroni
con Massimo Ghini e Francesco Bonomo
regia Piero Maccarinelli
scene e costumi Maurizio Balò
luci Umile Vainieri
produzione Fondazione Teatro della Toscana in collaborazione con Q Accademy