L’arguto Molière borghese e gentiluomo

Nel terzo spettacolo della stagione 2016-2017, lo Stabile di Genova presenta una produzione propria. Sul palcoscenico genovese in scena una delle commedie più irriverenti e provocatorie della storia: Il Borghese Gentiluomo di Molière, a Genova per la regia di Filippo Dini.

Quella che alla fine del Seicento era la critica al potere e al suo baroccheggiante e inappropriato atteggiamento, trova riscontro su un palcoscenico del XXI secolo. Sempre attuale, il testo di Molière già ricco di spunti, sviluppa nella messa in scena firmata Dini una sua convincente realizzazione.
Un cast più che adatto a partire dallo stesso Filippo Dini nella parte del protagonista, affiancato da una grandiosa Orietta Notari e dai poliedrici Sara Bertelà, Davide Lorino, Valeria Angelozzi, Ivan Zerbinati, Ilaria Falin, Roberto Serpi, Antonio Zavatteri.
Come nelle rappresentazioni alla corte di Luigi XVI, sul palco è protagonista un giovane e molto ingenuo gentiluomo che, nella sua smaccata ed evidente mancanza di cultura, si rapporta con dei mentori (un maestro di ballo e uno di musica, un filosofo e uno spadaccino) non proprio integerrimi nel sostenere che «questo nostro uomo è di scarso comprendonio, parla a vanvera di tutto, e applaude solo a sproposito; ma i suoi quattrini correggono i giudizi del suo cervello».
Questo gentiluomo, il cui «discernimento l’ha nella borsa e le sue lodi son moneta», vorrebbe entrare a far parte di quella società e nobiltà che – sebbene non più nel fiore dell’affermazione – vaneggia ancora un tempo lontano di ricchezze, potere ed eccentricità imponendogli così la necessità di adattarsi a certi paradigmi, soprattutto comportamentali, e costringendolo ad affrontare sentimenti più complessi come la passione amorosa.
Ed è questa passione che viene rappresentata da più voci, Dorante e Dorimède, Lucile e Clèonte, Nicole e Covielle, dunque da coppie in cui gradualmente si potrà cogliere la grande riflessione sociale espressa da Molière: l’uguaglianza nella diversità.
La trama si svolge nella sua forma originale, senza stravolgimenti, mettendo in luce le capacità interpretative degli attori, tutti lodevoli. Note di plauso per la Notari, conoscitrice e interprete storica dei testi di Molière per lo Stabile, Lorino e Zavatteri, tre tra i più importanti attori della compagnia dello Stabile. Argute le interpretazioni della Bertelà, dell’Angelozzi, della Falini e di Serpi.
Ottima la messinscena nella seconda scena dell’atto I in cui Dini, guidato da Zavatteri, studia ortografia e in particolare le vocali; buono lo sviluppo della commedia al netto di alcune criticità in particolare dalla scenografia ai costumi, quest’ultimi – un mix di abiti seicenteschi e moderni – spesso incoerenti con l’epoca rappresentata e tra di loro troppo disomogenei, dunque incapaci di attualizzare la messinscena e invitare efficacemente lo spettatore alla riflessione su quanto stava e ancora oggi sta ancora accadendo.
Inoltre non convince pienamente l’iniziale performance di Serpi inserita come extra all’originale testo francese. Serpi compare sul palco con un ben congeniato chiocciare ma, sebbene questo rumoreggiare garantisca una risata semplice e populistica, dettata dal divertissement e dalla frivolezza dei suoni che spesso provocano ilarità, la stessa (risata) risulta fuori luogo in un testo come quello francese, la cui comicità risiedeva proprio nell’argutezza.

Nel complesso, la scelte registiche di Dini garantiscono comunque alla rappresentazione quella fine e ragionata risata pregna di ironia che permette di aprire delle riflessioni sul mondo dell’arte e della bellezza, sull’esistenza di una “gerarchia” delle arti e della conoscenza, sull’essere uomini uguali nella diversità sociale, dando così forma a uno spettacolo concettualmente attuale.

Lo spettacolo è andato in scena
Teatro Duse

Via Bacigalupo, Genova
dal 19 ottobre fino al 6 novembre
ore 20.30, giovedì ore 19.30, domenica ore 16, lunedì riposo

Il Borghese Gentiluomo
di Molière
versione italiana a cura di Cesare Garboli
regia di Filippo Dini
con
Filippo Dini –  Signor Jourdain, borghese
Orietta Notari – Signora Jourdain, sua moglie
Sara Bertelà – Dorimène, marchesa
Davide Lorino – Dorante, conte, amante di Dorimène/ maestro di musica
Valeria Angelozzi – Lucile, figlia di Jourdain/ aiutante sarto
Ivan Zerbinati – Cléonte, innamorato di Lucile/ maestro di scherma/ lacchè
Ilaria Falini – Nicole, serva/ sarto
Roberto Serpi – Covielle, servo di Cléonte/ maestro di ballo
Antonio Zavatteri – Maestro di filosofia
scene e costumi Laura Benzi
musiche Arturo Annecchino
luci Pasquale Mari
produzione del Teatro Stabile di Genova, Fondazione Teatro Due