Albert Quesada. Coreografo di contatto

Domandarsi che tipo di rapporto ci sia tra il corpo e la musica, o tra i corpi su di un ritmo musicale preciso, è un terreno scivoloso, pieno di incertezze – ma dove è bello potersi perdere.

Cango ha ospitato, tra sabato 14 e domenica 15 ottobre, lo spagnolo Albert Quesada. Il suo lavoro coreografico, mostrato nella due giorni fiorentina, ha dato dimostrazione di un profondo studio sul contatto tra i corpi. Una specie di gioco al biliardo dove il tocco di una palla influenza la traiettoria dell’altra. Ogni tocco è prezioso e comporta, ovviamente, una conseguenza. Questo, l’elemento palese in entrambi gli spettacoli – sia in Onetwothreeonetwo, presentato sabato 14, sia in Move to listen+Assisted Solo, evento site-specific in scena il 15.
In Onetwothreeonetwo lo studio sul contatto si concentra sui corpi di due danzatori – ma non sempre, non essendo questa la tematica alla base del lavoro. Eppure, rimane evidente. Così come è evidente il lavoro ritmico sul flamenco che si trasferisce al corpo. Il lavoro ritmico del 123-123-12-12, ma anche quello melodico che si rifrange sui movimenti corporei e traspare nella dimensione spaziale.
Talvolta i corpi dei danzatori, lo stesso Quesada e Zóltan Valkuya, assumono la consistenza della corda vocale del cantante di flamenco – riprendendo le vibrazioni e le tensioni del canto. Altre volte i corpi, la coreografia e lo spazio si uniscono per riprodurre visivamente e a livello coreutico ciò che la musica esprime, prescindendo dalle regole e dalla tecnica del ballo flamenco, ma non dalla sua musica – elemento, questo, essenziale di Onetwwothreeonetwo. La musica è onnipresente, anche quando non c’è. E quando c’è, è riprodotta in due diverse dimensioni. Gli arpeggi, il ritmo, le note lunghe e i vocalizzi si trasformano in passi, vortici e giri che quasi invitano il pubblico ad alzarsi e a ballare con il danzatore. E Valkuya non perde occasione per “trafiggere” con lo sguardo lo spettatore. Nei diversi disegni, si intravvedono – come in una trama sottile e complessa – storie, rapporti, relazioni tra elementi, persone, microcosmi, intessuti come solo il rigore ritmico del flamenco sa fare.
Simile, eppure totalmente diverso, è il lavoro site- specific, elaborato con i danzatori che si sono iscritti al workshop di Quesada. Move to listen+Assisted Solo riproduce e basa l’intera attività sulla relazione singolo vs gruppo. Attraverso la tecnica ben nota della contact improvisation, ormai abbandonata da molti coreografi, Quesada allarga lo studio a un contatto fra più punti, più sguardi o traiettorie. I singoli che fanno gruppo e il gruppo composto da singoli. Ogni incrocio dettato, anche qui, da elementi musicali e ritmici – brani che sembrano scelti a caso, ma che a nostro avviso non lo sono.
In entrambe le rappresentazioni si può parlare di metateatralità – in quanto si lascia, in qualche modo, a scena aperta il lavoro di Albert Quesada. Come coreografo, e persona, che segue ciò che fanno i danzatori. E lo spettatore esperto si perde e si confonde tra l’osservazione del lavoro effettivo (la coreografia) e quella del coreografo che segue la propria coreografia. Un gioco appassionante che rende lo spettacolo quasi fin troppo breve.

Gli spettacolo sono andati in scena nell’ambito di La democrazia del Corpo Festival:
CANGO

via Santa Maria, 25 – Firenze

sabato 14 ottobre
Albert Quesada presenta:
OneTwoThreeOneTwo
ideazione Albert Quesada
coreografia e danza Albert Quesada & Zoltán Vakulya
musica Sabicas, Miguel Poveda, Manolo Caracol, Camarón de la Isla
sound design Albert Quesada
light design Bert Van Dijck
costumi Sofie Durnez _ testo programma JS Rafaeli
consulenza musicale Juan Carlos Lérida _ assistenza coreografica Petra Söör, Leo Castro
produzione Albert Quesada / Klein Verzet vzw
coproduzione Charleroi Danses, CCNR, Mercat de les Flors, Vooruit in the frame of the European Network DNA (Departures and Arrivals) / Co-funded by the Creative Europe Program of the European Union
con il supporto di SACD, the Vlaamse Gemeenschapscommissie, the Culture Programme of the European Union, the Koning Boudewijn Stichting _ in collaborazione con PACT Zollverein, Kaaitheater, TAKT/Provinciaal Domein Dommelhof, STUK, El Graner, L’animal a l’esquena

domenica 15 ottobre
Move to Listen + Assisted Solo
ideazione e coreografia Albert Quesada
interpreti partecipanti al percorso di creazione