Sei personaggi in cerca di…

Nella sala Orfeo del teatro dell’Orologio, in scena fino al 9 dicembre, Come tu mi vuoi. Ileana Zaza dà visibilità a sei talentuosi giovani, diversamente da quanto accade nella società moderna.

In un angolo dell’accogliente sala Orfeo del teatro dell’Orologio, quasi impauriti, scossi, tre uomini – Giovanni Di Lonardo, Francesco Maiorca e Davide Ventola – e tre donne – Valentina Mannone, Francescaelisa Molari e Cecilia Zingaro – attendono che il pubblico si sieda per irrompere sulla scena, occupata da tante pile di elenchi telefonici, pagine gialle e depliants, metafora anche dei tanti curricula (impolverati) impilati su varie scrivanie di uffici, a formare quasi grattacieli di una metropoli animata da tante teste scalpitanti, sempre di corsa, come quelle dei sei personaggi sul palco; improvvisamente infatti corrono da sinistra verso destra, su e giù, come impazziti, annebbiati, divorati da uno stress quotidiano che li inghiotte. Sono alla ricerca di… Specializzati in… Le loro frasi non finiscono, così come la curiosità di capire come si svolgerà questa rappresentazione suddivisa in cinque grotteschi paesaggi scenici, introdotti da una voce straniante. Si accavallano così le voci di una ragazza inoccupata e un padre che tentano invano di dare al lavoro il valore di risorsa scacciapensieri, quella di una redattrice che vive la propria invisibile instabilità immobilizzata sulla sedia di casa e disturbata da altrettanti voci che provengono dal vicinato, dalla strada e poi le voci di tre giovani donne che si presentano a un colloquio di lavoro e che parlano alternandosi al suonare di un campanello posto per terra sul palco a scandagliare il momento, l’attimo, in cui potersi esprimere, prima di essere sopraffatte l’una dall’altra fino a svelare il tragicomico parossismo delle loro vite. C’è poi un uomo che si convince da solo di essere soddisfatto di un lavoro qualunque, che gli permette una paga mensile con la quale far fronte ai propri bisogni. Si passa dunque da una alienazione iniziale in cui i personaggi sembrano parlarsi addosso a un’anomala interazione in cui lo scambio si traduce in intercambiabilità.
«L’idea è quella di una frammentazione del contesto lavorativo ed esistenziale che invade il sé rendendo la vita stessa dei personaggi inafferrabile, l’anelito del trovarsi approda all’evanescenza cosicché i sei personaggi sono frammenti di una medesima condizione, sei corpi che alla fine sono uno solo, ma spezzati perché dispersi e impossibilitati ad afferrarsi; ciò che li caratterizza è la “nudità”, perché niente di quello che fanno li “individua”, li definisce, connota una storia, vestono tanti abiti, ma sono in realtà spogliati», sono queste le parole della giovane regista Ileana Zaza che anziché mettere in scena un monologo, dà voce a più bocche per esprimere il contesto di crisi lavorativa che caratterizza questi tempi moderni. Tempi in cui il futuro non conosce progetti, ma tante parole, anche belle, ma senza riscontro, che deludono, che sfiniscono.
«Io voglio non pensare. Tutto finisce tranne i pensieri», «Addio posto fisso, è ora che tutti imparino a nuotare», «Se tutto finisce che senso ha iniziare», «I piedi sono fatti per calpestare, le parole no», queste sono solo alcune delle frasi pronunciate dai talentuosi artisti che, ognuno con la propria personalità e il proprio bagaglio esperienziale, danno vita a un accurato quadro interpretativo ed empatico che ravviva il cuore nonostante l’argomento coinvolga sempre più noi poveri comuni mortali.
Uno spettacolo che scuote dunque, che fa rumore, che dice la sua e che deve avere la giusta visibilità affinché qualcosa cambi; per non essere zombie che si vedono spezzati a uno specchio, ma vivi, come viva è l’arte quando ci fa emozionare.

Lo spettacolo continua:
Teatro dell’orologio
via dei Filippini 17/a – Roma
fino a domenica 9 dicembre
da martedì a sabato ore 21.30, domenica ore 18.00
(durata 1 ora senza intervallo)

Come tu mi vuoi
di Flaminia Chizzola, Daria Filippi, Vicens Alba Osante, Ivan Marcantoni, Mauro Savino con un testo di Christian Raimo
regia Ileana Zaza con la collaborazione di Alex Guerra
con Giovanni Di Lonardo, Francesco Maiorca, Valentina Mannone, Francescaelisa Molari, Davide Ventola, Cecilia Zingaro
tecnico luci audio Lucia Miele