Uomini, donne e numeri di magia

teatro-della-cometa-romaNon sempre i giochi di prestigio riescono, ma cosa succede se nelle mani del Mago non ci sono carte e conigli, ma uomini e donne?

Alcuni credono che noi esseri umani siamo creta nelle mani del Creatore, altri ci ritengono combinazioni biochimiche di cellule, in molti concordano che siamo frutto del caso.
Può capitare, così, che il risultato finale non sempre sia perfettamente coerente secondo i canoni rigidi che l’uomo si è autoimposto, o autoinflitto, per cercare di dare ordine al caos. L’apparenza può non coincidere affatto con l’essenza, causando una lacerazione interna dell’individuo e un conseguente scollamento dalla società, che individua ed espelle il corpo estraneo come se fosse un microbo infettante.
Questa è la condizione di Andrea, che si sente Aurora e che farà di tutto per far sì che anche gli altri la vedano e la accettino come tale, fino a mettere in gioco tutta la vita di Andrea. Il lavoro, la credibilità sociale, la famiglia, il figlio appartengono ad Andrea e Aurora dovrà riappropriarsi di quella vita iniziando tutto dal principio, come dopo una seconda  nascita. Il passaggio speculare di un’intera esistenza è un numero molto difficile, e anche se è il Grande Mago a cimentarsi, il successo non è assicurato.
Il Grande Mago è un monologo ambizioso perché vuole portare la collettività dalla parte del microbo, costringendo tutti a sapere cosa pensa quel corpo apparentemente estraneo, quali sono i rivolgimenti interiori che si celano dietro una scelta che a molti sembra solo superficiale: cambiare sesso. Il testo riesce a scavare dentro ogni semplificazione e a rendere in modo plastico le difficoltà di chi diventa donna un pezzo alla volta.
Luca De Bei è l’interprete che trascina gli spettatori nel vortice della metamorfosi, li fa dialogare con i personaggi più controversi e li costringe ad ascoltare le loro ragioni, senza prepotenza, ma con un invito deciso al confronto. Basterebbe questo intento a fare della pièce,  uno spettacolo degno di essere visto. Le persone portate sulla scena da De Bei riescono ad acquisire con pochi cenni un’essenza corporea, un carattere e a staccarsi con forza da solista dall’affollato coro. In particolare Eliana, l’amica di Aurora, nata Federico, è perfetta in poco più di due battute, riuscendo ad unire la delicatezza di un personaggio di Ozpetek alla verosimiglianza cruda e senza sconti di Almodóvar.
La composizione ad anello del testo dà un senso di compiutezza senza chiudersi, permettendo così allo spettatore di conoscere tutta la storia, ma di non esserne sazio. Uno spettacolo toccante, sarebbe la sintesi di certi recensori, di certo riesce a perorare per due ore ragioni spesso soffocate da preconcetti e ideologie preconfezionate e a muovere al pianto il disagio che di solito sfocia in risa.

Lo spettacolo continua:
Teatro della Cometa
via del Teatro Marcello, 4 – Roma
fino a domenica 16 febbraio 2014
orari: da martedì a venerdì ore 21.00, secondo giovedì di programmazione anche ore 17.00, sabato ore 17.00 e ore 21.00, domenica ore 17.00 (lunedì riposo)
(durata 1 ora e mezza circa)

Il Grande Mago
di Vittorio Moroni
regia Giuseppe Marini
con Luca De Bei