Ipse Dix

Storia di un uomo che, in punta di piedi, ha fatto la storia del cabaret. Allo Zelig, il palcoscenico per eccellenza della risata milanese, Gioele Dix torna con il suo one man show dopo aver ritrovato il successo anche sul piccolo schermo. Un’esibizione che conferma come la sua vecchia scuola non tramonti mai.

Sarebbe ora che si decidessero. Sarebbe ora che dopo 25 anni di storia, di risate estorte a milioni di spettatori – e il numero non è per niente gonfiato – quel famoso gruppo di poeti della nuova comicità all’italiana scriva un manifesto creativo su cosa voglia dire fare cabaret. Senza senno di poi sarebbe chiaro anche ai più scettici che, in fondo, questi eterni ragazzi che non hanno mai perso la voglia di divertirsi formano a tutti gli effetti un movimento artistico, una nuova “scapigliatura” milanese che, trasversalmente, tocca vari fronti dell’arte: musica, cinema, teatro e letteratura. Tra questi pionieri merita sicuramente un posto di rilievo Gioele Dix, che giovedì 13 e venerdì 14 ottobre ha calcato il palcoscenico dello Zelig per ricordare da dove sia partita la sua fantastica storia: una storia fatta di gavette teatrali, piccole comparse, tanta fatica, ma soprattutto innumerevoli soddisfazioni e sorrisi.

Qualche chilo in più e qualche capello bianco non hanno tolto al buon Davide Ottolenghi – questo il vero nome dell’attore nato a Milano – la voglia di coinvolgere il pubblico con la sua tipica comicità che, prendendo spunto dalla sua esperienza personale, rende universale il responso di ogni singolo racconto e ogni singola gag. Forse è proprio questo livello a saper conquistare, a elevare la semplice battuta ricavata da ore e ore di studio a un etereo strato di risata, in cui lo scarto è creato non solo dal testo, ma anche e forse soprattutto dal modo di raccontarlo.

Dix dimostra, ancora una volta, che la sua scrittura sa assumere un sapore antico – quasi nostalgico di una Milano che non c’è più – pur conservando salde le radici nella memoria dei suoi concittadini, accompagnandosi con pause ed espressioni che sono le stesse di quando si racconta una disavventura a un amico o alla moglie. Uno stile che irride i difetti di categorie di personaggi che esistono realmente e che, prima o poi, ognuno di noi si trova di fronte, come il salutista che cerca di imporre le proprie abitudini a tutti o l’amico che cambia stile di vita – dal cittadino al bucolico – e cerca di trascinare gli altri nella sua stessa tragica esperienza.

Anche Savino Cesario e Andrea Midena, gli ospiti che hanno fatto da spalla a Dix, salgono sul palco in qualità di veri e propri amici, che condividono ben più di una recita: passione per la scena, per l’esibizione e partecipazione alle stesse esperienze del protagonista. Il risultato è una serie di gag divertenti e complete. Si parte dalle discussioni personali e si giunge a un vero e proprio trattato sulla comicità e sul concetto di risata – dalle barzellette raccontate in modo  funzionale alle vecchie storielle con sfondo morale. Un percorso al quale non manca nulla, neanche il principale carattere che a Gioele ha fatto ritrovare la via del palco televisivo: l’automobilista perennemente in…zzato come una bestia, che esalta le nevrosi e ingigantisce gli episodi di un’intera categoria di persone che, per lavoro o per necessità, trascorre la maggioro parte del proprio tempo sulle quattro ruote. Impossibile non identificarsi.

In breve, il termine che maggiormente calza Dix è quello di artista da cabaret: un mito al quale molte nuove leve dovrebbero tendere – una contemporanea traslazione del diktat aristotelico che rappresentava la massima autorità nel Medioevo.

Lo spettacolo è andato in scena:
Zelig Cabaret
viale Monza, 140 – Milano
giovedì 13 e venerdì 14 ottobre
Gioele Dix
con la partecipazione amichevole di Savino Cesario e Andrea Midena