Ritratti d’Autore

Alonzo King, uno dei maggiori coreografi al mondo, parla di sé, della danza e del difficile momento che stiamo vivendo, in una lunga intervista alla vigilia del debutto italiano.

I danzatori del Lines Ballet di San Francisco si esibiranno sul palcoscenico di Adda Danza sabato 30 e domenica 31 maggio. In attesa del doppio spettacolo, abbiamo intervistato il co-fondatore e coreografo della compagnia, Alonzo King, l’uomo e l’artista, che per il Sindaco Gavin Newson è: “Uno dei tesori di San Francisco, capace di incarnare il meglio della città, ossia l’eccellenza creativa e la diversità culturale“.

In questi anni le coreografie visionarie di King sono state in grado non solamente di mixare, con intelligenza e originalità, la danza classica con le influenze musicali di tutto il mondo, ma anche e soprattutto di coinvolgere gli spettatori in un’esperienza ai confini tra la danza e l’espressione di una verità più profonda.

Alla vigilia del week-end che Adda Danza dedica alle performance della sua compagnia, Alonzo King racconta i suoi rapporti con l’arte e con la città in cui vive, le sue idee su quanto sta accadendo e la sua visione del futuro.

Quanto conta per lei, a livello creativo, lavorare a San Francisco, una città rinomata per la sua inter-culturalità e il rispetto per i diversi stili di vita?

Ho scelto di vivere a San Francisco perché desideravo stare vicino alle montagne e all’oceano, in un luogo dove la natura fosse raggiungibile in un quarto d’ora e, contemporaneamente, in una vitalissima capitale della danza. Ma quando si parla di lavoro, lo si può fare ovunque, non ci sono scuse. Al contrario, tutto ciò che manca costringe a una maggiore creatività. Si lavora con ciò che si ha e si utilizza la propria vena artistica in qualsiasi cosa si stia facendo. L’abilità non è influenzata da ciò che si ha a disposizione, bensì dal senso personale del limite.

In Italia, chi fa arte e cultura ha molti problemi a reperire le risorse economiche necessarie. La sua Compagnia riceve fondi dell’amministrazione pubblica?

L’arte è importante quanto l’acqua, l’aria e la luce. L’arte è il cibo dell’anima. La vita è brutale senza il nutrimento artistico. L’arte trasmette comprensione, sentimenti profondi e intelligenza – dei quali è intrisa. Ferma il mondo e ci permette di vivere l’eterno qui e ora. È un ponte che connette tutto.

Il fatto che alcuni Governi discutano sulla sua rilevanza è simile al dubbio che qualcuno solleva circa il riscaldamento globale, o sul fatto che i giovani dovrebbero essere accuditi e poter studiare. Nonostante ciò, gli artisti continueranno a creare e, un giorno, la maggior parte del mondo vedrà se stessa come artista. La condizione per ottenere quasi tutto nella vita è lottare, l’arte non fa eccezione. Come la maggior parte delle persone, in tutto il mondo, anche noi lottiamo.

Quello che il Governo non comprende è che l’arte è la maniera più elevata di educare, una virtù intellettuale e la forma più raffinata del pensiero. Un occhio e un temperamento artistico dovrebbero appartenere a qualsiasi professione.

La sua Compagnia di ballo ha collaborato con musicisti provenienti da tutto il mondo. La danza, la musica, le arti in generale, possono favorire la pace e il dialogo tra i popoli?

Certamente. Quando esiste la comprensione, chi può sentirsi offeso? Se si capisce il nemico, lo si tratta con compassione. Perché studiamo i capi delle culture primitive e indigene? Perché loro “sapevano”, possedevano la conoscenza, e noi vogliamo scoprire come si trasmetteva. La stessa “conoscenza” esiste qui, oggi – come allora – ma abbiamo bisogno che qualcuno ci ricordi in che modo accedervi.

Lei è anche insegnante di danza. Quali qualità dovrebbe possedere un buon maestro e quanto è importante il feeling che si instaura tra danzatore e coreografo?

Il ruolo dell’insegnante è quello di risvegliare il maestro che esiste in ciascuno studente e accenderne la mente artistica, capace di oltrepassare i limiti. L’obiettivo è la libertà assoluta attraverso il perfetto equilibrio tra volontà e arrendevolezza, logica e sentimento.

La capacità di “essere” e non “fare” è di estrema importanza. La relazione che si stabilisce tra coreografo e ballerino/a è simile a quella tra compositore e cantante. Il coreografo ha bisogno di un grande interprete, così come il cantante di ottima musica e belle canzoni. Nessuno si presenta a mani vuote. Ciò che conta è collaborare.

In passato ha detto che, nelle sue creazioni, si è ispirato alla verità. Cosa intendeva?

Non rammento la citazione ma credo che Bellezza e Verità siano la stessa cosa. Le formule matematiche sono belle perché sono vere. Non esiste niente che sia brutto, tratte ciò che è falso. L’ironia è che la strada che conduce alla verità può essere lastricata di errori.

Lei collabora non solamente con compositori, ma anche con esponenti di diverse forme artistiche. Nel processo creativo, lavorate insieme dall’inizio?

Sì. Lavoriamo in team. All’inizio elaboriamo le idee insieme, poi ognuno le sviluppa separatamente, quindi ci riuniamo, ci scambiamo le informazioni e discutiamo su quello che funziona o gli eventuali problemi.

Il suo interesse per i ritmi complessi è ben noto. Come influenzano il suo lavoro creativo le armonie complesse?

A me interessa il contrasto. Sono attratto da ciò che è estremamente semplice e, contemporaneamente, da ciò che è complesso ai massimi livelli, e mi piace mischiare questi due aspetti, sia per quanto riguarda il ritmo che per l’armonia. Il contrasto permette allo spettatore di vedere. Il romanzo ha bisogno di entrambi: l’eroe e il cattivo. Viviamo un’esistenza duale, fatta di luce e di ombre.

Dobbiamo allontanarci dalle scale diatoniche e preferire armonie più complesse per creare livelli diversi sui quali muoverci ed esprimerci. Tutte le tecniche che si utilizzano nella musica, possono applicarsi alla danza. Il miglior danzatore è musicista e il miglior compositore è anche ballerino.

Se esiste, qual è il suo danzatore ideale?

Il ballerino ideale per me è una persona modesta, profondamente sincera, devota alle idee più che alla personalità, in grado di dare instancabilmente. Vive appieno il palcoscenico e accetta qualsiasi cosa gli si richieda. Ha l’abilità di cedere e condurre, ha una padronanza completa di sé e dei propri mezzi e considera la danza come uno strumento attraverso il quale dare qualcosa al mondo.

Il suo lavoro colpisce per la sua visione globale e la spiritualità. Dopo l’11 settembre, è ancora possibile per gli statunitensi credere nella coesistenza? In Italia, ad esempio, stanno aumentando i sentimenti xenofobi e razzisti.

Pensiamo davvero che prima dell’11 settembre il mondo fosse privo di atrocità? No. Stiamo attraversando un periodo di purificazione e purificarsi significa riorganizzare, raschiare, sbattere, pulire e, finalmente, immettere aria nuova! Ciò di cui non si parla mai sono i milioni di abitanti del pianeta che guardano alla vita in modo diverso dal nostro.

Di sicuro sta avvenendo un cambiamento e sarà certamente positivo. Stiamo andando verso un’era migliore e questo comporta mutamenti che possono essere penosi ma necessari.

Tutto ciò che è vecchio e negativo lotta per la propria sopravvivenza e contro l’inevitabile vittoria del nuovo mondo. Ci sono sempre stati periodi contraddistinti da eventi catastrofici, e intervalli di pace. Naturalmente le diverse culture possono coesistere e imparare le une dalle altre.

Nessuna cultura possiede tutte le risposte. Dobbiamo per forza condividere il nostro sapere con gli altri. L’ideale è prendere il meglio che ogni cultura può offrire e farne un tutt’uno. Abbiamo dimenticato che siamo gli uni i custodi degli altri.

Dobbiamo tornare a tali principi, come alla terra e a un modo di vita più semplice. Dobbiamo allontanarci dalla follia e dalle separazioni tribali e realizzare che siamo un’unica famiglia in un mondo senza più frontiere, interdipendente, che include gli animali, le piante, le stelle, le lune e i soli. E questo cambiamento, lentamente, sta avvenendo.

Nonostante i suoi impegni, per quale ragione ha scelto di venire in Italia e partecipare a Adda Danza?

Adda Danza è uno dei Festival più importanti al mondo e siamo onorati di parteciparvi.