Esercizi di umanità

Martedì 18 luglio Sansepolcro ospita Leo Bassi, l’incontro fra Oriente e Occidente in TaikokiaT Shindō di Masako Matsushita, oltre alle avventure esistenziali di The Invisible City di Daniele Bartolini, e di Horizon di Manfredi Perego. Il tutto dopo aver scaldato gli animi con Time After Time e un’intervista a Federico Poggipollini.

Il primo appuntamento è alle 18.00 con Time After Time, il progetto musicale che, martedì, ha visto protagonista Federico Poggipollini. Un’intervista con esibizione alla chitarra acustica per presentare l’album Nero, raccontare dell’influenza della musica degli anni 70, e in particolare del ruolo che questa ha avuto nella realizzazione dell’ultimo lavoro. Duetto fuori programma con “Mac” Petricich, che ha accompagnato all’ukulele il collega in Monna Lisa di Ivan Graziani e in London Calling dei Clash.

Alle 20.45 segue l’incontro con la cultura orientale (e giapponese in particolare), grazie a TaikokiaT Shindō della danzatrice nippo-marchigiana Masako Matsushita.
Suddiviso in due momenti, uno dedicato a un racconto tradizionale, con scena e costumi allusivi, e l’altro che balza nel contemporaneo, in cui pulizia, geometria e astrazione (sul palco con due soli elementi collocati a fondo scena richiamanti le tradizionali vetrate giapponesi; e nei disegni di luce sul pavimento), lungi dall’essere puro estetismo, rispecchiano e rimandano al recupero di un ordine interiore.
Belli gli effetti di light designing, sia sulla grotta (un grosso elemento sospeso sul fondo, nella prima parte), sia quelli della seconda parte. Altrettanto valide le musiche in cui si coniugano perfettamente tradizione ed elettronica, musica dal vivo e preregistrata, con un trapasso dall’una all’altra senza soluzione di continuità – impresa non scontata e di grande raffinatezza. Interessante, infine, il rapporto fra movimento del corpo, coreografia e musica, spesso una sorta di autentica meditazione in movimento.

La serata è proseguita con lo spettacolo – tutto esaurito – di Leo Bassi, il grande giocoliere e attore che ha presentato un Best of del suo repertorio. Nel frattempo, come avviene già da diverse sere, in contemporanea agli altri spettacoli, cinque spettatori alla volta (incluso chi scrive) faceva esperienza del nuovo lavoro di Daniele Bartolini, The Invisible City.
Sono le parole di Calvino, consegnate alla fine in un biglietto, a rendere chiaro il senso di questa misteriosa impresa: l’incontro con una città è profondo nella misura in cui ci lascia qualcosa dentro. La città invisibile che si vuole creare insieme con l’esperimento è fondata sull’empatia, e sull’ascolto dell’altro.
L’esperimento – perché così sarebbe meglio definirlo – è un esperimento umano, e prevede che cinque sconosciuti si incontrino in un luogo oscuro e diroccato (quindi, in una situazione destabilizzante) e che, prima ancora di potersi giudicare, condividano alcuni fra i pensieri, i ricordi e i sentimenti più profondi che provano (attraverso delle domande che il gioco lascia come istruzioni per l’uso).
Sebbene il messaggio che l’empatia rende possibile avvicinarsi alle persone, e che conoscere prima di giudicare sia esperito direttamente in modo molto netto, l’esperimento è comunque troppo brusco e quasi violento: chi si presta al gioco è chiamato a mettersi a nudo, chi non si presta al gioco semplicemente non gioca facendo perdere senso all’esperimento e mettendone in luce i forti limiti. Vero è che mettersi a nudo davanti a perfetti estranei è più facile (un po’ come il cliché dell’avventura di una notte con sconosciuti che mai torneranno nella nostra vita). Ma anche questo rende l’esperimento artificiale e, tutto sommato, estemporaneo e non ben calibrato.
È però bene chiarire le premesse e il contesto da cui si parla: fare esperienza di The Invisible city dopo mesi di formazione in Comunicazione Non Violenta, fucina di empatia, può distorcere lo sguardo, e cambiare molto le aspettative e i parametri. Inoltre, è difficile dire come simili esperienze possano essere vissute da chi non è avvezzo al lavoro teatrale e al training, perché alcune delle attività che sono proposte (come gli esercizi bendati e guidati al buio) rientrano fra i must degli attori.

Ultimo spettacolo della serata è Horizon – del danzatore Manfredi Perego. L’arrivo in un’Arcadia tutta da esplorare sembrerebbe offrire la possibilità di un nuovo modo di vivere, eppure il gesto (e la coreografia) pare mantenere un che di eterodiretto, con una corrispondenza solo teorica fra gesto e sentimento. Come se il danzatore restasse vincolato a una sorta di conformismo o a un insieme di convenzioni o convinzioni invisibili, introiettate – o forse è l’emozione stessa a rimanere prigioniera di ciò che si è introiettato.


Gli spettacoli sono andati inscena all’interno di Kilowatt Festival 2017:
Sansepolcro, varie location

martedì 18 Luglio, ore 18.00
Palazzo delle Laudi
Time After Time
Federico Poggipollini – Garage Rock Revival: reinventare gli anni 70

ore 20.45
Teatro alla Misericordia
TaikokiaT Shindō
Masako Matsushita
ideato e coreografato da Masako Matsushita
in collaborazione con Mugen Yahiro (taiko artist)
sound designer Federico Moschetti
artista visivo Valerio Veneruso
scenografia Francesco Landrini
costumi Gloria Bellardi, M. Matsushita e M. Yahiro
assistente di produzione Paolo Paggi
produzione Karamazov Associati (CapoTrave/Kilowatt, Progetto Goldstein, Pierfrancesco Pisani)
in co-produzione con Teatro Insonne
con il sostegno di AMAT, CSC Centro per la Scena Contemporanea Bassano del Grappa, Sosta Palmizi, Naturalmentesana, Onlus Il Crogiuolo, Libera Università Oki Do Mikkyo Yoga e Wabi Sabi
selezionato per Anticorpi eXplò 2016 – Network XL

ore 22.00
Palazzo delle Laudi
Daniele Bartolini / DLT presentano:
The Invisible City
ideazione, drammaturgia e regia Daniele Bartolini
assistente alla regia Gilda Foni
aiuto alla logistica Aurora Betti
suono Matteo Ciardi
produzione CapoTrave / Kilowatt

ore 23.40
Auditorium Santa Chiara
Horizon
di e con Manfredi Perego
produzione MP. Ideograms – Tir Danza
selezionato per Anticorpi eXplò 2015 – Network XL