Chanel e periferia

Da una nuvola a due passi dal paradiso e a due dalla suite del Ritz: Coco rilegge se stessa attraverso le sue biografie: «Mai detto!».

Numero 5: come il suo profumo, Coco aleggia su una nuvola di bambagia al centro del palcoscenico dello Spazio Mil – la scommessa teatrale più innovativa di Sesto San Giovanni, un tempo quinto polo industriale italiano, oggi agglomerato suburbano che non produce altro che edilizia residenziale e centri commerciali.
Coco, nella periferia milanese, sembra una contraddizione in termini: la femminista esteta che non si sarebbe mai sporcata le “unghie” con una tuta blu, regina indiscussa di un testo che sembra cucito sulle dote attorali di Giulia Dell’Ongaro e su quel mix poetico di teatro di figura, musica dal vivo, pantomima, prosa e maschere tipico del Teatrino Giullare.
Coco forse è già morta, forse è nelle ultime ore di vita, in bilico tra due mondi e tra due realtà: la sua, vissuta in prima persona, e le mille altre, raccolte, inventate, deviate e supposte da giornalisti, biografi più o meno ufficiali, scrittori, cialtroni da carta stampata. Lei non riesce a riconoscersi in quella selva di invenzioni intessute intorno al suo soprannome, la sua infanzia disperata, i suoi amanti, le amicizie illustri, le connivenze con il regime nazi-fascista, i suoi improbabili aforismi: «Mai detto!» è il refrain costante che sottolinea il disincanto e l’amarezza di una donna, ricchissima e famosa, che ha fatto e sperimentato tutto ed è ridotta a letto, in una stanza d’albergo – seppur lussuosa – in compagnia di un cane, guarda caso di nome Picasso.
Dell’Ongaro è perfetta quando indossa la maschera di una Coco avvizzita nel corpo e nei sentimenti, mentre taglia con precisione pezzi di scotch che appende come passamanerie al suo abito – in un’azione che è insieme funzionale al racconto e alla poetica sottesa, rimandando a quella che è stata probabilmente l’unica vera, grande passione di Coco, la sua ragione di vita: il taglio d’abiti. Ed è altrettanto brava quando si sveste della maschera e, per un attimo, in sella a Pegaso – lei, amante dei cavalli, tra quell’ovatta che è insieme lenzuolo di un letto sfatto prossimo al sudario, schiuma di un bagno regale ricordo dei fasti che furono, nuvola di un paradiso irraggiungibile per la sua anima nera – si lancia al galoppo nei ricordi di una vita che non può essere solo sua perché troppo pubblica, di un’esistenza forse solo immaginata attraverso le parole degli altri.

Lo spettacolo continua:
Spazio Mil 
via Luigi Granelli, 1 – Sesto San Giovanni
fino a domenica 18 dicembre, ore 21.00
Teatrino Giullare presenta:
Coco – L’ultimo sogno
creato, interpretato e diretto da Teatrino Giullare
scene e mascheramenti di Cicuska
musica originale di Arturo Annecchino
eseguita in scena da Massimiliano Gagliardi
in scena Giulia Dell’Ongaro