Il cantautore piemontese impegnato in un tour europeo, è ospite per due serate al Teatro Libero di Milano


Una chitarra e la sua voce, i testi delle canzoni di due album: il live registrato al Parco della Musica di Roma, Solo dal vivo, e il precedente Da questa parte del mare, alcune poesie di autori amati – da Erri De Luca a Pier Mario Giovannone, passando per Pasolini – tanti racconti di vita propria e condivisa: questo, in breve, il recital di Gianmaria Testa, chansonnier conosciuto più in Francia che da noi, benché piemontese doc.

Lo spettacolo si apre con una prima parte dedicata a Quelli che vanno – parafrasando un celebre trittico di Umberto Boccioni – e che vorrebbero portare con sé gli affetti più cari, nascosti nel taschino. Seguono racconti in poesia che prendono spunto dalle esperienze di lavoro dello stesso Testa come ferroviere o dai piccoli fatti di vita quotidiana che riguardano noi tutti. Una terza parte è dedicata alle mille sfaccettature della verità, che non è mai unica ma ha tanti volti quanti sono i suoi protagonisti – curioso il paragone con la lucciola imprigionata sotto un bicchiere: animale magico durante la notte che, di giorno, sembra “trasformarsi” in semplice insetto.

E, infine, riallacciandosi a questo discorso e al disco Da questa parte del mare – in un mondo che è ormai un insieme di vasi comunicanti – il cantautore piemontese mette a confronto la verità del potere con quella dell’uomo comune, dell’italiano che fu migrante negli anni 50 e del nordafricano che, qualche anno fa, qualcuno diceva di voler “aiutare a casa sua” e, oggi, lascia morire in mare senza un sussulto di indignazione mentre deruba il suo Paese delle risorse.

Il collegamento tra la poesia di altri e le canzoni di Testa è costante e puntuale.

Basta leggere quell’Iliade moderna di Racconti di uno, firmata da Erri De Luca per accorgersene: “Vogliono rimandarci, chiedono dove stavo prima,/quale posto lasciato alle spalle./(…)/Devi tornare a casa. Ne avessi una, restavo./Nemmeno gli assassini ci rivogliono./Rimetteteci sopra la barca, scacciateci da uomini,/non siamo bagagli da spedire e tu nord non sei degno di te stesso./Potete respingere, non riportare indietro,/è cenere dispersa la partenza, noi siamo solo andata./(…)/Portiamo Omero e Dante, il cieco e il pellegrino,/l’odore che perdeste, l’uguaglianza che avete sottomesso”. E poi ascoltare Una barca scura: “…e in mezzo al mare va/una barca scura/che ha perso il vento/perso alla sua vela/(…)/per chi è partito/e si è perduto al mondo/in fondo al mare/in fondo al mar profondo”.

E, ancora, circa a metà concerto Gianmaria Testa legge due poesie tratte dalla raccolta È partita Iva di Pier Mario Giovannone, lucido fustigatore del vuoto che si respira nei nostri tempi abitati da “suv-normali”. E qui Testa non può esimersi dal ricordare anche Pier Paolo Pasolini e l’importanza della poesia che smaschera il mondo – mentre tornano alla memoria le parole indignate e sofferte di Albero Moravia il giorno dei funerali dell’amico: «È morto un poeta. Di poeti così ne nascono due o tre ogni secolo».

Le ultime due canzoni del concerto sono: Al Mercato di Porta Palazzo: “…nella piazza di porta palazzo/fra le ragazze si rompe la fila/e ce n’è una sdraiata per terra/sopra la neve che svapora/(…)/e alle sette e quarantacinque/era già nato, era già fuori/alle sette e quarantacinque/l’hanno posato sul banco dei fiori”, e Miniera – di Bixio e Cherubini, datata 1927 e che ricorda forse con un piglio un po’ melò la migrazione di tanti italiani in Belgio e Germania: “…cielo di stelle, cielo color mare/tu sei lo stesso cielo del mio casolare/portami in sogno verso la patria mia/portale un cuor che muore di nostalgia”.

Non poteva mancare il bis e l’omaggio al cantautore-poeta, Fabrizio De André, con Hotel Supramonte: “…passerà anche questa stazione senza far male/passerà questa pioggia sottile come passa il dolore”.

Un concerto intenso quello di Gianmaria Testa, dove ogni canzone e poesia è collegata all’altra da un fil rouge fatto di dolorosa umanità, con rimandi a De Gregori, Finardi, Paolo Conte e, naturalmente, De André, ma con un approccio nei confronti del pubblico confidenziale e coinvolgente, che conquista la platea.

Lo spettacolo continua:
Teatro Libero
Via Savona 10 – Milano
orario: sabato 6 marzo, ore 21.00

Gianmaria Testa In Solo
di e con Gianmaria Testa
Produzioni Fuorivia