Avere vent’anni e sentirli tutti

Dalla Sicilia con furore, lo scoppiettante duo comico palermitano de I Soldi Spicci porta a Roma la nuova comicità in chiave gender-generazionale. Nel salto dal web al live, l’entusiasmo del pubblico non si smorza.

Un punto a loro favore I Soldi Spicci l’hanno già segnato: riempire un teatro, e non piccolo visto che qui si parla del romanissimo Teatro Italia. L’unica data romana del loro I Soldi Spicci Show, altresì Amore Tre Punto Zero Tour, domenica 17 aprile, ha ottenuto infatti un grande riscontro di pubblico, e non solo: si trattava d’un pubblico piuttosto inusuale, caratterizzato con compatta, sorprendente omogeneità da giovani e giovanissimi, tutti armati di iPad e Smartphone, da buona generazione post-selfie.
Ventenni I Soldi Spicci, ventenni il loro fan dunque. In ogni caso una bella soddisfazione portare i più giovani a teatro.
Abituata agli esilaranti filmati messi in rete dai due attori ormai con consueta frequenza, ho avvertito una certa inversione dei ruoli nell’assistere allo spettacolo dal vivo: Annandrea Vitrano, irriducibile femmina alpha al cubo, sembrava inaspettatamente meno esuberante e virulenta del solito, quasi contenuta, compressa, mentre Claudio Casisa, simile al personaggio di un manga alla Otomo, si disarticolava con gestualità addirittura caricaturale, producendosi nell’immancabile, sfiancante tour de force in difesa del maschio. Questo del resto, come è noto, è il cavallo di battaglia del duo: Annandrea è in genere la femmina imprevedibile e soggiogante, Casisa, assai poco virilmente, il fidanzato sottomesso fino allo zerbinaggio estremo, schizofrenicamente vittima dei capricci di lei. Una lei che, sadica, non gli risparmia neppure la visione delle scarpe anti-sesso, e vintage, per eccellenza: le ballerine!
La prima apparizione sulle scene de I Soldi Spicci s’intitolava non a caso Femmino & Maschia, e segnò il loro debutto nel 2013: il duo si è poi concentrato sull’esplorazione comica di altri rapporti di coppia delicati, potenzialmente esplosivi, si pensi al cast della trasmissione Colorado in cui li si è visti nel 2014 nei panni de I Fratelli, mentre lo spettacolo Vietato ai maggiori li consacrava definitivamente nel 2015. Ma a renderli noti al vasto pubblico dei giovanissimi che più li segue è soprattutto la carrellata di brevi sketch con cui sul web i due attori raccontano la vita di coppia, mettendo simpaticamente alla berlina situazioni romantiche-tipo e stereotipi gender, raggiungendo visualizzazioni da capogiro.

Nato dalla fusione dei due spettacoli precedenti, anche lo show ha qui esibito un ritmo da capogiro: dalla riflessione sull’avere vent’anni oggi, in attesa dei quaranta quasi dietro l’angolo a detta dei “maggiori”, cioè degli adulti incombenti con il loro pessimismo disfattista, si è passati a toccare a ruota il tema laurea («Ci fanno studiare il greco e il latino, due lingue morte. Ma che ci dobbiamo fare l’autopsia…?!»), il tema genitori, asfissianti e troppo inclini al ricatto emotivo, il tema gender dei ruoli sessuali all’interno di coppie di fratelli o fidanzati, o di icone pop (l’infame diade americana di Barbie e Ken, per esempio). Claudio Casisa e Annandrea Vitrano saranno anche giovani ma sono giovani intelligenti, che ben tengono il palco grazie pure al loro background di formazione accademica, e la loro comicità è fresca, accattivante, leggera. Per fortuna mai volgare, il che non è da darsi così per scontato nel mondo del cabaret nostrano.

Si fanno apprezzare le battute del «Se io fossi maschio» recitato da lei a incastro con il «Se io fossi femmina», recitato da lui, quanto il corteggiamento a specchio dello ieri (balli lenti, seduzione linguistica, tempo a disposizione…) alternato a quello dell’oggi (musica house, individualismo sfrenato, contagio facebook, etica del «Tutto e subito»).
Si ride e insieme si riflette, come nello sketch del test di gravidanza, dove l’anima sicula riaffiora nell’evocazione sottesa del nume Pirandello, o come nel finale, dove lo stravolgimento del celebre suggerimento di papa Giovanni XXIII diventa un rimprovero neppur tanto velato alla disinvoltura educativa e fallimentare degli adulti genitori.
Quello che manca allo spettacolo è proprio il qualcosa che non può starci, ed è una più arrabbiata critica sociale, la verve polemica, la voglia di rivalsa, rivalsa di cui avrebbero tanto bisogno gli adolescenti sdraiati di oggi, se non altro per svegliarsi e respingere l’esistenza sottotono in agguato in un Occidente in aperta déblâcle morale più che economica.
Invece, con i loro vestiti ordinari, su un palco sguarnito all’eccesso e povero più che minimalista, I Soldi Spicci ci invogliano intanto a guardarli davvero i ventenni nostri contemporanei, forse senza il fervore della denuncia incalzante che non si rassegna ai mali del mondo, tuttavia senza compiacenza.
Non va più di moda mettere davanti agli spettatori specchi, e I Soldi Spicci aggirano l’ostacolo alla tre punto zero: scattando un selfie.

Lo spettacolo è andato in scena
Teatro Italia
Via Bari, 18, Roma

I Soldi Spicci Show
di Salvo Rinaudo, Ernesto Maria Ponte, Claudio Casisa, Annandrea Vitrano
con Claudio Casisa, Annandrea Vitrano
produzione Arts Promotion di Mario Russo