Quanto vale un uomo?

teatri-pistoiaCon Umberto Orsini al suo massimo splendore, si apre la Stagione 2015/16 del Teatro Manzoni di Pistoia. In scena, Il prezzo, di Arthur Miller.

Affaticato. Ma all’improvviso prende vita con il bagliore di una parola, tremendamente attuale e ultra-moderna. Il prezzo è un testo di Arthur Miller del 1968, raramente portato in scena. Questa volta ci hanno pensato Massimo Popolizio, che ha curato anche la regia – asciutta e calma – e Umberto Orsini, direttore artistico nonché brillante attore/mattatore. Oltre a un Elia Schilton perfetto per il ruolo e un’impostata Alvia Reale.
Diverse trovate rendono emozionante questo spettacolo di prosa, che definiremmo classico. In primis, il rumore tribale degli edifici demoliti dalle gru, che scandisce il tempo scenico con modi contrastanti; poi, la vena tragicomica di Orsini e Popolizio, che fa defluire il sangue degli eventi, di per sé contorti e cupi; e ancora, la musica lieve degli anni 30 diffusa da un vecchio giradischi.
Questo il contenitore, veniamo ora al contenuto. «Con la merce usata non si può essere sentimentali», ripete come un mantra Salomon, il novantenne broker, ex acrobata di circo e saggio buffone che ridicolizza il mondo – ma lo conosce bene. Chiamato per stabilire il prezzo di mobili e oggetti che affollano il vecchio appartamento del defunto padre del remissivo Victor, Salomon scatena i ricordi di una famiglia collassata. Ancora una volta è proprio il nucleo familiare a stelle e strisce a ossessionare il drammaturgo Arthur Miller, che sa costruire un’angoscia controllata ad arte. Ogni personaggio è vittima di se stesso e del suo tempo storico, incapace di ristabilire il giusto prezzo dei ricordi. La crisi economica del ’29, la paura della povertà e la subordinazione a ruoli prestabiliti per mantenere l’ordine mentale, portano il poliziotto Victor a una stasi cronica. Il conflitto con l’eterna moglie depressa Esther e il ricco fratello Walter si fa sempre più acuto, fino a esplodere come una bolla d’acqua rovente. Salomon è l’elemento che stride nell’improvvisa riunione creatasi nell’appartamento, in procinto di essere demolito dalle gru – insieme al passato.
Premesso che la performance di Orsini è stata eccezionale – insieme sopra le righe ma sincera; tipica dei veri, grandi attori – anche gli altri interpreti hanno sostenuto bene il ritmo imposto da dialoghi serrati e mai banali. Solo in alcune scene salienti non si è forse creata la giusta tensione, ma non sapremmo chiarirne il motivo: se per colpa di una recitazione impercettibilmente e sottilmente meccanica, che non ha valorizzato i meccanismi tipici della guerra psicologica; o se per mancanza di uno stacco registico violento, a sottolineare il crollo poco prima della fine.
Nonostante ciò, completa l’idillio generale una scenografia in verticale nascosta da teli, spezzata dalla convivenza con una linearità glaciale.

Lo spettacolo è andato in scena:
Teatro Manzoni

corso Gramsci, 127 – Pistoia
fino a domenica 18 ottobre
orari: feriali, ore 21.00, festivo ore 16.00

Compagnia Umberto Orsini presenta:
Il prezzo
di Arthur Miller
traduzione Masolino D’Amico
regia Massimo Popolizio
direzione artistica Umberto Orsini
con Umberto Orsini, Massimo Popolizio, Elia Schilton e Alvia Reale
scena Maurizio Balò
costumi Gianluca Sbicca
luci Pasquale Mari