Campioni del mondo

Una delle dittature più tragiche del Novecento raccontata attraverso gli occhi di un bambino: tra miti del calcio e ricordi d’infanzia si alza il grido delle madres de Plaza de Mayo.

È il 25 Giugno 1978: la nazionale argentina vince i Mondiali di calcio e il mondo intero esulta per le gesta eroiche di Mario Alberto Kempes, el matador. Anche un bambino calabrese, orfano e cresciuto dalla nonna, festeggia davanti a un Brionvega rosso il trionfo del suo mito. Il regime di Jorge Rafael Videla Redondo ha raggiunto lo scopo: mostrare un’Argentina sfavillante e vincente mettendo a tacere le voci di repressioni sanguinarie, omicidi, torture e sparizioni che iniziano a fuoriuscire dai confini nazionali. A due anni dal colpo di stato che porta al potere la giunta militare di Videla, Massera e Agosti l’Argentina intera festeggia, coprendo con urla di gioia quelle strazianti dei torturati e affolla le strade, riempiendo il vuoto lasciato dalle migliaia di desaparecidos.

Nel suo primo testo per il teatro, El Matador – Racconti Desaparecidos, Francesco Tosti sceglie di raccontare il dramma argentino partendo da lontano, dalla Calabria: un baule di ricordi richiama alla mente i sogni di un bambino cresciuto tra i miti sportivi e le coccole di una nonna chiamata a sostituire i genitori morti troppo presto. Bandiere, divise calcistiche e ritagli di giornale riportano lo spettatore indietro nel tempo, in quella stanza ricoperta di poster e trasformata in “stadio privato”: il contrasto tra l’Argentina festante e vittoriosa e quella sottomessa e ridotta al silenzio si fa stridente. Il racconto di un’infanzia dolorosa, che trova rifugio nell’ideale calcistico, è inframmezzato dalle notizie del golpe militare del 1976 e del successivo insediamento della giunta militare, con le progressive limitazioni delle libertà personali di un popolo troppo spaventato per ribellarsi al regime. Le lettere di uno zio mai conosciuto, emigrato in Argentina nel 1950, segnano il cambiamento in atto nel Paese, facendosi, da spensierate e ricche di racconti, sempre più asciutte e nostalgiche, terminando tutte con la stessa frase sibillina: «Spero di non volare al posto di questa. Zio Gustavo».

Lo spettacolo è un continuo rilancio di situazioni e di momenti: i video delle imprese calcistiche del matador Mario Alberto Kempes si scontrano con quelli dei sequestri e delle torture perpetrati dalla Giunta Militare; le richieste di aiuto delle madres de Plaza de Mayo ai giornalisti arrivati da tutto il mondo per seguire il campionato si spengono nelle cronache delle partite. Il conteggio delle reti di quello che è stato definito il mondiale della vergogna svanisce però nel freddo elenco dei numeri del regime: trentamila desaparecidos, trecentoquaranta centri di detenzione, sei studenti scomparsi nella “notte delle matite spezzate”, cinquecento neonati considerati “bottino di guerra”. Una storia che ha già trovato spazio nei libri così come nel cinema ma che merita di essere raccontata sempre; anche con leggerezza, anche attraverso il canto.

Lo spettacolo è andato in scena:
Teatro Quirino – Vittorio Gassman
via delle Vergini, 7 – Roma
lunedì 10 Ottobre, ore 21.00

Provincia di Roma, Ambasciata Argentina in Italia e Fondazione Amedeo Meniconi in collaborazione con Teatro della Luna Storta, Associazione Culturale I Raccogli Fiabe e TeatroSenzaTempo presentano
El Matador – Racconti Desaparecidos
di Francesco Tosti
regia Francesco Tosti
con Antonio Nobili, Ylenia Oliviero
fonica e luci Francesco Lombardi
arrangiamenti musicali Francesco Lombardi