Poetry Slam

teatro-contraddizione-milanoForte del successo della passata stagione, il poeta milanese Vincenzo Costantino – in arte Cinaski – torna al Teatro della Contraddizione per il primo dei suoi appuntamenti mensili, in cui letteratura, musica e teatro si fondono in una sola grande voce poetica.

Correva l’anno 1947 quando nel cuore della romana Garbatella nasceva Vittorio Vitolo, alias Victor Cavallo. Noto per la sua attività attoriale e praticamente sconosciuto come poeta, Victor è un simbolo di quell’italietta tutta concentrata sul palcoscenico e indifferente alle parole che scorrono dietro le quinte, nel silenzio, tra la polvere, a riflettori spenti.
Miglior sorte è toccata oltreoceano – forse le sorti migliori, ovunque siano, stanno sempre altrove – a Charles Simić, poeta statunitense di origine serba, vincitore, nel 1990, del premio Pulitzer.
Queste le due proposte poetiche della serata, due degli autori più cari a Cinaski, che il poeta milanese regala al suo pubblico, accompagnato al pianoforte dal compositore Mell Morcone.
Ma Cinaski non si limita ad assumere il ruolo di declamatore di versi poetici. Sguscia con la sua voce profonda tra gli anfratti della romanità sputati dalle parole di Cavallo e lo stile minimalista di Simić, come se stesse dialogando con loro, come se li stesse portando lì, tra le sedie del TdC e le note graffianti e delicate di Morcone.

«A immaginare una vita ce ne vuole un’altra già pronta a disperdersi già pronta a non restituirsi niente a dimenticarsi anche le parole», scriveva Victor in una delle sue poesie pubblicate postume in una raccolta – Ecchime. Antologia sinfonia – che, come lui, sembra saltar fuori da una realtà troppo reale per poter essere ricordata. Perché le parole ce le si dimentica, quando si usano, quando non si vogliono usare per un vezzo intellettuale, quando scorrono senza che le si pensi, quando esistono perché le si vive.
Nella poesia di Cavallo ci sono la vodka, la birra e le Marlboro, le fighe con gli occhi verdi e le ciglia nere e la bocca rossa che bruciano i tampax dell’anima sanguinante, la merda che è merda e la paura di vivere la vita, che se ne sta lì, e non si può fare niente.
Dall’altra parte dell’Oceano, più o meno negli stessi anni, c’è “un frammento di Eraclito che si tenta di ricordare mentre si inciampa sul gatto del macellaio”, c’è qualcuno che si perde “fra scarpe nere nuove abbandonate sul marciapiedi”.
Ci sono le vite, ci sono le parole vere, quelle che centrano lo stomaco, quelle che si catturano con un gesto casuale, nelle strade, nella semioscurità, negli interstizi del pensiero. Quelle che se ne stanno nascoste in qualche angolo fino a travolgerti, fino a diventare – loro, le parole – la voce che non si ha.
E poi c’è Cinaski, lì, che legge, che leggendo recita e recitando canta – Tom Waits e le sue biciclette rotte – e cantando parla, vive, è. C’è Cinaski che non interagisce col pubblico, ma è il suo pubblico, lo guarda, ride e scherza senza distanze, senza piedistalli, senza giudizi.
Appoggiati i libri sul tavolino instabile che gli è di fianco, Cinaski lascia poetare gli astanti, lascia che ciascuno crei una poesia partendo da parole associate a una “parola regalo”, che ognuno vorrebbe donare agli altri, poi scambiate tra il pubblico. Inizia così una poetry slam, in cui gli spettatori diventano attori del proprio poetare, giudici di una gara d’intimità tra sconosciuti.
Non importa chi vincerà, importa il presente, l’attimo, il momento che si sta vivendo hic et nunc, un agglomerato di storie che si intrecciano tra le sedie del TdC e che forse non si rincontreranno mai più.

«Gli occhi si riconciliano con un sorriso quando incrociano se stessi. È bello riconoscersi nell’assenza bello come accendere un fiammifero all’angolo vicino casa mentre una nuvola di freddo esce dalla bocca. Amo i vivi per quello che sono ora quello che saranno lo lascio a chi non se ne è mai accorto».
Signore e signori, questo è Cinaski.

Lo spettacolo è andato in scena
Teatro della Contraddizione
via della Braida 6 – Milano
martedì 26 gennaio, ore 20.45

CINASKI contro TUTTI. Incontri ravvicinati di un certo tipo.
voce, testo e regia di Vincenzo Costantino Cinaski
al pianoforte Mell Morcone