Metti una notte a teatro

teatro-era-pontederaEsperienze notturne per bambini, al Teatro Era di Pontedera, grazie all’innovativo progetto, Il sogno di Alice.

Prima di iniziare, una doverosa premessa. Martedi 19 maggio, ore 2.00, Teatro Era (in provincia di Pisa): è notte fonda. Sono in quello stato particolare in cui si cade a volte quando, fra un sogno e l’altro, si langue ai confini di veglia e sonno. Non apro gli occhi perché vorrei continuare a dormire. Comunque sia, non credo di essere più in teatro. Prima eravamo tutti vicini, a letto, ma ora siamo altrove, forse nel corridoio di una vecchia casa; i passi sono silenziosi, anche se si odono tantissimi rumori. Non apro gli occhi per controllare, non mi va; d’altra parte, siamo stati avvisati di essere sottoposti a esperimento. In teoria, dovrei essere presente in veste ufficiale di scienziato osservatore neutrale per controllare l’andamento dell’esperimento. Sarebbe, del resto, serio e professionale se stesse andando così, ma essere neutrali implica il rimanere fuori. Invece, alla fine, ci sono cascata dentro anch’io. Riporto, quindi, la mia esperienza e i miei commenti da osservatore tutt’altro che neutrale (e, qui, con buona pace del lettore, termina la doverosa premessa).

Arrivo in teatro puntuale ma mi sento osservata perché si aspettano solo bambini – e io sono un po’ cresciuta. I bambini presenti questa sera frequentano una quarta elementare, sono accompagnati da una maestra e sono i primi spettatori appartenenti a una classe ad affrontare Il Sogno di Alice. Passeranno la notte qui, a Pontedera. Cuscino sotto braccio e borse contenenti il pigiama, ci ritroviamo nel foyer (i più coraggiosi portano come richiesto anche un peluche, ossia “l’oggetto caro per addormentarsi” – il mio è minuscolo e travestito da portachiavi). I genitori ci lasciano e restiamo da soli. Fuori comincia a fare buio.

I piccoli non sembrano intimoriti dal luogo ma, tutto sommato, neanche particolarmente eccitati: paiono, piuttosto, incuriositi e in attesa di scoprire cosa accadrà. Ci accomodiamo al bar, dove la regista – Sara Morena Zanella – ci accoglie con un saluto, un ringraziamento (perché, senza il pubblico, tutto questo non sarebbe possibile), una breve introduzione e, per finire, l’esposizione delle regole: fare silenzio, saper ascoltare, avere con sé il proprio cuscino. Il Sogno di Alice nasce come corrispettivo per bambini di un altro progetto, intitolato Sognare a Teatro, che si realizzerà negli stessi spazi ma in serate diverse – in cui, a passare una notte a teatro, sono chiamati gli adulti. Che cosa può accadere a noi tutti – ci si domanda – se, anziché arrivare a teatro, sedersi e assistere a uno spettacolo per poi tornare a casa – in una sorta di routine – al pubblico è richiesto di entrare e di tuffarsi in un’esperienza totalmente nuova, fuori dagli schemi, inimmaginabile finché non la si vive direttamente? Che cosa può succedere quando non ci si affida alle regole della messinscena e alle sicurezze che essa offre? Ne Il sogno di Alice, lo spettacolo, del resto, non c’è. Sebbene sia presente il riferimento al racconto di Carroll, ciò che conta veramente è il desiderio comune a tutti i partecipanti di giocare, tuffarsi nell’avventura, inseguire il Bianconiglio.

Dopo essersi cambiati, si va a letto per ascoltare la favola di Alice a occhi chiusi, finché, all’improvviso, le parole prendono forma (nella realtà, o nella fantasia – come quando scivoliamo nel sonno?). I bambini si dimostrano da subito coinvolti: aiutano il Bianconiglio e poi Alice, prendono parte all’azione seguendoli senza esitazioni nel regno delle meraviglie. Attraversando i vari spazi teatrali, condividono il proprio sogno con i vari personaggi, finché è l’ora di tornare a letto, pronti per addormentarsi.

Il mattino seguente ci sorprende assonnati. L’atmosfera che ci circonda è particolare: ci si sente legati dalla condivisione di un segreto. Siamo complici. La notte è andata bene e ora tutti insieme facciamo colazione, raccontandoci le sensazioni provate e le avventure vissute. Siamo diversi. Ci siamo smarriti insieme ad Alice, senza trovare altri appigli nel turbinio dei personaggi surreali che abbiamo incontrato, e poi abbiamo trascorso il resto della notte da soli – in questo luogo estraneo, silenzioso e carico di mistero.

Un’esperienza del genere rappresenta una notevole prova di autonomia per i piccoli partecipanti: non solo sono assenti i genitori, ma soprattutto viene loro richiesto di abbandonarsi all’onirico, ai nonsenso di Alice e all’universo misterioso che il teatro rappresenta, sperimentando una propria capacità che gli adulti stessi faticano a riconoscere come tale, ossia l’attraversamento dell’assurdo. Scoprono che si può sognare e sopravvivere, ci si può abbandonare al gioco e ritrovare comunque la strada di casa. Il Sogno di Alice non è, però, un progetto esotico o curioso. Bensì un’esperienza curata e calibrata in tutti i dettagli con due pregi notevoli: il primo, di essere un lavoro artisticamente di qualità, che permette ai bambini di fruire – mentre partecipano all’avventura – di un’esperienza teatrale di alto livello; il secondo, di permettere loro di esplorare (e, quindi, di vivere) gli spazi altri del teatro – compresi quelli che abitualmente rimangono inaccessibili, e che racchiudono però gran parte del suo fascino. Un’esperienza di crescita personale, quindi, oltre che di gruppo. Un autentico regalo per la comunità e per il territorio nel quale il Teatro Era è ben radicato da oltre 40 anni.

Agli adulti eventualmente interessati comunichiamo che purtroppo Il Sogno di Alice non è aperto anche a loro, ma solo ai bambini dai 6 ai 10 anni che non temano di perdersi (forse perché sono segretamente a conoscenza che ritrovarsi è più semplice di quanto non sembri). Se è vero che si prova, infatti, una sorta di sollievo ogniqualvolta ci si sveglia e ci si accorge che la notte è passata, si deve ammettere che, oggi, si avrebbe solo voglia di ricominciare tutto daccapo. Eppure ciò non è possibile: la colazione ci attende. Due chiacchiere e poi via: macchina, autostrada, la luce del mattino. La prossima esperienza spetta a qualcun altro.

Lo spettacolo è andato in scena:
Teatro Era
parco Jerzy Grotowski – Pontedera (Pisa)
lunedì 18 maggio, dalle ore 20.00 in avanti

Il Sogno di Alice
Una notte a teatro nel paese delle meraviglie
spettacolo con sonno e risveglio per bambini dai 6 ai 10 anni liberamente tratto da Alice nel paese delle meraviglie di Lewis Carroll
regia Sara Morena Zanella
con Giacomo Bogani, Alice Casarosa, Consuelo Ghiretti, Alice Maestroni, Marco Ripoldi e Silvia Tufano
musiche originali Giacomo Bogani, Alice Casarosa e Irene Rametta
scenografie Marco Buldrassi ed Emidio Bosco
allestimento Marco Bagnai
produzione Fondazione Teatro della Toscana