La vida es un carnaval

bellini-napoliLa casa chiusa dell’arte riapre i suoi battenti: al Teatro Bellini torna, per il quinto anno consecutivo, il richiestissimo Dignità autonome di prostituzione.

Una grande festa, un’esperienza singolare, prima ancora che uno spettacolo. Un modo diverso di intendere quest’ultimo: inclusivo piuttosto che esclusivo, sfrontato e chiassoso piuttosto che sobrio e serioso. Questa è la forte sensazione che si percepisce dopo aver assistito a Dignità autonome di prostituzione, spettacolo scritto da Luciano Melchionna e Betta Cianchini.
L’idea alla base è stimolante e innovativa. Si guarda infatti alla performance teatrale come a una sorta di “dono” prezioso e libidinoso che l’artista consegna al famelico spettatore. Gli attori, ambulanti dispensatori d’arte, offrono infatti al pubblico il loro talento, la loro “prestazione”, e si aggirano per il teatro in deshabille, adescandolo. Come in una vera e propria casa chiusa, il “cliente” contratta il prezzo col performer/prostituto e poi si apparta con lui. A questo punto – come a celarsi da occhi indiscreti, a proteggere qualcosa di peccaminoso, ma al tempo stesso ambito – si viene condotti nei luoghi più disparati, fuori e dentro il teatro, abbattendo il concetto di spazio deputato e facendo visita a camerini, uffici e altri anfratti. Qui, l’artista darà vita al suo personale spettacolo, diverso per ognuno di essi e differente anche per genere. Gli interpreti dimostrano una grande padronanza del mestiere, anche se non tutti i monologhi si mantengono sullo stesso livello. Gli attori coinvolti in Dignità sono comunque davvero tantissimi e, sebbene la durata dello spettacolo sia nettamente superiore a quella classica, non si fa a tempo a gustare tutte le “portate del menu” e ciò, se da una parte genera un senso di incompletezza e d’insoddisfazione, dall’altro invoglia a tornarvi quanto prima, in preda alla piacevole smania di vedere tutto il vedibile.
Oltre a questo, però, vi sono numerosi altri elementi pronti a scuotere i sensi dello spettatore. Per tutta la durata della messa in scena infatti, dal centro del teatro prendono vita musiche e canti in grado di intrattenere piacevolmente mentre si attende di assistere alla successiva rappresentazione “privata”. Degne di menzione anche l’apertura e la chiusura dello spettacolo, furoreggianti, coloratissime e ricche di brio. In particolare, il finale in cui ci si riunisce tutti in platea, che somiglia a una grande festa a cui ognuno è invitato a partecipare. Qui, grandi voci danno prova della loro destrezza, in un momento che forse ha come unica pecca quella di prolungarsi un po’ troppo, con effetto ridondanza. Sempre in chiusura, vi sono poi una serie di gag e di numeri non tutti riuscitissimi e perfettamente amalgamati al resto e tra loro. Meglio, invece, quando il teatro si fa balera e lo spettatore – senza dubbio al centro di tutto questo baccanale – si unisce al cast intero alle danze finali, che di fatto spostano ancora più lontano il confine tra chi recita e chi assiste.
Del resto, Dignità è proprio questo, un vis à vis tra chi vende e chi compra arte, un accorciarsi delle distanze tra le due figure, relegate solitamente ai poli opposti dei teatri. Nonostante il gran numero di persone coinvolte (da un lato e dall’altro), la sensazione è quella di intimità, di vicinanza. Allo sfarzo della cornice, infatti, fa da contrappunto la sobrietà della singole rappresentazioni, fondate interamente sulla prova attoriale e non, stavolta, sulla messa in scena – cosa che comunica immediatezza e concretezza.
Insomma, un vero e proprio show che punta a divertire, ma anche a meravigliare e spiazzare, sempre all’insegna del brio.

Lo spettacolo continua
Teatro Bellini
via Conte di Ruvo 14, Napoli
dal 19 febbraio al 15 marzo 2015
da giovedì a sabato ore 21.00 – domenica ore 18.00
Dignità autonome di prostituzione
di Luciano Melchionna
dal format di Luciano Melchionna e Betta Cianchini
regia Luciano Melchionna
con Raffaele Ausiello, Chiara Baffi, Lorenzo Balducci, Patrizia Bollini, Giuseppe Brancaccio, Andrea Caiazzo, Betta Cianchini, Camillo Marcello Ciorciaro, Cinzia Cordella, Gianluca D’Agostino, Veronica D’Elia, Marika De Chiara, Sylvia De Fanti, Fabiana Fazio, Valentina De Giovanni, Carmine De Martino, Adelaide Di Bitonto, Antonella Elia, Sara Esposito, Clio Evans, Adriano Falivene, Annarita Ferraro, Emanuela Gabrieli, Giulia Galiani, Martina Galletta, Giuseppe Gaudino, Sebastiano Gavasso, Luciano Giugliano, Irene Grasso, Alessandro Lui, Gennaro Maione, Veronica Mazza, Marianna Mercurio, Momo, Joan Negrié, Lavinia Origoni, Carla Petrachi, Carmen Pommella. Caterina Pontrandolfo, Daniele Russo, Paola Sambo, Simona Seraponte, Chiara Spoletini, Sandro Stefanini, Serenella Tarsitano, Adele Tirante, Giorgia Trasselli, Luigi Vuolo
costumi Michela Marino
disegno luci e direzione tecnica Salvatore Palladino
fonico Luigi Di Martino
assistenti alla regia Andrea Caiazzo, Sara Esposito, Agostino Pannone, Vincenzo Esposito, Roberto Arabiano
produzione Fondazione Teatro di Napoli, Non camminare scalza