Fimmina di servitù, fimmina ca cumanna

L’ascesa al potere di una donna di mafia: trent’anni di lotte, rivalse e trame sotterranee rivissute in due ore alla Casa delle Culture di Roma

È un torrente in piena Dollìrio, uno splendido monologo che coinvolge e travolge il pubblico con la forza delle parole e della storia, arricchite, impreziosite e rese vive dalla totalità scenica di Graziana Maniscalco, grandiosa interprete di uno spettacolo difficile sul piano registico quanto impegnativo su quello della recitazione.
Mara è una ragazza sradicata, che dopo la perdita dei genitori si trova a chiedere aiuto e protezione a Don Lirio, paterno uomo d’onore e perno su cui prenderà a girare la sua vita in maniera sempre più totalizzante: si trasferisce a casa di “Dollìrio”, ne cura la gestione facendo le veci di sua moglie, Donna Mira, quando questa si assenta a causa delle continue visite per la figlia malata, e comincia a inserirsi pian piano anche negli affari sporchi di Don Lirio. Come un fiume che lentamente leviga i sassi al suo passaggio così Mara, discretamente e «sempri comu voli vossia Dollìrio», di giorno in giorno conquista spazi, potere e rispetto: la sua è un’iperbole che da Catania la porta a Milano e in Svizzera, e la vede trasformarsi da ragazza ingenua e indifesa a donna accorta, capace di gestire traffici e finanze. È una metamorfosi che il pubblico può godere e apprezzare in ogni piccolo frammento, lasciandosi trascinare in questo vortice dove anche la violenza e l’omicidio sembrano perdere negatività, quasi banalizzati nell’ottica di necessità in cui la protagonista sa accompagnare gli spettatori. Accanto a lei un “essenziale” Don Lirio, figura muta per tutta la durata dello spettacolo ma estremamente comunicativo sul piano dell’espressività facciale; riesce a racchiudere in piccoli gesti e minimi segni un universo di parole dal sapore tipicamente siciliano, come a dire: a megghiu parola è chidda chi un si rici.
Graziana Maniscalco riesce in questa strepitosa prova d’attrice, riempiendo una scena quasi nuda con la sua persona e il suo valore, muovendosi e muovendo lo spazio, facendosi totalmente artefice del racconto. È con questo spettacolo che nel 2007 ottiene il Premio dell’Associazione Nazionale Critici di Teatro in quanto “Attrice di vivido temperamento filtrato da misura interpretativa e razionalità dell’espressione – sia mimica che vocale – lavora da tanti anni al perfezionamento di una femminile individualità di attrice, ove la passionalità mediterranea si congiunge idealmente ai più rigorosi modelli della grande drammaturgia nord europea. […] analizza un labirinto linguistico che esula dallo stereotipo dialettale facendosi ricerca di un lessico inusitato e restituito a nuova dignità poetica, come nel caso di Dollirio.”
Si sorride e ci si emoziona durante lo spettacolo, e si esce dalla sala a malincuore, con la voce di Maria Callas che ancora risuona nelle orecchie, e negli occhi.

Lo spettacolo è andato in scena:
Casa delle culture
via San Crisogono, 45 – Roma
fino a domenica 13 novembre
orari: da martedi a sabato ore 21.30, domenica ore 18.00

Gruppo Iarba presenta
Dollìrio
di Nino Romeo
regia Nino Romeo
con Graziana Maniscalco e Nino Romeo
scene e costumi Umberto Naso