Pinter allievo di Beckett in un Teatro Off

doppio teatro romaAl Doppio Teatro è in scena Il calapranzi, piece esistenzialistico-noir di Harold Pinter.

Non ci stancheremo mai di ripetere che i teatri off della capitale rappresentano uno dei tesori della scena culturale romana; spazi nascosti, spesso invisibili, sia da un punto di vista fisico (perché trattasi di cantine, magazzini, stanze, sottoscala…) che da un punto di vista promozionale (perché sommersi e offuscati  da realtà istituzionali che paradossalmente non avrebbero neppure bisogno delle operazioni di comunicazione). Sono gli spazi dove spesso si segrega la sperimentazione teatrale, dove magari attori e artisti esordienti trovano luogo per mettersi alla prova, per affinare le proprie capacità. Uno di questi teatri, particolarmente giovane, è il Doppio Teatro: si tratta di un piccolo teatro situato in zona Prati, per accedere al quale bisogna scendere delle scale perché, come è tipico di queste zone, si trova situato sotto il livello della strada. Un ambiente seminterrato, insomma, carico di fascino, che si presta benissimo all’entusiasmo di chi ha tentato di trasformalo in un teatro. Particolarmente adatto come ambient soprattutto per lo spettacolo in questione.

Si tratta della messa in scena del Calapranzi di Harold Pinter, commedia teatrale che oscilla sarcasticamente tra la commedia e il noir, proponendo una mistura di esistenzialismo e humour nero che come spesso accade dimostrano essere due facce della stessa medaglia. Come sono due facce della stessa medaglia Ben e Gus, i due protagonisti, due moderni Vladimiro ed Estragone, eredi magnifici della tradizione beckettiana. Sappiamo bene il debito che il Premio Nobel inglese ha sempre dichiarato per il maestro irlandese, ma d’altronde Il calapranzi è un’opera del 1960, contemporanea alla produzione beckettiana; per questo, non dobbiamo commettere l’errore di considerare Pinter un mero surrogato di Beckett, anche perché il suo è uno stile particolare e caratteristico. Certo, i dialoghi dei personaggi della pièce, ben interpretati da Ugo Garau e Filippo Gattuso, e grazie all’ottima regia di Francesco de Francesco, sembrano usciti da Aspettando Godot, in alcuni casi si potrebbe persino parlare di somiglianza. Ma in realtà Pinter porta la paradossalità del teatro di Beckett in contesti meno astratti: due sicari inviati per una missione di cui non sappiamo nulla diventano, come Hamm e Clov di Finale di partita, avanzi e rimasugli di un mondo incomprensibile nel quale niente di sensato è rimasto.

Così i gesti quotidiani, che come in una eterna coazione a ripetere vanno a definire la nostra abitudine, si scoprono essere intrisi di una tensione pronta a esplodere, finché appunto quel cerchio del sempre uguale non si interrompe; l’attualità di Pinter è evidente nel fatto che diverse compagnie e registi hanno deciso di portare in scena, negli ultimi anni, opere del maestro inglese, meno astratto della tradizione a lui precedente, carico di verve e ironia capaci di sintonizzarsi coi nostri tempi ancora oggi.

Lo spettacolo continua
Doppio Teatro
Via Tunisi 16, Roma
dal 29 gennaio al 31 gennaio ore 21.00 – 1 febbraio ore 18.30

Il calapranzi
di Harold Pinter
con Ugo Garau e Filippo Gattuso
regia Francesco de Francesco
aiuto regia Stefania De Toni