Teatri di vita

vascello-teatro-romaDal 13 al 25 gennaio al Teatro Vascello di Roma è in scena Il Gabbiano. L’opera più famosa di Čechov, magistralmente riadattata da Fabiana Iacozzilli, ha un respiro più nuovo e vanta tanti talenti pronti a spiccare il volo.

Il gabbiano di Anton Pavlovič Čechov, dalla prima messa in scena, che risale al 1896, ha conosciuto diverse versioni teatrali; quella proposta in queste settimane al Teatro Vascello di Roma ha un’impronta molto diversa dalle altre e soprattutto ha un tocco femminile di grande impatto. Dopo aver entusiasmato il nostro spirito critico con La trilogia dell’attesa, Fabiana Iacozzilli torna a sfoggiare una grande prova registica,  restituendo allo spettatore, attraverso dieci attori molti diversi fra loro, i drammi interiori di tutti i personaggi di cui, sul palco, si respira l’essenza.

È l’attore danese Benjamin Stender a dar vita alla scena, che si presenta immobile agli occhi dei presenti. Sul palcoscenico del Vascello, privato anche delle quinte, trionfa infatti una sedia-poltrona in vimini tra altre seggiole bianche. Uno spettacolo sta per iniziare, è quello di Konstantin Gavrilovič Treplev, e a parteciparvi sono chiamati sia gli spettatori che gli attori stessi. Il teatro nel teatro, caro anche a Shakespeare, ha così inizio e le emozioni non tardano ad arrivare.

Il cuore pulsante de Il gabbiano è racchiuso tutto nel primo atto. Qui si carpiscono gli intrecci sentimentali che legano uno a uno i vari individui e, soprattutto, emergono le ostilità e le fragilità dei protagonisti.

Kostya, figlio della famosa attrice Arkadina, appena giunta per una breve vacanza nella tenuta con il noto romanziere Trigorin, suo amante, è pronto a dimostrare il proprio talento in un dramma che invece la madre deride di fronte a tutti i presenti, giudicandolo ridicolo. Kostya, nel frattempo, innamorato di Nina, che sogna di diventare una nota attrice, durante un incontro  le regala un gabbiano che lui stesso aveva ucciso. La ragazza è inorridita, ma per Trigorin quell’uccello privo di vita potrebbe diventare il soggetto perfetto di un nuovo romanzo. Nina inizia così a pendere dalle labbra dello scrittore che la illumina come un faro, nonostante l’uomo sia legato a Irina Nikolaevna Arkadina, madre di Kostya.

A dar voce e anima a Irina è la bravissima Francesca Farcomeni, la cui padronanza scenica vince su tutti gli altri interpreti. Grazie anche ai costumi di Gianmaria Esposito e al trucco e parrucco che colpiscono per eccentricità, la Farcomeni esibisce una grinta formidabile come nella scena in cui incontra quel figlio che considera incapace.

«Tu sei un fallito!» gli grida, mentre Stender (Kostya) le replica contro «Avara, spilorcia… Accattona!». Un momento forte che vede impegnati i due attori al centro del palco, mentre alle loro spalle il resto della compagnia si muove in uno spazio aperto senza fondale né quinte, e occupato da tutto il mobilio di scena e da quanto solitamente è nascosto.

Con il secondo atto si cambia registro e ci si prepara all’epilogo. I teli neri questa volta delimitano una scena rappresentata da una grande tavolata che ospita i protagonisti per una tombolata. Tutto è più cupo e le luci giocano a favore di Kostya, a sua volta messo sempre più in ombra all’interno della propria famiglia.

Questa famosissima opera, che non conosce età, ha la grande forza di essere incredibilmente attuale; nel sogno e nella semplicità di Nina, che nella pièce è interpretata dall’intensa Anna Mallamaci, sono rintracciabili infatti quella voglia di emergere, di affermarsi, propria di tante ragazze. Un anelito che si contrappone alla depressione del protagonista. Quel mal di vivere che dovrebbe restare imprigionato solo tra le pagine di un testo, ma che aleggia ancora oggi, purtroppo, nell’aria come un gabbiano a cui spesso si nega il volo e al quale basterebbe semplicemente un po’ d’amore per restituire alla vita un battito assente.

Lo spettacolo continua:
Teatro Vascello
via Carini, 78 – Roma
fino a domenica 25 gennaio
orari: da martedì a sabato ore 21.00, domenica ore 18.00
(durata 2 h intervallo escluso)

La Fabbrica dell’Attore – Teatro Vascello in collaborazione con Compagnia Lafabbrica
presenta
Il gabbiano
di Anton Pavlovič Čechov
regia Fabiana Iacozzilli
con Simone Barraco, Jacopo Maria Bicocchi, Elisa Bongiovanni, Luigi Di Pietro, Francesca Farcomeni, Guglielmo Guidi, Anna, Mallamaci, Ramona Nardò, Benjamin Stender, Paolo Zuccari
collaborazione artistica Matteo Latino
regista assistente Marta Meneghetti
aiuto regia Giada Parlanti
assistente alla regia Gabriele Paupini
scene Matteo Zenardi
disegno luci Hossein Taheri
costumi Gianmaria Sposito