Al Pim Spazio Scenico, la compagnia Animanera celebra il tonfo senza ritorno della famiglia italiana durante la notte di Natale. Una cinica rappresentazione dello spazio domestico che toglie respiro a un’intera generazione


Immaginiamo per un momento il giorno di Natale, tra doni e balocchi, arrosti che rosolano in forno e fiumi di spumante che colmano i bicchieri sulle tavole di ogni casa: ora riportiamo questa visione alla classica famiglia italiana e il quadretto dipinto è il più classico e desiderato dei momenti, dopo un anno di stenti e fatiche. O forse no. La compagnia Animanera cerca di ribaltare questo stereotipo e di stigmatizzare i limiti del nucleo domestico del bel paese, con un testo, Finefamiglia, in cui l’ironia intrisa di cattiveria neanche troppo subliminale, mette a nudo i limiti dei classici benpensanti. Non più unione e aggregazione, le mura domestiche diventano un luogo in cui i quattro personaggi decidono di dirsi addio una volta per tutte, rinfacciandosi con insolita durezza l’egoismo e l’incomprensione che si sono impadroniti delle dinamiche del rapporto nel corso degli anni.

La presentazione dei caratteri dei personaggi evidenzia situazioni note, in cui padre e madre costituiscono una coppia unita in casa e separata nella vita e i figli due identità sciolte che vagano nell’insicurezza e nel dubbio di un contesto casalingo che, invece di aiutarli a spiccare il volo, li ha costipati in un futuro senza prospettive, in un atrio di vita in cui è impossibile respirare. Presi uno a uno, questi personaggi senza nome, padre, madre, figlio e figlia – in un rimando pirandelliano – si raccontano nei loro limiti e nella loro paranoica realtà: un padre ossessionato dalla realizzazione personale, ovviamente fedifrago e impegnato a dare un tocco di internazionalità alla propria famiglia, elemento fondamentale nel mondo del lavoro. I figli, un ragazzo e una ragazza qualunque, frustrati dalla loro situazione, che alternano momenti di pazzia alla volontà di emigrare dalla prigione domestica, correndo il rischio di diventare pericolosi per se stessi e per gli altri. E la madre, il personaggio che emerge durante la vicenda, la donna angelo del focolare che incarna il vero stereotipo dell’italianità in cui amore e dedizione coincidono, confondendosi con la soffocante paura di essere abbandonata. In questa notte così atipica solo un fattore impedirà ai personaggi di salutarsi: una torta, metafora della stabilità e della sicurezza che incatena chiunque alla propria alcova, ma che una volta finita, farà ripiombare coloro che ne avranno gustato l’ultima fetta in un’apatica instabilità.

Assistendo a uno spettacolo come questo viene da esclamare: finalmente! Finalmente una rappresentazione intelligente di una problematica che ogni tanto si perde nella chiacchiera da bar, ma che in realtà costituisce uno dei nodi cruciali della società italiana. Efficaci le scene, eccellente il testo di Magdalena Barile, che fotografa a perfezione la realtà familiare attuale in Italia, fantastica la regìa di Aldo Cassano, nella scelta delle musiche e dei movimenti da far compiere ai personaggi, mai banali. Nota di merito anche per gli attori, Debora Zuin, Natascia Curci, Nicola Stravalaci, Matteo Barbè: più che mai calzanti nei loro ruoli e bravissimi nella recitazione. Uno spettacolo completo, insomma, che conquista e fa riflettere, che fa “sgorgare” risate amare, ma che dipinge una realtà caricaturale già esplorata, ma mai con tanta precisione.

Viene quasi da suggerire a qualche regista cinematografico – che in passato ha provato a rappresentare la famiglia italiana nella sua aridità – di andare a vedere Finefamiglia, per capire che non serve l’esasperazione dei toni per ottenere un risultato convincente. Chissà, magari in Ricordati di me 2.

Lo spettacolo continua:
CRT Salone
via U. Dini 7, Milano
dal 24 marzo al 3 aprile 2011
da martedì a giovedì alle ore 21 (venerdì alle ore 21:30, sabato alle ore 19:30, domenica alle ore 16:00)
lunedì riposo

Finefamiglia
Una commedia nera dall’inferno di una famiglia
testo Magdalena Barile
regia Aldo Cassano
con Debora Zuin, Natascia Curci, Nicola Stravalaci, Matteo Barbè
assistente alla regia Antonio Spitaleri
costumi Lucia Lapolla
allestimento scenico Petra Trombini
collaborazione artistica Guido Buganza
audio Luigi Galmozzi, Antonio Spitaleri
organizzazione Giulia Telli
produzione Animanera
con il sostegno di Progetto Être/Fondazione Cariplo – Comune di Milano – PiM Spazio Scenico – Next- Laboratorio delle idee per Oltre il Palcoscenico

Lo spettacolo è andato in scena:
PiM Spazio Scenico
via Tertulliano 68 – Milano
fino a lunedì 10 maggio, ore 21