Il tormento e la grazia

La Scala di Milano presenta, fino al 12 febbraio, il Don Carlo di Verdi nella versione in cinque atti. Un’opera magniloquente, complessa, che prende vita sul prestigioso palcoscenico scaligero, sotta la direzione del verdiano Myung-Whun Chung e con la regia dei Peter Stein. Una rappresentazione coraggiosa e perfettamente riuscita.

La storia delle rappresentazioni del Don Carlo di Giuseppe Verdi è complessa, ricca di interventi diretti ed indiretti, di interferenze e di ripensamenti. Ispirata dal lavoro di Friedrich Schiller, Don Carlos, Infant von Spanien, l’opera viene inizialmente presentata nella sua forma in cinque atti l’11 marzo 1867 all’Opéra di Parigi. Qualche mese dopo avvenne il debutto, al Teatro Comunale di Bologna, della versione italiana, sempre in cinque atti. Ma fin da quell’anno iniziarono i tagli e le modifiche all’opera, autorizzati, inizialmente, dallo stesso Verdi per far sì che l’opera acquisisse leggerezza ed efficacia. Nel 1884 la Scala presenta una versione in quattro atti concepita dallo stesso Verdi, ottenuta dalla versione originale francese attraverso l’espunzione dell’atto iniziale e dei ballabili. È proprio questa versione che si diffuse più rapidamente ed è ancora quella che oggi viene rappresentata con più frequenza.

La Scala decide di presentare la versione in cinque atti alla quale Verdi lavorò negli anni Ottanta, successivamente alla rappresentazione del 1884. La scelta coraggiosa di presentare questa versione completa dell’opera, che mancava da quarant’anni, e cioè da quella versione diretta da Claudio Abbado con la regia di Luca Ronconi presentata l’11 dicembre 1977, è una scelta vincente che ridona a questo capolavoro verdiano tutto il suo splendore ed il suo respiro.

Il Don Carlo si sviluppa su tre grandi conflitti che rappresentano i tre grandi assi sui quali si sviluppa la storia: quello del contrasto tra padre e figlio, tra Filippo II e Carlo, quello delle due diverse concezioni politiche del monarca assoluto Filippo e del liberale Rodrigo e quello del drammatico confronto tra Stato e Chiesa. Queste tematiche complesse si concretizzano in una composizione in grado di lavorare il materiale psicologico con grande finezza, lavorando ogni singolo personaggio per incastonarlo in un’opera grandiosa e tormentata. La rappresentazione del Don Carlo alla quale abbiamo assistito alla Scala, ci ha colpito per l’enorme rispetto del dettato verdiano e per l’interpretazione ineccepibile e autentica degli attori. Francesco Meli ha proposto un’interpretazione del Don Carlo lancinante, mosso dai moti patriottistici (spronati da Rodrigo, uno straordinario Simone Piazzola la cui presenza scenica è a dir poco grandiosa), dall’amore e dalla vendetta personale, lavorando un personaggio complesso con grande amore lirico. Krassimira Stoyanova è una Elisabetta di Valois impeccabile, personaggio chiave combattuto tra ragion di Stato e sentimento personale, spesso accompagnata da un’elegantissima Beatrice Uria-Monzon nel ruolo della terribile principessa Eboli, elemento che incide e fa sanguinare un’opera dove i conflitti sono già molteplici. Il ruolo del monarca assoluto Filippo II è stato impersonato da Michele Pertusi (chiamato all’ultimo minuto per sostituire Ferruccio Furlanetto) elegante e terribile basso che fa di Filippo un perfetto personaggio verdiano. La direzione dell’orchestra è stata assicurata dal M° Myung-Whun Chung, che ritorna a dirigere un’opera di Verdi dopo aver accolto un grande successo con la rappresentazione del Simon Boccanegra alla Fenice. La regia di Peter Stein è quella già presentata a Salisburgo nel 2013: una regia che si attiene al dettato verdiano con immenso rispetto e che concepisce, insieme al creatore delle scene Ferdinand Woegerbauer, luoghi grandiosi che evitano il rischio dell’eccesso e che, al contrario, propongono una efficacia proprio grazie ad una semplificazione aderente al tormento sublime dell’opera verdiana.

Spettacolo visto giovedì 26 gennaio 2017

Lo spettacolo va in scena:
Teatro alla Scala
Via Filodrammatici, 2 – Milano
fino a domenica 12 febbraio 2017
orari: mercoledi’ e sabato 18.30, domenica 14.30

Il Teatro alla Scala presenta
Don Carlo
di Giuseppe Verdi
dramma lirico in cinque atti
libretto di François-Joseph Méry e Camille Du Locle
traduzione italiana di Achille De Lauzières e Angelo Zanardini
direttore dell’orchestra Myung-Whun Chung
regia Peter Stein
coro e Orchestra del Teatro alla Scala
scene Ferdinand Woegerbauer
costumi Anna Maria Heinreich
luci Joachim Barth

Elisabetta di Valois Krassimira Stoyanova
La principessa Eboli Ekaterina Semenchuk, Beatrice Uria-Monzon (22 Gennaio)
Don Carlo Francesco Meli
Rodrigo Simone Piazzola
Filippo II Ferruccio Furlanetto, Michele Pertusi (26 Gennaio), Ildar Abdrazakov (29 Gennaio)
Il Grande Inquisitore Eric Halfvarson (17, 22, 26, 29 Gennaio, 1, 4 e 12 Febbraio)Un frate Martin Summer
Voce dal cielo Céline Mellon
Sei deputati fiamminghi Gustavo Castillo, Rocco Cavalluzzi, Dongho Kim, Victor Sporyshev, Chen Lingjie, Paolo Ingrasciotta,
Conte di Lerma/Un araldo reale Azer Zada
Tebaldo Theresa Zisser

produzione del Festival di Salisburgo

durata 5 ore e 10 inclusi intervalli

http://www.teatroallascala.org