L’icona della musica moderna incontra l’enfant prodige del piano solo

Lang Lang e Herbie Hancock: due universi che sembrano agli antipodi, duettano magistralmente sul palcoscenico della Scala.

Un trittico doc formato dai giovani musicisti dell’Orchestra dell’Accademia del Teatro alla Scala, dal pianista cinese Lang Lang – non ancora trentenne e già famoso a livello mondiale – e da Herbie Hancock, uno dei pilastri della musica jazz, R&B e fusion, che vanta 50 anni di esperienze e collaborazioni.

La curiosità di vedere come si sarebbero intersecate le diverse esperienze è palpabile nell’aria: la Scala sembra risuonare dell’attesa dell’incontro-confronto.
Ad aprire la serata, l’orchestra – splendidamente diretta dal maestro John Axelrod – si cimenta nella Cuban Overture di George Gershwin – composizione che risente dei ritmi caraibici a giustificare l’ampia presenza di percussioni all’interno dell’ensemble. Il pezzo è decisamente figlio delle note biografiche del suo autore che, trasferitosi presso gli studi di Hollywood, proponeva in quel periodo componimenti forse più commerciali e certamente legati a temi cinematografici. Un inizio vibrante, quindi, con un intermezzo di fiati – per concludere con un crescendo ritmato dalle percussioni.

A seguire, Ma mère l’oye – il pezzo di Ravel per pianoforte a quattro mani è piuttosto didascalico ma permette di apprezzare la compresenza sul palcoscenico, fianco a fianco, dei due pianisti – provenienti da esperienze molto diverse fra loro e ormai collaudati grazie a un sodalizio nato tre anni fa a Los Angeles.

La Rapsodia ungherese n° 2 in do diesis min. R 309 di Liszt vede un maggiore coinvolgimento del duo, con Hancock di accompagnamento alle melodie eseguite da Lang Lang, mentre i ritmi balcanici della Danza ungherese n° 5 in sol min. di Brahms – proposti con vigore dall’orchestra, che rimandano all’allegria anarchica di un Goran Bregovic, paragone permettendo – introducono le improvvisazioni, da sempre nelle corde di entrambi i pianisti. Lang Lang riesce a forzare i diktat classici, esibendosi magnificamente in due pezzi, il primo dei quali in grado di ricreare immagini evanescenti. Herbie Hancock non gli è da meno e, dopo aver ringraziato per la sua prima esibizione alla Scala – dove si spera di rivederlo presto – si produce in un vortice di note che sembrano scomparire per poi riapparire assumendo tonalità e ritmi diversi. Il bagaglio musicale maturato nei decenni di collaborazione con i pilastri di jazz, funky e ritmi etnici, permette al virtuoso statunitense di conquistare anche il pubblico di uno dei templi della musica classica.

Gran finale con la Rhapsody in Blue di Gershwin e l’attesa che si respira non è tradita – tutt’altro. I fiati introducono ottimamente il tema che si stempera nel profluvio di pianoforti e archi. Il caleidoscopio musicale propone una miriade di temi – da quelli colti ad altri, schizzi fedeli di una New York ante Depressione. Il maestro Axelrod dirige con mano ferma l’orchestra ma non si dimentica dei pianisti – che segue sempre con attenzione.

Standing ovation d’obbligo dopo un tale spettacolo che costringe Lang Lang e Hancock a ripetuti e godibilissimi bis. Spettatori più che mai soddisfatti e la speranza di rivedere ancora una tale felice mezcla di esperienze e musiche – che ha saputo conquistare il pubblico in un solare lunedì di maggio.

Lo spettacolo è andato in scena:
Teatro alla Scala
piazza della Scala – Milano
(Biglietteria: via dei Filodrammatici 2)
lunedì 23 maggio, ore 20.00

Ciclo Lang Lang 2010 – 2011
Orchestra dell’Accademia del Teatro alla Scala
Direttore John Axelrod
Pianoforte Lang Lang
Pianoforte Herbie Hancock
(Prezzi da 5 a 66 euro)
www.teatroallascala.org

Programma:
George Gershwin
Cuban Overture
Maurice Ravel
Ma mère l’oye
per pianoforte a quattro mani
Franz Liszt
Rapsodia ungherese n° 2 in do diesis min. R 309
(Trascrizione originale per pianoforte a quattro mani della Rapsodia ungherese n° 2 in do diesis min. R 106 per pianoforte solo)
Johannes Brahms
Danza ungherese n° 5 in sol min.
(arrangiamento per orchestra di Albert Parlow della Danza ungherese n° 5 in fa diesis min. per pianoforte a quattro mani)
Lang Lang
Improvvisazioni
Herbie Hancock
Improvvisazioni
George Gershwin
Rhapsody in blue
Versione per due pianoforti e orchestra