Allegoria e leggerezza non bastano per affrontare i problemi dell’attuale società

In scena al Teatro Morlacchi di Perugia, Decamerone , il terzo capitolo tratto dal ciclo Grandi Italiani curato da Marco Baliani che segue Furioso Orlando e Giocando con Orlando e che, dalla prossima stagione, vedrà protagonista Il Principe di Machiavelli.

Liberamente tratto da Giovanni Boccaccio, il nuovo adattamento teatrale di Marco Baliani scorre agevole e abbastanza godibile pur non raggiungendo in pieno il proprio intento didattico e drammaturgico. Il linguaggio ricorda quello dell’epoca storica di Boccaccio pur rivisitato. I ritmi, la struttura, il clima conflittuale dei personaggi, il paradosso insieme tragico e grottesco, non sembrano subire menomazioni fatali, affidandosi a cadenze della cultura volgare più vicina ai nostri giorni.

Non tutte le cento novelle fanno parte dello spettacolo, solo sette vengo analizzate dal regista che le mette in scena con atto unico. Centrale è la posizione del furgone/carovana a cui tutti gli attori fanno riferimento e che permette alla scena di essere semplice e funzionale allo stesso tempo. Un limite di questa rappresentazione è costituito dal numero limitato di attori per cui le novelle, non separate da intermezzi o invenzioni ad hoc, risultano più simili a una storia continua in cui gli interpreti si scambiano di ruolo e posizione, perdendo in questo modo parte del proprio valore e significato quali personaggi specifici.

Il racconto incarna la rappresentazione di una compagnia girovaga, il cui colorito e vissuto carrozzone risponde ai diversi luoghi dell’azione scenica. L’intero spettacolo è, per bocca dei protagonisti, una metafora della società contemporanea colpita da un morbo che «piega più lo spirito che il corpo». Questa dichiarazione d’intenti di Stefano Accorsi resta tale perché lo spettatore appare spaesato, come peraltro lo è il comune cittadino nell’attuale società. Il cruccio è costituito dalla mancanza di soluzione proposte, che si materializzano in gesti e parole che arrivano raramente a toccare lo spettatore nel profondo, ma il peccato originale della storia è, invece, quello di una eccessiva vicinanza agli schemi del Boccaccio (pur nella differenza di epoca alcune situazioni si riconoscono immutate), rendendo così vano il tentativo di farla arrivare fresca e attuale. L’investigazione sembra mancare di profondità, frenando lo slancio dell’interpretazione – a tratti brillante – degli artisti.

La volontà di proporre tematiche provocanti, capace di suscitare interesse e dibattito sul contemporaneo, sembra quindi, in questo caso, sacrificata alla tentazione di andare sul sicuro, affidandosi a un repertorio di immancabile successo e già collaudato.

Lo spettacolo è andato in scena:
Teatro Morlacchi

Piazza Morlacchi, 13, Perugia
sabato 28 marzo

Decamerone: vizi, virtù e passioni
liberamente tratto dal Decamerone di Giovanni Boccaccio
con Stefano Accorsi, Salvatore Arena, Silvia Briozzo, Fonte Fantasia, Mariano Nieddu, Naike Anna Silipo
adattamento teatrale e regia Marco Baliani
drammaturgia Maria Maglietta
scene e costumi Carlo Sala
disegno luci Luca Barbati
una produzione Nuovo Teatro
in collaborazione con Fondazione Teatro della Pergola di Firenze