E la zampata del Male diventò… uno zampino!

La nuova produzione di Attori & Tecnici porta in scena al Teatro Vittoria una versatile silloge dei racconti di Camilleri. Lo spirito dell’autore s’impone, ma il Diavolo ne esce fatalmente bistrattato.

Lo scompartimento d’un treno ospitato a fondo palco. La tratta annunciata è Palermo-Torino. I tre passeggeri, poi sei, cominciano a raccontare, e raccontarsi.
All’insegna dell’antico procedimento a cornice di boccacciana memoria, il loro intrattenersi cuce insieme storie pronte di volta in volta ad animarsi in primo piano sul proscenio.
Storie e vicende vissute che hanno in comune l’anomalia prodotta dal Caso.
Se, come scriveva Goethe, Caso non è che il nome che diamo a quanto non sappiamo meglio definire, qui non ci metteremo molto a capire che si tratta d’un qualcosa non propriamente innocuo e innocente: il Caso somiglia semmai allo zampino del Diavolo, e provoca accidenti imprevisti che capovolgono, come nella migliore tradizione giallista di cui Camilleri è maestro, le aspettative dei protagonisti e del pubblico. E scriviamo Diavolo consapevolmente con la maiuscola, perché in questo contesto il presenzialismo del demonio si fa ostentato e scoperto, per quanto egli sia ben poco carismatico o terrifico. Ottima la scelta di Pallottini che adatta racconti dal sapore diverso, capaci di spaziare dal surreale al comico, dal poliziesco al goliardico. Ottima nello sveltire il tutto la scenografia ruotante, o la luce che isola e introietta a intermittenza il vagone immobile, alternando bagliori di tagliente lucidità a vapori mefistofelici e sogghignanti, a segnare la distanza tra il tempo della storia e il tempo del racconto.
Le due ore e più dello spettacolo scivolano via gradevoli, senza appesantimenti o rallentamenti, condite da una recitazione che indulge spontaneamente al regionalistico e al caricaturale, per scelta voluta, considerando la fonte d’ispirazione.
Non spoileriamo aggiungendo dettagli sull’esito del viaggio dei sei passeggeri della carrozza sei, scompartimento sei: il punto di forza di questo teatro non sta certo nel prevedibile finale, semmai nella vivacità della narrazione che spinge gli attori a disimpegnarsi con disinvoltura da un ruolo all’altro. Ruoli che risulteranno piuttosto familiari agli amanti del creatore di Montalbano: il genero povero ma ottimista costretto a soggiacere al suocero danaroso, e ricattatorio, il prete saccente, espressione neppur velata del moralismo imperante nella comunità di paese, l’impenitente ladro con balbuzie, la fedifraga vendicativa, il bambino impacciato e credulone, l’amico untuoso e voltagabbana, gli amanti incompatibili e appassionati, il commissario borderline, qui preso di peso con impareggiabile leggerezza – si passi il gioco di parole – da Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto… Un perfetto meccanismo d’intrattenimento.
Certo più coraggioso forse sarebbe stato che il presunto zampino del diavolo, così incline a sconvolgere col minimo sforzo – una coincidenza qua e là, un fraintendimento, una svista o una miope comprensione degli eventi – anche i piani umani più elaborati, si mostrasse almeno a tratti per ciò che è, con la sua proverbiale crudeltà e spregiudicatezza luciferina. Invece a risultare vincente sulle scene continua a essere piuttosto l’irresistibile tentazione di distrarre amabilmente il pubblico dalle incongruenze feroci della vita e del destino, per offrirci una versione del Male addomesticata e in scala ridotta, senza scarti metafisici o riflessioni ulteriori cui tuttavia la commedia a ben vedere si presterebbe, se è vero che il maligno, Eco insegna, di risate si nutre.
Ma in una società, o, peggio, in una civiltà dove il senso del Bene vacilla, nessuna sorpresa che il Male non vada di moda: il demonio, divenuto ameno piazzista di se stesso, più che alle pentole, pare oggi attento all’equilibrio dei fantomatici coperchi.

Lo spettacolo continua
Teatro Vittoria

Piazza Santa Maria Liberatrice 10, Roma
fino al 28 gennaio
ore 21.00 – domenica 17.30
martedì 16 e 23 ore 20.00
mercoledì 17 ore 17.00

Il diavolo, certamente
tratto dai racconti di Andrea Camilleri
adattamento teatrale di Claudio Pallottini
direzione Artistica Viviana Toniolo
regia Stefano Messina
con Viviana Toniolo, Annalisa Di Nola, Stefano Messina, Carlo Lizzani, Roberto Della Casa, Sebastiano Colla, Claudia Crisafio
scene Alessandro Chiti
musiche Pino Cangialosi
produzione Attori & Tecnici