teatro-da-vermeAl Teatro Dal Verme di Milano, una serata dedicata a un percorso davvero originale dal Novecento ai giorni nostri, per una panoramica musicale interessante ed esaustiva.

Il Novecento è di casa al Teatro dal Verme: infatti, oltre ad autori ormai storici quali Ravel e Copland – che pure hanno dato un contributo assolutamente determinante a questo secolo, ciascuno a suo modo – si ha finalmente la possibilità di assistere all’esecuzione di un brano davvero contemporaneo – datato 2004 – di Dall’Ongaro.
Ma procediamo con ordine e, cioè, con Quiet city e Music for the Theatre di Aaron Copland. Del primo brano va segnalata assolutamente la tromba di Sergio Casesi – che ha dato un’ottima prova solistica e che si spartiva la scena con il corno inglese di Domenico Lamacchia, a tratti sopraffatto dagli archi e dalla tromba stessa. Va ricordato, del resto, che proprio come tipologia il suono di questo strumento non ha una potenza paragonabile agli ottoni o ad altri legni – ma, pur tenendo conto di ciò, talvolta se ne è sentita la mancanza. Di tutt’altro genere, Music for the Theatre – dove, il richiamo al jazz e ad autori quali Milhaud e Poulenc, a tratti, emerge in modo decisivo: una musica viva, che rispecchia in modo magistrale il suo tempo e che Faycal Karoui dirige con cognizione di causa.
Ma la vera star della serata è comunque Maurizio Baglini – per il quale l’attesa è accresciuta anche dall’inversione di programma che, all’ultimo momento, lo ha lasciato come ascolto finale.
La Primavera per pianoforte e orchestra d’archi di Dall’Ongaro sono cinque minuti di musica in cui solista e orchestra si rincorrono in un vortice di pizzicati e staccati continui, passandosi il testimone di melodie e formule ritmiche che ricorrono e danno alla composizione una grande compattezza. Di sicuro emerge la difficoltà della parte pianistica, che Baglini affronta con sicurezza e grande disinvoltura. Un ottimo “riscaldamento”, quindi, per affrontare poi con agio il Concerto in sol per pianoforte e orchestra di Ravel. Anche quest’ultimo è un brano in cui riecheggiano melodie jazz, ma dove, allo stesso tempo, si rileva un altissimo livello di poesia – che Baglini interpreta con grande eleganza. Il suono è davvero molto bello, sempre adatto e il contatto con l’orchestra è oltremodo ricercato.
Un’esecuzione di grande charme ma anche di grande consapevolezza, che lascia pienamente soddisfatti. A seguire, due bis che confermano le capacità timbriche, tecniche e stilistiche di questo giovane pianista.

Lo spettacolo è andato in scena:
Teatro Dal Verme
via S. Giovanni sul Muro, 2 – Milano
giovedì 9 maggio, ore 21.00

Copland Quiet city e Music for the Theatre
Dall’Ongaro La Primavera, per pianoforte e orchestra d’archi
Ravel Concerto in sol per pianoforte e orchestra

direttore Faycal Karoui
pianista Maurizio Baglini
orchestra I Pomeriggi Musicali