(Mai) come voi

triennale-milanoFigli senza volto, un viaggio nell’anima nera di quei figli senza volto che hanno tentato, tra pistole e paure, di espugnare il sistema.

La Fondazione CRT di Milano continua la sua opera di sostegno ai gruppi teatrali privi di una propria sede, ospitando, tra le altre, nei nuovi spazi del Teatro dell’Arte, la compagnia Animanera con lo spettacolo Figli senza volto.
 

Animanera è un gruppo eterogeneo, impegnato nelle tematiche sociali, veicolate in modo originale e provocatorio dai suoi fondatori – Aldo Cassano, Natascia Curci, Antonio Spitaleri e Lucia Lapolla – che troviamo tutti in questo spettacolo.
Preziosa per la compagnia è stata la collaborazione con Ida Farè, autrice del testo, tratto da Come voi, racconto pubblicato ne Il pozzo segreto, Cinquanta scrittrici italiane (Giunti, 1993).
Siamo negli anni Settanta in un appartamento come tanti di un condominio come tanti, di un quartiere periferico del nord come tanti. Il tipico arredo di quegli anni, i vestiti e le acconciature di Natascia Curci – unica protagonista della scena – trasudano normalità, omologante frustrazione. Sembra di avere di fronte una casalinga, anche un po’ stereotipata, alle prese con la tipica routine da mura domestiche: piatti da lavare, sveglie mattutine, caffè, giradischi e televisione.
Ma qualcosa stride, qualcosa ci trasmette fin da subito il sentore che le cose non stiano davvero così. Sarà l’estrema attenzione con cui l’inquieta protagonista cerca di carpire e interpretare i suoni che vengono da fuori. Saranno i passi dei vicini che sembrano calpestare la sua libertà e quella del suo compagno. Saranno i suoni – che rimbombano nella perfetta acustica dell’intimo spazio in cui si svolge la scena – che si amplificano, che vogliono entrare, che diventano ancor più minacciosi nel momento in cui si alternano alle réclame pubblicitarie o a stralci di vecchie trasmissioni televisive.
L’apparente normalità che ricopre il racconto viene vomitata su una sorta di rete trasparente posta di fronte allo spazio scenico, che copre, con interessanti giochi di luce e di proiezioni, l’immagine di una donna senza volto, nascosta, impaurita, arrabbiata.
La intravediamo mentre ritaglia dai giornali fotografie di volti senza nome, di identità svuotate, incollandole una a fianco all’altra, come a donargli un percorso, una storia, una consistenza. Come a donarla a se stessa e alla sua vita. Perché lei è come loro, una di quelle immagini di cui nessuno conosce il nome, costretta a nascondersi, a scomparire, per aver scelto di muovere guerra a un sistema annichilente, per aver tentato «l’assalto al cielo».
Questo spettacolo dà una lettura della lotta armata molto diversa da quella che ci si aspetterebbe. Non vediamo guerre di potere e nemici che si fronteggiano, ma il riflettore è puntato piuttosto sul retroscena, sulle attese, sulle paure, sulle mura fisiche e interiori che si scolpiscono intorno ai suoi protagonisti.
È la storia di quei figli cui il potere, lo Stato, ha tolto volti, nomi e identità. È la storia di pistole puntate rabbiosamente fuori, ma è ancor di più la storia del ritorno di quel proiettile dentro. È l’amarezza del restare ingabbiati nella prigione che si voleva espugnare, diventando l’immagine speculare del proprio nemico.
L’amarezza sgorga dagli occhi, dalle mani, dalle labbra della bravissima Natascia Curci, attraverso le parole, dure e profonde, di Ida Farè: «ho seguito il filo della ribellione pura, l’acqua della vita. Sono state le vostre mani a intorbidirla di morte, ma eravate più forti e ho dovuto raccogliere le armi che mi avete consegnato. Sono diventata come voi. Ho bevuto l’acqua della ribellione amara».

Lo spettacolo continua
Triennale di Milano
Viale Alemagna 6 – Milano
11-14 febbraio, ore 19.30
15 febbraio, ore 18.30
16 febbraio, ore 15.00
18-21 febbraio, ore 19.30
22 febbraio, ore 18.30
23 febbraio, ore 15.00
 

Figli senza volto
testo Ida Farè
regia Aldo Cassano
con Natascia Curci
assistente regia Antonio Spitaleri
video Semira Belkhir, Marco Burzoni, Stefano Stefani, Federico Tinelli
audio Antonio Spitaleri
scene Valentina Tescari
luci Beppe Sordi
costumi Lucia Lapolla
produzione CRT Milano/ Centro Ricerche Teatrali
durata 40’