Quella straordinaria lezione raccontata dalla Risiera di San Sabba

teatro-cooperativa-milanoIn I me ciamava per nome: 44.787, Renato Sarti ricorda la storia del lager nazista di Trieste. Uno spettacolo che vale più di una lezione di storia.

Anche tra chi conosce la città, spesso capita di incrociare chi non ha mai messo piede nell’unico lager nazista munito di forno crematorio che fu attivo in Italia, per l’intera durata della Seconda Guerra Mondiale. Tra le mura di casa nostra, la risiera di San Sabba rappresenta la prova tangibile della violenza operata dal regime di Hitler contro chiunque gli fosse contrario: attivisti politici, ebrei, sindacalisti. Eppure non sono in molti ad aver visitato questo monumento, anche per colpa di un incomprensibile oblio calato nella seconda metà del secolo scorso sulla storia di questo luogo, ancora intriso di significati. È per riportarlo in mezzo alla gente che Renato Sarti ha deciso di scrivere I me ciamava per nome: 44.787 e di presentarlo sulla scena al Teatro della Cooperativa durante la settimana della memoria. Quando gli storici triestini Marco Coslovich e Silva Bon dell’Istituto per la Storia del Movimento di Liberazione nel Friuli-Venezia Giulia gli hanno messo a disposizione le testimonianze dei sopravvissuti e le deposizioni dei carnefici, Sarti ha scoperto di avere tra le mani un «patrimonio storico, sociale, politico e umano straordinario». Da qui è nata l’idea di valorizzarlo sul palco, partendo dal basso e cercando di condurre lo spettatore all’interno dei drammi consumatisi in quella struttura. «Credo che ogni persona dovrebbe sapere e non dimenticare», citando l’affermazione di un sopravvissuto.
Sarti non fa spettacolo di un dramma. L’opera è soltanto in apparenza una carrellata degli orrori. Il racconto è in realtà molto più profondo, nella sua semplicità. Riporta i dati statistici, i documenti, i racconti dei sopravvissuti: ovvero quanto basta per annusare l’odore acre della Risiera di San Sabba. Nessuna drammatizzazione: in scena ci sono soltanto un tavolo, alcune sedie e un videoproiettore. è una serata di riflessione, quella che scorre ascoltando cosa accadeva in Italia settant’anni fa, a metà tra la lezione di storia (per i più giovani) e uno straordinario esercizio di memoria (per chi c’era).

Lo spettacolo è andato in scena
Teatro della Cooperativa
Via Privata Hermada 8, Milano
Dal 25 al 31 gennaio 2016

I me ciamava per nome: 44.787
testo e regia Renato Sarti
da testimonianze di ex deportati raccolte da Marco Coslovich e Silva Bon per l’Irsml FVG
con Nicoletta Ramorino, Ernesto Rossi, Rossana Mola, Renato Sarti
brani musicali Alfredo Lacosegliaz, Moni Ovadia
foto e video Miran Hrovatin, Alessio Zerial, Videoest, Irsml FVG