Il TEATRO DOPO L’OLOCAUSTO

Al Teatro Due Roma va in scena l’incomunicabilità del dolore

Può ancora esistere il teatro dopo l’Olocausto? Questa la domanda che ci si pone una volta usciti da Erinnerung, spettacolo composto da due monologhi (La sorvegliante e Il compleanno) per la regia di Gianni Guardigli e interpretato da Michela Martini e Dorotea Aslanidis. Conviene dirlo subito: si tratta di uno spettacolo brutale, crudo, a volte crudele, che restituisce senza sconti l’orrore dei campi di sterminio facendoli rivivere sotto forma di ricordi, brevi flash-back sonori, oggetti, odori. Tutto prende spunto dal titolo. Erinnerung ha due significati, ricordo e memoria, i due grandi temi su cui tutto poggia. Il ricordo individuale e la memoria collettiva, il dolore e la sofferenza incarnate da due donne, una vecchia tedesca che per salvarsi è diventata guardiana di un campo di concentramento e una donna borghese, ebrea, condannata a rivivere in eterno il giorno del suo compleanno, quando la sua famiglia venne deportata. È il primo dei due monologhi, interpretato da Michela Martini, a introdurci nel vivo del tema. Nella doppia finzione essa interpreta una deportata e una domestica. La vediamo avanzare proprio in queste vesti, compiere gesti quotidiani, parlare tra sé di argomenti apparentemente sconnessi, incomprensibili. Solo lentamente affiorano alla sua memoria gli episodi di un passato non troppo distante. Ed ecco che le sue parole ci introducono gradualmente nella realtà di campo di concentramento, il tono prima sommesso e ora concitato delle sue parole si scaglia con ferocia contro soldati e carcerieri. Di fronte a lei c’è chi giunge a cibarsi di una farfalla, unico esempio di libertà e bellezza che le fosse concesso. La sua rabbia esplode, diventa furia, disgusto. Poi lentamente, come era iniziata, l’ira sbollisce, si fa rassegnazione. Il quotidiano ritorna nella vita di quella che è una donna al servizio di un altro personaggio, un’anziana borghese che fa il suo ingresso in scena. È forse questa la trovata più riuscita del regista Gianni Guardigli: nel secondo “quadro” le due donne si incontrano, interagiscono, ma non parlano mai tra loro, rispettando in questo i ferrei dettami del monologo, e dando vita nel modo più efficace alla metafora dell’incomunicabilità del dolore (più volte i personaggi rimangono con la bocca spalancata fissando il vuoto, in un urlo silenzioso il cui grido non è per questo meno straziante). Il ricordo si perpetua nella ripetitività dei gesti e dei pensieri. Per questo le azioni, le parole, le espressioni sono sempre le stesse. L’angoscia è la costante inesorabile delle loro due esistenze, ed è pronta a esplodere nelle forme e nelle parole più amare, in ogni circostanza, come una condanna, in tutti i momenti della loro giornata. Alle loro spalle, unica scenografia, un grande armadio contenente oggetti ancorati al passato come al presente: una radio, bambole di pezza, candelabri a sette braccia. La donna benestante del secondo monologo, a dispetto dell’età, è rimasta la bambina cui anni prima fu sterminata l’intera famiglia. Il suo bisogno di affetto, la sua fragilità, i suoi vezzi sono quelli di chi non ha mai superato il trauma infantile della perdita degli affetti più stretti. Alla fine, tutto si concluderà con il festeggiamento del compleanno, rito illusorio che non salverà le due donne dal baratro del loro passato. Erinnerung è uno spettacolo di rara potenza, scritto da un autore giunto alla piena maturità che ha trovato nel monologo una forma d’espressione a lui congegnale e interpretato da due attrici di grande tempra e talento. Può ancora esistere il teatro dopo l’Olocausto? Noi rispondiamo di si.

Lo spettacolo continua:
Teatro Due Roma
vicolo dei Due Macelli, 37 – Roma
fino a domenica 29 gennaio
orari: da martedì a sabato ore 21.00, domenica ore 18.00 (lunedì riposo)
biglietti: intero 12 Euro, ridotto 10 Euro
(durata 1 ora e venti circa senza intervallo)

Erinnerung
di Gianni Guardigli
regia Gianni Guardigli
con Michela Martini, Dorotea Aslanidis
scene e costumi Claudia Calvaresi
musiche Claudio Junior Bielli
luci Roberto Tamburoni