Un re senza corona né mantello

maggio-fiorentinoIl Don Carlo di Giuseppe Verdi, eseguito in forma di concerto, ha inaugurato l’ottantesimo Festival del Maggio Musicale Fiorentino, un festival, questo, che verrà tristemente ricordato per la profonda crisi che sta duramente colpendo il Teatro Comunale del capoluogo toscano.

Numerose le tematiche che fanno di quest’opera una tra le più impegnative e intense di Verdi.
Una trama complessa che ha portato lo stesso compositore a rivisitarne e a modificarne i contenuti più volte, dall’epoca della prima stesura parigina in cinque atti del 1867. Verdi, infatti, non si limita a raccontare una storia, ma la usa per far scontrare sulla scena ideologie universali e opposte tra loro. Così Filippo II di Spagna e Don Carlo, entrambi tragicamente innamorati della stessa donna, mettono in atto un durissimo scontro generazionale tra padre e figlio che si sviluppa sia sul piano politico sia su quello privato. Monarchia assoluta e politica liberale lottano nelle figure del sovrano e del Marchese di Posa e, infine, Stato e Chiesa si affrontano senza tregua fino alla sconfortante conclusione per cui “il trono dovrà sempre piegarsi al cospetto dell’altare”.
In quest’opera il compositore affina lo studio psicologico dei suoi personaggi in modo del tutto innovativo: infatti, anche grazie a una efficace e impetuosa seppur controllata orchestrazione, ricostruisce il carattere di ognuno nota dopo nota, senza tralasciare interessanti quanto inaspettate sfaccettature. Esempio principe di detto studio è Filippo II, personaggio decisamente negativo che, tuttavia, rivela un lato fortemente patetico nella celeberrima aria Ella giammai m’amò, forse una tra le più belle dell’intera opera. A tal proposito, ha saputo dimostrarsi di grandissimo effetto Dmitry Beloselskiy, sovrano della serata in tutti i sensi, capace di far tremare il pubblico e di commuoverlo allo stesso tempo. Tristemente degno di nota è invece il protagonista dell’opera, Massimo Giordano, le cui voce e interpretazione non convincono affatto l’esigente pubblico del Teatro del Maggio. Ottima la Principessa Eboli di Ekaterina Gubanova. Innamorata, vendicativa e infine pentita, la mezzosoprano russa si rivela artista pienamente soddisfacente sia dal punto di vista tecnico che interpretativo. Rassegnata e infelice, esattamente come l’avrebbe desiderata lo stesso Verdi, Kristin Lewis con la sua splendida Elisabetta di Valois, sfrutta al meglio una voce praticamente ineccepibile.
Un plauso particolare va al coro del Maggio Musicale e, naturalmente, al Maestro Lorenzo Fratini – che ha saputo plasmare le voci degli artisti e renderle una cosa sola in funzione della partitura. Buona – poteva essere altrimenti? – anche la bacchetta di Zubin Mehta. Il Maestro, visibilmente emozionato, ha efficacemente diretto l’orchestra con grande intelligenza musicale, rispettando e assecondando i tempi musicali dei vari artisti.
Un Don Carlo piacevole da fruire e di buono spessore artistico quello dell’ottantesimo Festival del Maggio Musicale Fiorentino, uno spettacolo che lascia sperare nell’arrivo di tempi migliori. Ci auguriamo che il prossimo Don Carlo a Firenze possa abbandonare la forma di concerto per far spazio al fasto delle scene e dei costumi che più si addicono a un’opera di tale portata.

 

L’opera è andata in scena:
Teatro del Maggio Musicale Fiorentino
corso Italia, 16 – Firenze
Giovedì 2 Maggio, ore 19:00
Domenica 5 Maggio, ore 15:30
Mercoledì 8 Maggio, ore 19:00
Domenica 12 Maggio, ore 15:30

Don Carlo
musiche Giuseppe Verdi
opera in cinque atti di Fracois-Joseph Méry e Camille du Locle da Friedrich Schiller
direttore Zubin Mehta
maestro del coro Lorenzo Fratini
orchestra e coro del Maggio Musicale Fiorentino
Filippo II: Dmitry Beloselskiy
Don Carlo: Massimo Giordano
Rodrigo: Gabriele Viviani
Il Grande Inquisitore: Paata Burchulazde
Un frate: Alexander Tsymbalyuk
Elisabetta: Kristin Lewis
Eboli: Ekaterina Gubanova
Tebaldo: Laura Giordano
Il conte di Lerma/Un araldo reale: Saverio Fiore
Una voce dal cielo: Ekaterina Sadovnikova
Deputati fiamminghi: Andrea Vincenzo Bonsignore, Gianluca Margheri, Italo Proferisce, Alessandro Calamai, Davide Ruberti, Marco Bussi