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Al Teatro Sistina torna a grande richiesta, dopo l’incredibile successo di critica e di pubblico del Tour europeo, Jesus Christ Superstar. Protagonista sempre l’immenso Ted Neeley e con lui buona parte del cast già conosciuto nel corso delle scorse stagioni. Persinsala ha incontrato Francesco Mastroianni che interpreta il ruolo di Caifa.

Era l’aprile di tre anni fa quando Ted Neeley si presentò alla stampa parlando del suo Jesus Christ Superstar, e di consensi da quel giorno questa famosissima opera rock ne ha ricevuti un’infinità, aggiudicandosi quest’anno addirittura il titolo di migliore produzione internazionale in Olanda. Da quel 2014 il musical, prodotto dalla PeepArrow Entertainment di Massimo Romeo Piparo, ha onorato tutte le stagioni a seguire del Sistina, compresa quest’ultima che lo vede in cartellone dal 12 al 23 aprile.
Noi di Persinsala abbiamo avuto l’occasione di incontrare Francesco Mastroianni, uno degli attori del musical, al quale abbiamo rivolto qualche domande nell’attesa del nuovo debutto.

Il 12 aprile Jesus Christ Superstar torna a illuminare il palcoscenico del Sistina, che aria si respira in questo teatro (anche dietro le quinte)?
Francesco Mastroianni: «Con questo spettacolo è come tornare ogni volta a casa. Faccio parte di quest’avventura da settembre del 2014 e
per un fan di Garinei e Giovannini, come sono io, respirare ogni volta l’aria del Sistina è indescrivibile. Questo teatro è storia, una sorta di tempio sacro. Se penso a tutti i grandi artisti che sono saliti su quel palcoscenico non posso che essere onorato di sentire scricchiolare sotto i miei piedi quelle tavole, se poi è per interpretare Caifa…».

Dal 2014 ricopre il ruolo di Caifa in JCS: come ci si sente a vestire questi panni? È cambiato qualcosa dalla prima volta?
F. M.: «Interpretare questo ruolo è sempre stato un mio sogno, farlo all’interno di questo cast è qualcosa di straordinario, non potevo chiedere niente di meglio. Quando a dodici anni vidi Jesus Christ Superstar, sempre con la regia di Massimo Romeo Piparo, non avrei mai pensato – anni dopo – di poter un giorno far parte del capolavoro di Andrew Lloyd Webber e Tim Rice, una realtà bellissima e importantissima per il panorama teatrale italiano. I cambiamenti sono stati molti, lo spettacolo cresce replica dopo replica e ogni volta è un’esperienza nuova che ti consente di scoprire aspetti della drammaturgia quasi invisibili all’inizio, così come impensabili sono le dinamiche tra i personaggi».

Lavorare con Ted Neeley (lo stesso attore protagonista del celebre film diretto da Norman Jewison nel 1973) è un privilegio che hanno avuto pochi artisti italiani. Che insegnamenti le ha dato l’attore statunitense e come descriverebbe la sua persona?
F. M.: «Ted é senza ombra di dubbio una delle persone più umili che io abbia mai conosciuto. La genuinità e la semplicità appartengono solo ai veri grandi come lui, che non hanno bisogno di ostentare nulla: questo è il più grande insegnamento che ho fatto mio. Inoltre grazie a lui ho imparato che ci si mette continuamente in gioco; ogni sera devi dare il massimo per trovare la giusta chiave che ti porta a interpretare il tuo ruolo senza cadere nella routine».

Qual è il momento dello spettacolo che da spettatore l’ha più coinvolta, e quale da attore il momento più emozionante?
F. M.: «Da spettatore una delle cose che trovo più coinvolgenti trovo che sia la scelta registica di inserire durante la scena delle frustate una carrellata di fotogrammi che mostrano i drammi del nostro pianeta. È un momento di riflessione che riesce, però, a non decontestualizzarsi troppo dall’azione scenica. L’impatto sullo spettatore è inevitabile. Da interprete ammetto, per forza di cose, che l’emozione più forte la provo nel momento in cui Caifa (io) e Hannas (Paride Acacia) decidono che Gesù dovrà essere ucciso. L’adrenalina viene scandita dal brano This Jesus must die e per questo devo dire assolutamente grazie a Paride Acacia, un onore essere al suo fianco».

C’è un sogno nel cassetto che Francesco Mastroianni vorrebbe si realizzasse in breve tempo?
F. M.: «Far parte di questo spettacolo è già un sogno. Prima di pensare ai prossimi preferisco vivermi questo… E non è poco!».

Ancora, dunque, un’altra imperdibile occasione per emozionarsi col talento di quanti lavorano con intensità a questo spettacolo, che continuerà, dopo il tour in Italia, proprio in Olanda, al Rotterdam Ahoy, il 5, 6 e 7 maggio con il gran finale di questa produzione, ricco di sorprese, ispirato all’allestimento dell’Arena di Verona del 2014 e che vedrà al fianco di Ted Neeley un cast davvero speciale.

Lo spettacolo continua:
Teatro Sistina

via Sistina, 129 – Roma
fino a domenica 23 aprile
orari: da martedì a sabato ore 21.00, domenica ore 17.00

Peep Arrow Entertainment presenta
Jesus Christ Superstar
di Tim Rice e Andrew Lloyd Webber
regia firmato Massimo Romeo Piparo
con Ted Neeley, Feysal Bonciani, Simona Distefano, Emiliano Geppetti, Paride Acacia, Francesco Mastroianni, Salvador Axel Torrisi, Mattia Braghero
coreografie Roberto Croce
musica dal vivo Negrita
direzione musicale Emanuele Friello
scene Giancarlo Muselli
costumi Cecilia Betona
luci Daniele Ceprani
suono Alfonso Barbiero