Mistero della fede

Come trasportare la classicità sulla scena contemporanea italiana, rappresentando con competenza ed entusiasmo un ottimo allestimento tratto da Marivaux.

Nella storia della civiltà chi per primo è stato infedele in amore? L’uomo o la donna? È il millenario enigma al quale fanno seguito accese disquisizioni di logica tra schieramenti opposti, tra chi difende l’onorabilità della donna vittima dell’incostanza maschile incapace di dominare la debolezza della carne, e gli indefessi senza riguardo alcuno nei confronti della cavalleria sessuale. Per provare a rispondere, è bene affidarsi a una comprovazione scientifica e in questo senso, niente di più appropriato di un esperimento in vivo concepito in pieno Illuminismo dal francese Pierre Carlet de Chamblain de Marivaux, un atto unico, La disputa (1744), rielaborato con estrema perizia da Giacomo Settis Bisordi per i Liberi Esperimenti Teatrali del Cometa Off a Roma. La volontà di un eccentrico principe aveva imposto a quattro neonati, due per ogni sesso, di crescere separati dal mondo in un ambiente rustico e ameno. Diciannove anni dopo, il figlio storpio di quel principe si prepara a osservare come questi esseri ingenui e puri si troveranno a interagire e le dinamiche che porteranno inevitabilmente uno di loro a dare il cattivo esempio di infedeltà. L’inizio della rappresentazione non brilla. Si parte da questa rivelazione d’intenti nella foga di un amplesso tra uno sciancato e una bagascia, ma la pièce non tarda a decollare. L’adattamento di Settis Bisordi rielabora la leziosità del testo originale, divertente quanto superficiale, restituendo una tragicommedia moderna e realmente interessante che si dipana con ritmo vivace, una serie di incontri tra le coppie di personaggi, previsti sì, ma attesi anche. Scopriamo che l’esperimento antropologico è solo un pretesto per riflettere, più in generale, sulle pulsioni, gli istinti, la natura e quindi sull’umanità. Cloni analizza la solitudine insita nei viventi, isolati nella propria referenza, in un mondo vasto e popoloso di anime pari con le quali confrontarsi e costruire relazioni. Ma tratta inoltre la classificazione del dominio, all’interno dei rapporti amorosi, nei quali c’è sempre chi trascina, come in società. Le due balie preposte alla cura dei quattro giovani non hanno volto, coperto da una velo bianco che incrementa il surrealismo della vicenda con elementi magrittiani e, allo stesso tempo, le squalifica dal cuore degli eventi. Subalterne del principe, una delle due si troverà doppiamente dominata dall’amore misto a istinto di protezione verso i quattro giovani a lei affidati. Il comico impaccio delle fasi iniziali tutte rivolte alla scoperta, cede via via il passo, in un crescendo di tensioni culminanti in un cupo finale che giustamente si interroga sul senso dell’amore se in una coppia si arriva al punto in cui uno dei due cerca all’esterno le sensazioni e le trepide conferme possibili solo nell’innamoramento. L’essere umano, nei confronti dell’amore deve scindersi tra se stesso, individuo e l’altro, nella coppia, scendere a compromessi tra l’uno e il due, in un maccheronico mistero della fede della dualità amorosa. In fondo, per il tradimento in una coppia esiste sempre l’attenuante del concorso di colpa.
La regia è attenta, dinamica e di certo non si rimpiange l’assenza di scenografie. Numerose le trovate sceniche supportate da un cast eccellente di interpreti. Dal primo all’ultimo, a partire dalla talentuosa Vittoria Faro, gli attori si spendono senza ritenzione né incertezza, sono convincenti e oltre, coinvolgenti. In Italia La disputa di Marivaux è stata presentato per la prima volta all’inizio degli anni Novanta, ma ha tutte le caratteristiche per diventare un classico dei cartelloni teatrali nel nostro Paese. Almeno, questa versione lascia ben sperare.

Lo spettacolo è andato in scena:
Teatro Cometa Off
via Luca della Robbia, 47 – Roma
fino a domenica 18 marzo
orari: da martedì a domenica ore 20.45 e ore 22.30, domenica doppia replica con pomeridiana alle 17.30 (lunedì riposo)
(durata 1 ora e mezza circa senza intervallo)

LET – Liberi Esperimenti Teatrali presenta
Cloni
adattamento di La Disputa di Marivaux
regia Giacomo Settis Bisordi
con Turi Moricca, Valeria Moccia, Chiara Mancuso, Beatrice Bassoli, Vittoria Faro, Massimiliano Aceti, Roberta Azzarone, Federico Horaldo Lima Roque, Carlo Calderone, Giulia Tomaselli
assistente alla regia Cristina Mugnaini
scene e luci Giacomo Settis Bisordi
costumi Vittoria Faro
foto di scena Carlo Calderone