Dell’arte della guerra e del battito materno

nuits-de-fourviere2014Dopo aver fatto vibrare la scena del festival Les Nuits de Fourvière nel 2009 con Ekkyo, i musicisti di Kodō sono tornati a Lione con un nuovo ed elegantissimo spettacolo: Dadan. Vibrazioni che si situano tra l’epico ed il battito vitale.

Tutto cominciò quarant’anni fa. Un piccolo gruppo d’artisti giapponesi, in cerca di un luogo ottimale per la riflessione e per lo studio delle tradizioni del proprio Paese, trova, nella piccola isola “maledetta” di Sado, lo spazio ideale per lo sviluppo della propria ricerca. L’isola, che durante il Medioevo fu luogo di esilio di militari e letterati sgraditi al governo militare, possiede una storia plurisecolare, luogo di sviluppo e di indipendenza artistica, oltre ad essere la culla, tra le altre cose, del teatro giapponese.

Stabilitasi in una scuola abbandonata, la comunità si dedicò allo studio del taiko, il tipico tamburo giapponese e, nel 1981, scelse il proprio nome: Kodō. Da quel momento, i tamburi di Kodō divennero un punto di riferimento nazionale per quanto riguarda la salvaguardia e la rivisitazione del patrimonio culturale artistico giapponese.

Kodō (giustapposizione di “Ko”, tamburo, e “do”, infanzia) è una vera e propria società che si autogestisce e che vive seguendo una disciplina ferrea ed intransigente. L’allenamento fisico quotidiano assume una valenza determinante per il controllo del corpo e dell’anima. Suonare un tamburo diviene così una disciplina vitale, alla quale è necessario dedicarsi in maniera totale, sacrificando la propria vita per il raggiungimento del suono perfetto. Il rigido insegnamento della filosofia estetica totale giapponese (che va dall’ikebana, l’arte della composizione dei fiori, al chadō, la cerimonia del tè e al kyūdō, il tiro con l’arco) richiede un’offerta totale, una messa al servizio dell’arte che non concepisce sconti.

È per questo motivo che ogni suono che esce dal taiko è un’esperienza spirituale che non necessita di altri strumenti per essere compreso. Nessuna mediazione, nessuna parola può essere convocata. Solo un suono che si fa tuono, che riecheggia nell’ambiente circostante, che vibra senza tremare.

E sotto la direzione di Tamasaburô Bandô, attore definito, nel 2012, “tesoro nazionale” dal governo giapponese, Kodō ritorna alle Nuits de Fourvière offrendo al pubblico francese un saggio della propria arte. Cinque anni dopo aver presentato Ekkyo, Kodō propone Dadan, un nuovo magico lavoro. Assistere ad uno spettacolo dell’ensemble giapponese rappresenta una vera e propria esperienza estetica totale, un raro momento di purezza lontana eppure così vicina alla nostra presenza terrena.

La presenza quasi esclusiva di tamburi forma un movimento omogeneo, votato al colpo che diviene battito cardiaco, suono materno e ritmo di vita. L’apertura delle varie esperienze sonore avviene costantemente nella delicatezza, trasformandosi, in seguito, in raffiche di colpi, o nel rumore degli zoccoli di un assalto di cavalleria.

Il concerto si divide in tappe, ognuna delle quali è costituita da movimenti che si rincorrono senza mai lasciare spazio al silenzio, alla privazione del suono. Costante è la presenza di una vibrazione, fosse anche quasi impercettibile, che non lascia la possibilità al respiro, all’applauso. Intorno allo spazio circolare creato dagli artisti vige un’atmosfera di sospensione e di attesa. Nulla di snervante, ma solamente una privazione dell’intervento e dell’aspetto mondano.

I tamburi creano danze ipnotiche lontane anni luce da quelle tribali dell’Africa nera. I ritmi ossessivi non posseggono nulla di animistico, ma richiedono, in ogni caso, un abbandono delle forze per un trasporto spirituale nell’arte del taiko.

Le apparizioni europee dell’ensemble giapponese sono rare e la doppia occasione presentata dal festival lionese ha rappresentato qualcosa di straordinario. E il pubblico che ha avuto la fortuna di assistervi ne è ben cosciente.

Dell’arte della guerra e del battito materno

L’élégance des tambours de Kodō a émerveillé le publique des Nuits des Fourvière. Un moment magique, qui se situe entre le battement du cœur et le toner. Cinq ans après avoir présenté le spectacle Eykko, l’ensemble japonais, sous la direction du « trésor national » Tamasaburô Bandô, est revenu à Lyon avec Dadan, lieu sonore créé pour enchanter avec le son profond et terrible du taiko.

Lo spettacolo è andato in scena:
Grand Théâtre – Parc archéologique de Fourvière
6 rue de l’antiquaille – Lione (Francia)
lunedì 21 e martedì 22 luglio, ore 22.00

Il Festival Les Nuits de Fourvière presenta
Dadan – Tambours des Kodō
direttore artistico Tamasaburô Bandô.
con Tomohiro Mitome, Yuichiro Funabashi, Mitsuru Ishizuka, Yosuke Oda, Masayuki Sakamoto, Kenta Nakagome, Tokio Takahashi.

www.nuitsdefourviere.com
www.kodo.or.jp