In scena fino al 27 febbraio, al Teatro Duse di Genova, la prima produzione 2011 del teatro Stabile, Il ritorno a casa del Premio Nobel Harold Pinter.

Scritta nel 1965 da Pinter e diretta da Marco Sciaccaluga, Il ritorno a casa è una commedia grottesca e dissacrante, che si interroga sui rapporti umani, sul significato di famiglia, sul ruolo che ognuno di noi ricopre nella propria quotidianità, interfacciandosi con gli altri.

La scenografia (di Guido Fiorato) ci riporta a una grande stanza di una casa a nord di Londra, dove vivono Max (Federico Vanni), ex macellaio, i suoi due figli Lenny (Nicola Pannelli) e Joey (Fabrizio Careddu) e il fratello tassista Sam (Roberto Alinghieri). Una “comunità” di soli uomini, chiaramente machista e misogina fin dalle prime battute, in cui domina il livore cresciuto in seno alla famiglia, l’impossibilità di comunicare se non insultandosi e respingendosi continuamente.

Improvvisamente, dopo sei anni trascorsi negli Stati Uniti lontano dalla famiglia, lasciata senza spiegazioni, fa ritorno nella casa natale Teddy (Alberto Giusta), il figlio maggiore di Max. Insieme a lui la moglie Ruth (Alice Arcuri) – sposata prima di partire, ma della quale non sa niente nessuno – madre dei suoi tre figli, rimasti in America.

Unico personaggio femminile tra tutti quegli uomini, Ruth si trova a fare i conti con una realtà violenta, fatta di reciproche e pesanti ingiurie, in cui la donna è trattata alla stregua di una sgualdrina, e considerata buona solo a soddisfare le necessità dei maschi.

Eppure, quest’unica presenza femminile sconvolge gli animi maschili che trascinano la loro esistenza nel ricordo di un’altra donna, ormai defunta, per cui provano una curiosa alternanza di profonda venerazione e di feroce odio: moglie e madre, Jessie, evocata dai discorsi e dalle parole dei protagonisti, dalle foto sul caminetto e addirittura dal dipinto di Lucien Freud, riprodotto sul sipario, è personaggio assente eppure costante, ricorrente dell’opera.

Riguardo alla sua messa in scena, il regista Marco Sciaccaluga dice: «Mi piacerebbe che facesse lo stesso effetto che fa a me: far morire dal ridere». E infatti, la commedia suscita più e più volte le risate del pubblico, grazie al linguaggio colorito e alle forti esternazioni dei personaggi, ma è una risata amara; è un riconoscere in quel mondo di rapporti frustrati, di odio più o meno represso, una realtà non così inverosimile, in cui la donna è considerata insieme oggetto sessuale, mero strumento di procreazione (e, non a caso, i figli di Ruth e di Jessie sono tutti maschi), ma mai essere pensante, mai essere umano libero di compiere le proprie scelte.

Ma il personaggio di Ruth – secondo Pinter “la figura di donna più libera che io abbia mai descritto” – ci dice che no, la donna non è sempre vittima; e Il ritorno a casa celebra infatti il trionfo di quest’unico personaggio femminile, che sovverte completamente i pronostici.

Nonostante i toni volutamente e dichiaratamente sopra le righe, la rappresentazione di Sciaccaluga mantiene sempre una spiccata verosimiglianza, ed è anche per questo decisamente convincente. Gli attori, tutti provenienti dalla scuola di teatro dello Stabile di Genova, sono eccellenti. Federico Vanni (Max) e Nicola Pannelli (Lenny), in particolare, sin dalla prima scena fanno davvero “toccare con mano” al pubblico il rancore che intercorre tra i loro personaggi – cifra stilistica dell’intera commedia – e Alice Arcuri, nell’unico e decisamente non facile ruolo femminile, interpreta Ruth, contemporaneamente, con audace sensualità e con decisa freddezza.

Uno spettacolo crudele e divertente insieme, ma soprattutto attuale che, come afferma Sciaccaluga: «Ti mette davanti allo specchio. Hai sempre il sospetto che quei personaggi così sciagurati, raccontati in modo tanto scanzonato, un po’ ti somiglino».

Lo spettacolo continua:
Teatro Stabile di Genova – Teatro Duse

via Nicolò Bacigalupo, 2 – Genova
fino a domenica 27 febbraio

Il ritorno a casa
di Harold Pinter
versione italiana di Alessandra Serra
regia di Marco Sciaccaluga
con Roberto Alinghieri, Alice Arcuri, Fabrizio Careddu, Alberto Giusta, Nicola Pannelli e Federico Vanni
produzione Teatro Stabile di Genova