Controcorrente

Nuotare controcorrente. Essere controcorrente. Quando tutti i teatri chiudono i battenti, c’è chi non parte per le vacanze e si sforza di dare ancora un senso al mestiere dell’attore: Corrado d’Elia.

L’intera, travagliata stagione del Libero è dedicata ai sognatori e chi meglio di Don Chisciotte incarna colui che, lottando contro i mulini a vento, può dirsi strenuo difensore del sogno? Chi meglio del teatrante, in tempi di crisi, può imbracciare la spada e scagliarsi contro il mago Frestone che vorrebbe dichiarare finiti l’arte, la cultura e soprattutto quel mezzo effimero che è il teatro – trasformandoli in mulini a vento?

Su un palcoscenico dove un tavolo a forma di aereo trasporta Corrado d’Elia tra le pagine di Miguel de Cervantes Saavedra, l’idea di questo spettacolo nasce proprio dal confronto tra l’uomo d’Elia, el ingenioso hidalgo e l’attore e regista in tempo di crisi.

Tre piani di lettura diversa: le pagine del libro (molto ben recitate da d’Elia), che si sovrappongono ad appunti, ricordi, citazioni, brani di canzoni amati, nella vita, dall’attore (che in un esercizio ossimorico cerca di interpretare se stesso, cosa che nessun teatrante dovrebbe mai tentare perché improprio alla sua natura) e la metateatralità di descrivere la propria ricerca di regista e autore che vuole costruire uno spettacolo intorno alla figura di Don Quixote de la Mancha – coadiuvato non da uno scudiero come Sancho Panza, bensì dal proprio assistente, Luca.

Troppa carne al fuoco. All’inizio, soprattutto, si fatica a seguire i tre piani di lettura. Mancano immagini per dare spessore ai ricordi personali (che non possono confrontarsi con l’affabulazione istrionica di Don Chisciotte sul piano strettamente verbale). Perché in quella cornice vuota non vediamo, ad esempio, Corrado d’Elia nel ruolo di Caligola? O durante le prove di qualche spettacolo? In fondo d’Elia interprete non può essere quello in carne e ossa, quello in carne e ossa deve essere altrove – anche nelle foto su uno schermo/cornice: altrimenti il gioco teatrale non funziona.

E soprattutto, dov’è Luca? O Sancho Panzo, che dir si voglia? Se Don Chisciotte aveva bisogno del suo scudiero, d’Elia non può essere entrambi.
Manca una struttura che sostenga con l’azione, il gesto, un uso più completo dello spazio la costruzione narrativa, di per sé complessa e sfaccettata. Troppa carne al fuoco per un solo interprete che, proprio nei momenti in cui veste i panni di Don Chisciotte, dà però il meglio di sé: perché la capacità attorale di Corrado d’Elia è sempre fuor di dubbio.

Lo spettacolo continua:
Teatro Libero
Via Savona 10 – Milano
fino a domenica 17 luglio
orari: da lunedì a sabato ore 21.00 – domenica ore 16.00
replica straordinaria: sabato 25 giugno, ore 22.30

Compagnia Teatri Possibili presenta:
Don Chisciotte
progetto e regia di Corrado d’Elia
da Miguel de Cervantes
con Corrado d’Elia